Valbella
Val Mastallone
Val Mastallone
Sono numerosi gli angoli della Valsesia dove, per collocazione e morfologia, ci si trova immersi in mondi sospesi, in luoghi custoditi da una natura arcigna e primordiale in cui l'uomo, fugacemente apparso nei secoli addietro, s'è presto ritirato decampando i miseri avamposti che tra disperazione e coraggio aveva eretto sospinto dalla fame di pascolo.
La Valbella, recondito solco in sinistra del torvo Mastallone, è tra questi ambienti: il sinuoso Rio della Valle ha scalfito un territorio aspro e tormentato, chiuso tra dirupi ma ricco di acque e boschi. Pochi e magri i lembi adatti al pascolo, e sempre ripidi; eppure la valle fu costellata di gruppi di cascine più o meno consistenti, di cui oggi rimangono miseri resti difficili da raggiungere essendo svaniti i già labili tracciati che li servivano. Quello della Valbella è tra i territori più selvaggi delle nostre Alpi.
foto: Lama d'la Cengina
Gli alpeggi sorti nei pressi del Rio della Valle erano collegati da una traccia che, percorrendo l'aspro solco inciso dal torrente, consentiva un rapido accesso da Valbella; impercorribile dagli armenti (i quali transitavano dal sentiero dei Selletti) questa traccia era fortemente costretta dalla severa orografia fluviale stretta tra gole e pareti. L'abbandono della valle ha reso oggi ancora più problematico percorrere tale traccia: sebbene obbligata, diversi passaggi sono da ricercare ed i numerosi guadi (alcuni da superare in acqua) rendono il sentiero del fiume un percorso impegnativo, sia per progressione che per orientamento. In particolare, la prosecuzione oltre l'Alpe Forgnone oppone un pericoloso tratto da superare (non è dato sapere se esiste un'alternativa al percorso qui descritto). Consigliabile una corda da 15m ed eventualmente calzature per i guadi in acqua. Questo percorso è da evitare qualora il torrente fosse ingrossato in quanto i numerosi guadi (soprattutto quello della Lama delle Piavatte) potrebbero risultare irrisolvibili.
difficoltà: T6
tempo: 3.30h
quota max: 1160m
Da Valbella all'Alpe Forgnone (T4+)
Da Valbella Superiore (855m) si prende il sentiero (n 580) che superato il Rio delle Fontane prosegue sulla sx idrogr del torrente principale, per guadarlo poco avanti e proseguire a mezzacosta sino all'Alpe Rivaccia. Mantenendo i segnavia si prosegue in quota per guadare nuovamente il Rio della Valle, e guadagnata la sx idrogr si abbandonano i segnavia che salgono verso I Selletti per traversare su una labile traccia la faggeta rimanendo così paralleli al Rio della Valle. Si traversa una placca rocciosa corrugata (fune) e mantenendosi sempre prossimi al torrente (alcuni guadi) prima di una bella pozza sovrastata da un enorme masso incastrato (Lama D'la Porta) si riprende la buona traccia che, dapprima in salita, quindi in traverso, raggiunge Alpe Guletto (1060m ca - 1.30h). Oltre le cascine la traccia conduce ad un'arcuata spalla rocciosa (Culàa - 1070m ca), che si svalica e persi alcuni metri si riprende il percorso parallelo al torrente, qui ancora in sx idrogr. Si supera una placca esposta di roccia scura con tacche (Cengina Brutta) oltre cui una vasta faggeta si allarga su di un pianoro: si individua sulla sponda opposta del torrente il muro a secco di una carbonera, e guadando nuovamente il Rio della Valle (Lama delle Piavatte, 1050m ca) ci si porta sulla carbonera, in dx idrogr. Senza più traccia evidente si rimonta il pendio erboso che, poggiando verso sx, con un arco in senso orario sale alla dorsalina subito a S del pianoro dove sorge il rudere dell'Alpe Forgnone (1160m ca - 3h).
Dall'Alpe Forgnone all'Alpe Crosaccia (T6)
Da Forgnone il collegamento con l'Alpe Crosaccia è difficile e pericoloso, in quanto bisogna risolvere la dirupata parete che sorregge l'Alpe Forgnone sul Rio della Valle. Occorre raggiungere il punto di guado posto sulla stretta curvatura del torrente a NE dell'Alpe Forgnone, dove il pendio che scende dal Piano del Riale costringe il Rio della Valle ad una stretta ansa. Due possibilità:
- da Forgnone ci si abbassa per la crestina S e quindi, dove più opportuno, si taglia il ripido pendio di vegetazione e in traverso discendente, aggirata una nervatura rocciosa, ci si abbassa all'ansa (terreno malagevole, esposto e privo di traccia)
- da Forgnone ci si abbassa verso E portandosi sul ripidissimo fianco a picco sull'ansa, e seguendo una stretta ed infida traccia di animali con alcuni risvolti (prima a dx, poi raggiunta la nervatura a sx, quindi nuovamente a dx in traverso ed infine a sx su terreno meno ostico) si ridiscende per esposte cengette all'ansa (terreno estremamente esposto e delicato, consigliabile una corda da 15m)
Dall'ansa si guada tornando in sx idrogr, e guadagnata la sommità del pulpito sovrastante l'ansa si trova la traccia che verso sx (N) conduce all'ennesimo guado da cui, per facile bosco, si giunge all'Alpe Crosaccia (1160m ca - 3.30h).
Il sentiero dall'Alpe Crosaccia all'Alpe Pissole Basso non è stato verificato
maggio 2021
aprile 2025
Il Pian delle Betulle era una zona di pascolo (colonizzata nel tempo da una rada betulleta) posta sulla dorsale meridionale del Castello. Era probabilmente pertinenza di Caizoo. Il ben marcato sedime dell'antico sentiero di carico che si ritrova salendo da Caizoo fa desumere, coi suoi comodi risvolti, che questo pianoro venisse caricato anche con bovini. il Pian delle Betulle è anche accessibile dall'Alpe Paiarelli per pendii ripidi ma pivi di difficoltà significative, permettendo così di compiere una traversata tra i due alpeggi. Entrambi i percorsi si svolgono su terreni privi di traccia.
difficoltà: T4
quota max: 1530m
Pian delle Betulle dall'Alpe Pissole
Dall'Alpe Pissole (1250m ca, toccata dal sentiero segnato Cai n 580 che passa da I Selletti) si rimonta senza traccia il pendio alle spalle delle cascine e mantenendo la direzione N si raggiunge il pianoro con i ruderi di Caizoo (1380m ca). Proseguendo sempre senza traccia si sale in direzione NW raggiungendo una dorsalina che si segue sino al piede di due rilievi rocciosi che si aggirano verso dx (E) sfruttando una traccia di animali, riguadagnando più sopra il filo della dorsalina (1500m ca) da dove, verso sx (W), ci si dirige alla ben visibile betulleta; compare il sedime dell'antico sentiero che in breve conduce al Pian delle Betulle (1530m ca).
Pian delle Betulle da Crosaccia
Dall'Alpe Crosaccia (1160m ca) si scende verso W al Rio della Crosaccia e ci si porta sulla comoda sponda in dx idrogr seguendola sin verso quota 1200m, per riattraversare quindi il torrente tornando sulla sx idrogr dove si individua il sentiero che inizia deciso a guadagnare quota e, mantenendosi parallelo al Rio della Crosaccia, tocca l'Alpe Bunda (1250m ca) e raggiunge la diroccata Alpe Paiarelli (1350m ca). Si risale alle spalle del rudere (ENE) imboccando una vallecola che, pur ripida e priva di traccia, consente di guadagnare quota senza significative difficoltà, e senza percorso obbligato, poggiando a sx di alcune balze rocciose, si rimontano vallecole e rampe erbose sino a portarsi sulla dorsalina ad W del Pian delle Betulle che in breve si raggiunge.
aprile 2025
Cardine di questo articolato e laborioso percorso è la cresta SSE della Cima Turrio, sfrangiato orlo che dalla vetta principale si protende in Valbella sino alle Cime di Lagarej; non è questo l'itinerario più semplice per raggiungere l'alpe di Sasso del Gatto (che probabilmente veniva caricata dalla Bocchetta delle Secchie o di Emra) ma è un affascinante percorso di cacciatori che, riservato ad esperti di luoghi difficili senza sentiero, compie un lungo viaggio tra balze e creste della solitaria Valbella. Le difficoltà sono tanto di orientamento quanto di progressione dovendo muoversi su terreni ripidi ed esposti con alcuni brevi passaggi delicati.
difficoltà: T6-
dislivello: 1100m
tempo: 5h
quota max: 1600m
Da Valbella Inferiore (764m) si sale e si intercetta il vecchio sentiero che giunge da Dietrosella, lo si segue sino ad un vallone franato da cui si risale la sinistra orografica per un costone che, poco sopra, diviene una facile crestina di roccette raggiungendo i resti dell'Alpe Colora (1030m); si prosegue a sinistra (W) entrando in un ampio vallone che si risale (N) tenendosi sulla destra orografica, al piede di una serie di pareti, e per terreno ripido si giunge alla testata rocciosa che verso destra rivela un'esposta ma breve e facile cengia con faggio (1160m ca) da cui si giunge ad una spalla boscosa (1215m ca), quindi per un erto ma camminabile canale ci si alza ad un intaglio (1260m ca) affacciato verso W sul versante dell'Alpe Giavina Lunga; si entra in questo versante e superata una breve placca esposta (I) si rimonta il bosco successivo raggiungendo una sella (1370m ca) sulla cresta SSE della Cima Turrio. Si piega a sinistra e per facili roccette si guadagna il filo di cresta che si segue facilmente, talora sul filo, talora con logici aggiramenti, sino ad una sella (1450m ca) al piede di un risalto roccioso: con discesa ripida e delicata ci si abbassa di alcuni metri a sinistra (W) e scavalcata una costola si traversa il fianco occidentale sino ad una placca rocciosa fortemente esposta: la si supera (I) e si riguadagna il filo di cresta a N del risalto; si passa su di un sottile labbro roccioso, precipite verso sinistra, e si giunge ad un colletto da cui si prosegue per il filo di cresta per divertenti rocce (brevi passi di II) sino ad un dente roccioso uncinato che si aggira a destra per facili placche, raggiungendo la selletta dove transita il sentiero segnato n 579 per il quale in breve si arriva all'Alpe sulle Loccie (1520m ca - 3.30h). Dall'alpe ci si porta ad una visibile spalla con sasso squadrato, oltre cui si scende per vaga traccia lambendo il piede delle pareti sino ad una spalla con resti di muri a secco (1400m ca) da cui si prosegue in traverso sino alla costola da cui appare visibile il prato sospeso di Sasso del Gatto; si risale la ripida costola, si aggira a sinistra per cengia un risalto quindi con traverso in quota verso N ci si porta sul prato dell'alpe Sasso del Gatto (1560m ca - 5h).
maggio 2021
Di seguito si descrive il rientro a Valbella Superiore dal Sasso del Gatto: si tratta di un percorso difficile e molto complesso che, pur toccando diversi alpeggi, si svolge quasi interamente su terreni impegnativi e privi di traccia. La descrizione è alquanto sommaria. Da evitare dopo periodi piovosi in quanto i numerosi guadi (soprattutto quello della Lama delle Piavatte) potrebbero risultare irrisolvibili. Dall'Alpe Guletto è anche possibile portarsi al sentiero segnato n 580 traversando in quota la facile faggeta (Rive del Guletto) giungendo pochi metri sotto il valico dei Selletti.
difficoltà: T6
tempo: 3.30h
quota max: 1600m
Dall'alpe Sasso del Gatto ci si porta sul panoramico pulpito ad E, separante la Valle del Gatto (a N) dalla Valle del Mialetto (a S), da cui per un ripidissimo imbuto erboso ci si abbassa verso S sino al piede della piccola cascata (Rio del Mialetto) che scende dal Sasso del Gatto; si segue il torrente fin verso quota 1400m ca, si esce per balze e terreno impervio sul crinale della destra idrografica e seguendone il ripido filo si perde rapidamente quota sino alla sella (1300m ca) sotto il rilievo roccioso della Testa di Forgnone. Ci si abbassa a sinistra (E) per poi traversare in quota verso N su terreno ripido (1270m ca) e, superato il Rio della Crosaccia, si risale ai ruderi di Bunda (1250m ca - 1h). Si prosegue verso S su rade tracce toccando l'imboscata Alpe Crosaccia (1180m ca), da cui in discesa si riattraversa il Rio della Crosaccia (1100m ca) e, raggiunto il Rio della Valle, lo si segue rimontando poi il ripido pendio che sorregge l'Alpe Forgnone; si ridiscende il ripido ed esposto filo della costola quindi, poggiando verso destra, ci si riabbassa al Rio della Valle presso la Lama delle Piavatte, dove sulla sinistra idrografica si segue una discreta traccia che, superata una placca esposta con tacche (cengina brutta), conduce ad un'arcuata spalla rocciosa (Culàa - 1070m ca), da cui in breve alle caratteristiche cascine dell'Alpe Guletto (1060m ca). Si prosegue parallelamente al torrente, per raggiungerlo verso quota 950m ca presso una caratteristica pozza con masso appoggiato (Lama D'la Porta) da cui, rimanendo prossimi all'alveo, superata un'ultima facile cengia con fune, si raggiunge il sentiero segnato n 580 (3h) che, senza più difficoltà, conduce a Valbella Superiore (855m - 3.30h).
maggio 2021