Moregallo

Triangolo Lariano

foto: sul Costone della Teleferica

Ben noto e frequentato, il Moregallo è la classica meta della gita domenicale: a due passi da Lecco, ricco di itinerari curati e battuti, presto o tardi ogni escursionista finisce per calcarne la panoramica vetta.

Eppure. Eppure esiste un Moregallo sconosciuto, dimenticato, che in verità è ben visibile e non ignorabile data la sua vastità ed imponenza, ma tal rimane: un mondo a parte, un luogo dove l’occhio passa via veloce e non si sofferma. Chiedete a qualunque frequentatore esperto del Moregallo informazioni sulla Valle delle Moregge: non ne saprà nulla. Il versante “rovescio” del Moregallo non attira: l’ampio ma ombroso vallone che scende verso nord, lungo oltre due chilometri, è un'infossatura silenziosa dai fianchi ripidi e scivolosi, ed ancor più timore incute la repulsiva e vasta parete orientale, alta mille metri, scoscesa e corrugata di canali e nervature che precipitano nelle scure acque del lago.

Terminato nel secolo scorso il pericoloso lavoro dei boscaioli di cui rimangono i resti dei numerosi fili a sbalzo, ben pochi hanno messo piede nella Valle delle Moregge, ancor meno si sono avventurati sui costoni a picco sul lago dove si sfalciava pericolosamente l'erba: il territorio, ricadendo sotto il comune di Mandello - sull'opposta riva del lago - fu presto abbandonato e giace dimenticato da decenni, complice anche il divieto di caccia che preserva il versante dalle incursioni venatorie. Oggi i mufloni vi dominano disegnando allucinanti tracce lungo vertiginosi scivolosi erbosi.

I percorsi che seguono sono riservati ad esperti di luoghi senza sentiero e con buone capacità di muoversi su terreni difficili ed esposti.


Etimologia

Probabilmente avrebbe dovuto chiamarsi Monte Moveggio come sulle antiche carte, o al più Monte Moregge in sintonia col toponimo già presente in zona. Invece le inevitabili confusioni topografiche diedero alla vetta il nome della vicina cima 1202m, allora nominata Monte Regale: il dialettale Mun’ Regal fu compresso, storpiato e italianizzato in Moregallo dalla faciloneria toponomastica dei decenni addietro, e così oggi questo bizzarro nome designa il complesso montuoso che dalla pianura si eleva deciso a nascondere il ramo lecchese del Lario.

Il vocabolo moregge richiama invece zone caotiche rocciose: tutto il versante orientale del Moregallo a picco sul lago viene indicato col nome Moregge, da cui anche la località rivierasca ai suoi piedi. Sembra quindi sia stato un altro svarione toponomastico ad avere attribuito al vallone a nord del Moregallo il nome di Valle delle Moregge, quando invece il nome corretto dovrebbe essere Valle del Fiume. Qui si è comunque deciso di mantenere il nome ormai consolidato di Valle delle Moregge per evitare confusioni con la topografia corrente.


Moregallo da Est – Costone della Teleferica

Un vecchio sentiero, ora dimenticato e in massima parte scomparso, dalle acque del lago si inerpicava sull’impressionante versante orientale della montagna, versante severo che appare ben poco invitante ad essere risalito in quanto ripidissimo e nervato da costole rocciose e canali erbosi interrotti da balze. Di quel sentiero rimane solo qualche traccia confusa con quelle degli animali e qualche testimonianza del passato sfruttamento: dei muretti a secco, una scalinata in pietra, delle vecchie catene ed il basamento di una teleferica, probabilmente la stazione a monte di un palorcio per condurre a lago l'erba sfalciata il cui cavo, oggi atterrato, è di acciaio pieno (burdion), indizio della sua remota epoca di provenienza.

Orograficamente si tratta del costone che dallo Zucon (caratteristico rilievo roccioso sottostante la Selletta degli Orfani) scende rettilineo verso NE, definito dalla Valle dei Morini (a N) e dalla Valle del Gottardo (a S). Passo fermo e dimestichezza con terreni impervi sono requisiti indispensabili per risalire questo versante: l'esposizione è presente talvolta per brevi tratti rocciosi e, più frequentemente, per l'estrema ripidezza dei pendii erbosi che scivolano verso il lago. Nella parte alta ci si ricollega col sentiero che perviene dal Sasso Preguda in quanto il labbro roccioso che sorregge la bocchetta di Sambrosera non è superabile (per alcune placche di pochi metri). L'accesso al punto di partenza, posto sulla galleria più settentrionale della vecchia strada, richiede un po' di intraprendenza in quanto gli sbocchi di questa porzione di strada (ora in disuso) sono chiusi da cancellate.


  • difficoltà: T5

  • dislivello: 1100m

  • tempo: 3.30h

Dal portale nord della galleria di Paré (200 m) ci si abbassa sotto il ponte guadagnando la riva del lago. Si risale quindi alla vecchia strada e la si percorre sino alla prima galleria, all'uscita S della quale si sale a sinistra sul promontorio erboso della galleria stessa lungo un evidente traccia. Dalla sommità della galleria si piega a destra e per vaghe tracce si risale il ripido pendio erboso portandosi sopra il bacino della cava. Verso i 300m si piega verso sinistra e si sale ripidamente tra roccette (I) ed erba riportandosi così sul filo del costone (360m ca) dove si trova una scalinata sorretta da muretti a secco ben conservati. Poco sopra (380m ca) si giunge ad un poco visibile bivio: qui si traversa a sinistra (procedendo dritti invece ci si porta sul costone del Casotto). Verso i 410m si transita su di un piccolo muretto a secco in prossimità di una pianta, quindi si prosegue la ripida salita puntando ad un ben visibile roccione squadrato posto sulla dorsale, che si raggiunge aggirandolo sulla sinistra per una breve cengia (640m circa). Si prosegue sulla dorsale mantenendosi vicini al ciglio meridionale affacciato sul vallone (Valle del Gottardo) fino a raggiungere un largo pianoro con i resti del basamento di una teleferica (709.8m Ctr - 1.45h). Su terreno facile si prosegue la salita sino alla successiva impennata del costone: piegando a destra (N) si traversa su traccia di animali un ripido ed esposto pendio erboso (attenzione), quindi ripiegando nettamente a sinistra (850m ca) per buona traccia ci si porta sulla parete dove una facile cengia (catene) consente di oltrepassare la balza guadagnando il versante meridionale e nuovamente il poggiato filo del costone.

Da qui è visibile nel canale di sinistra una piccola frana attraversata da una traccia: seguendola si raggiunge in breve la dorsale che proviene dal Sasso Preguda e quindi il sentiero bollato (950m circa).

Restando invece sulla dorsale ci si alza brevemente sino alle pendici di un'importante testa rocciosa (Zucon): piegando a destra (N) su di una buona traccia si percorre una cengia (930m circa - alcuni grossolani gradini) e ci si abbassa di pochi metri entrando nella Valle dei Morini ; superato lo sbocco di un'angusta forra si lascia la traccia che prosegue in discesa (è un collegamento col Costone del Casotto che presenta però un passaggio molto delicato ed esposto) per rimontare su tracce di animali l'unico canale accessibile: per una rampa ascendente si raggiunge il canale e con numerosi risvolti si risale per la traccia restando vicini alla parete rocciosa in aggetto, quindi dove diviene il terreno diviene più ripido ci si porta sulla destra raggiungendo, con breve traverso, il filo del Costone del Casotto (1000m ca). Senza più difficoltà ci si alza per una cinquantina di metri sino ad individuare una traccia abbastanza evidente che piegando a sinistra attraversa la testata del canale appena salito e più avanti quella del canale della forra, e sempre in traverso raggiunge tranquillamente il sentiero bollato che giunge dal Sasso Preguda (1050m circa – 3h). Lo si segue, toccando la vicina Bocchetta di Sambrosera (1192 m), e si raggiunge la cima del Moregallo (1276 m – 3.30h).

maggio 2014

marzo 2022

aprile 2022

Moregallo da Est – Costone del Casotto

Variante al costone della Teleferica. Il percorso risale un costone parallelo, più a N, su cui si trova un minuscolo ricovero (casotto). Nella parte finale ci si riconnette con il percorso del costone della Teleferica, di cui valgono le medesime considerazioni.


  • difficoltà: T5

  • dislivello: 1100m

  • tempo: 4h

Dal bivio 380m (raggiunto col percorso precedente) si prosegue dritti in salita, puntando tendenzialmente verso destra e rimontando la dorsale, qui ancora poco definita, che raggiunge la base di una importante parete rocciosa verso quota 700m che si aggira sulla destra (N). La dorsale diviene quindi più obbligata e ci si trova tra due ampi e profondi valloni: mantenendone il filo si raggiunge a quota 930m ca un piccolo casotto in pietra. Da qui si prosegue, sempre lungo la dorsale, verso l'evidente cengia inclinata che taglia la successiva parete rocciosa: si risale la cengia per traccia ripida. Raggiunti i pendii superiori si piega a sinistra e per tracce si traversa raggiungendo la dorsale più meridionale dove transita il sentiero che sale dal Sasso Preguda (1070m circa – 3,30h). Lo si segue, toccando la vicina Bocchetta di Sambrosera (1192 m), e si raggiunge la cima del Moregallo (1276 m – 4h).

dicembre 2011

Moregallo dalla Valle dell’Inferno

Dalla vetta del Moregallo prosegue verso N una facile dorsale che degrada irregolare, interrotta da alcune sellette, sino alla cima 1202m: da qui la cresta scende più decisa sino ad un ultimo rilievo (1150m ca) dal cui fianco occidentale prende avvio la Valle dell’Inferno, incassata tra la sua verticale parete ed una scoscesa spalla rocciosa. La Valle scende con percorso lineare ed incide con un ripido solco i pendii boscosi per infine sfociare dalle ultime balze sopra il lago. Il percorso che segue risale la Valle dell’Inferno e lungo il ripido canale finale giunge alla dorsale del Moregallo: fino all’alpe di quota 651m si seguono le vaghe tracce del sentiero per la Bocchetta delle Moregge, quindi si prosegue senza traccia su terreno ripido sino al canale finale che si risale non facilmente. Le difficoltà sono tanto di orientamento quanto di terreno, soprattutto nel canale dove occorre scalare alcune brevi placche (II°) e muoversi su erte rampe erbose ed esposte cenge.


  • difficoltà: T5+

  • dislivello: 1100m

  • tempo: 2,30h

Dal portale nord della galleria del Melgone (200m), superato un cancello, si prosegue sulla vecchia ed abbandonata strada che costeggia il lago. Dopo ca 200m si raggiunge una ripida scalinata in cemento che si inerpica sulla destra: la si rimonta e ci si alza su buona traccia che, con alcuni gradini scavati, guadagna velocemente quota e superate le reti paramassi raggiunge i boschi superiori. Si giunge ad un piccolo torrente della Valle dell'Inferno (350m ca): si lascia la traccia che sale verso destra (questo sentiero raggiunge ugualmente all’Alpe 651m ma è più sporco e meno interessante) per proseguire dritti e quindi rimontare decisi per buona traccia la dorsale boscosa della destra idrografica della Valle dell’Inferno. Si raggiunge il pianoro con i ruderi di quota 485m (sorgente) presso alcuni enormi massi erratici di serpentino, quindi ancora in salita si raggiunge una piccola valletta con un arco naturale di roccia (560m ca); con traverso ascendente il sentiero si alza fino a riattraversare la Valle dell’Inferno (630m ca) e giungere al pianoro dell’Alpe 651m (1h).

Lasciata la già poco evidente traccia del sentiero del Sasso di Malghera si rimonta verso S il costone boscoso alle spalle dell'Alpe. Si sale senza percorso obbligato la dorsale tra la Valle delle Moregge e la Valle dell'Inferno (sul versante Moregge nicchia con fonte a quota 720m ca), quindi si piega a sinistra e ci si porta verso il solco del torrente dell'Inferno che si raggiunge a 780m ca. Non lo si attraversa ma continuando sulla sua sinistra idrografica ci si alza su prati ripidi, quindi verso quota 900m ca ci si sposta nuovamente sulla sinistra e ci si porta sulla destra idrografica. Si punta alla rampa-canale chiusa tra i due corpi rocciosi a N della cima 1202m della Braga del Moregallo, canale che culmina subito a destra di un ben visibile naso roccioso. Se ne raggiunge la base verso quota 940m ca: da qui si sale una piccola placca rocciosa (II°) e, restando sempre prossimi al solco del canale, ci si alza ripidamente tra roccette e fasce erbose con piante. A quota 970m ca si aggira un salto piegando a destra ed aggirando un piccolo masso lungo una breve ma esposta cengia, oltre cui si torna verso sinistra e si riprende a salire sempre nell'alveo del canale. A 1100m ca si giunge alla testata del canale chiusa da un salto roccioso (in corrispondenza del naso roccioso): piegando a destra si sale una rampa erbosa che conduce ad una piccola sella dove compare una buona traccia. La si segue dapprima in salita, quindi con traverso a sinistra si percorre il bordo superiore della testata del canale e si raggiunge la facile cresta erbosa della quota 1202m: non resta che seguirla verso S raggiungendone la panoramica sommità (1202m – 2,15h).

Con facile percorso si cavalca il costone settentrionale del Moregallo con alcuni saliscendi (transitando dalla selletta di quota 1200m ca dove si stacca il sentiero che scende al sentiero del Sasso di Malghera) quindi per buona traccia sino alla vetta del Moregallo (1276m – 2,30h).

maggio 2015


Bocchetta delle Moregge per il sentiero del Sasso di Malghera

La destra idrografica della Valle delle Moregge è definita dalla lunga, movimentata, complessa dorsale che dal Moregallo scende verso nord sino al lago. In mezzacosta occidentale di questo versante corre un sentiero nominato sulle carte catastali come Sentiero del Sasso di Malghera. L'orientamento non è semplice: i vecchi e radi segnavia gialli si smarriscono facilmente soprattutto nella parte medioalta dove occorre attraversare anonimi pendii erbosi privi di riferimenti. Pur privo di punti particolarmente esposti o difficili, richiede predisposizione per questo genere di percorsi e capacità di muoversi su terreni ripidi privi di traccia.

  • difficoltà: T4

  • dislivello: 900m

  • tempo: 3h

Dal portale nord della galleria del Melgone (200m), superato un cancello, si prosegue sulla vecchia ed abbandonata strada che costeggia il lago. Dopo ca 200m si raggiunge una ripida scalinata in cemento che si inerpica sulla destra: la si rimonta e ci si alza su buona traccia che, con alcuni gradini scavati, guadagna velocemente quota e superate le reti paramassi raggiunge i boschi superiori. Si giunge ad un piccolo torrente della Valle dell'Inferno (350m ca): si lascia la traccia che sale verso destra (questo sentiero raggiunge ugualmente all’Alpe 651m ma è più sporco e meno interessante) per proseguire dritti e quindi rimontare decisi per buona traccia la dorsale boscosa della destra idrografica della Valle dell’Inferno. Si raggiunge il pianoro con i ruderi di quota 485m (sorgente) presso alcuni enormi massi erratici di serpentino, quindi ancora in salita si raggiunge una piccola valletta con un arco naturale di roccia (560m ca); con traverso ascendente il sentiero si alza fino a riattraversare la Valle dell’Inferno (630m ca) e giungere al pianoro dell’Alpe 651m (1h).

Ci si porta verso la Valle delle Moregge individuando una buona traccia che passando pianeggiante a monte di una forra conduce sui ripidi versanti della destra idrografica: dapprima la traccia rimane in quota, quindi procede con alcune diagonali ascendenti, altri traversi e brevi risalite per costoni erbosi: in questo tratto è facile smarrirla ed occorre mantenere quanto possibile i poco visibili segnavia gialli. Dopo un traverso pianeggiante a quota 820m ca si lascia una poco evidente traccia che scende verso il fiume (è un possibile collegamento col sentiero della Costa di Mur) per seguire in salita i bolli lungo un costone erboso, cui una ennesima diagonale conduce ad un rado bosco che, risalito ripidamente, porta ad un isolato casotto (900m ca); da cui ancora in salita e quindi in traverso si procede verso la testata della valle, a quota 1060 si raggiunge il bivio che verso sinistra (NE) conduce in salita alla dorsale nord del Moregallo: si prosegue invece dritti (S) e su sentiero più evidente si traversa la testata della Valle delle Moregge, raggiungendo infine con un paio di risvolti la Bocchetta delle Moregge (1108m - 3h).

maggio 2014

aprile 2018

Bocchetta delle Moregge per il sentiero della Costa di Mur

La sinistra idrografica della Valle delle Moregge sorregge i pendii che accolgono l'Alpe Oneda ed il rifugio Sev. Nella parte superiore è caratterizzata da un'impressionante parete rocciosa, il Ceppo della Bella Donna, affiancata da una profonda fenditura che s'impenna verticale per alcune centinaia di metri, mentre scendendo verso il lago il terreno, pur rimanendo ripido e sovente scosceso, è meno roccioso e presenta diverse macchie boscose.

Questo versante è attraversato da un vecchio sentiero, ancora ben reperibile nella parte bassa, che consente di penetrare nella Valle raggiungendone la solitaria testata; qui si trova un atipico lembo boscoso, residuo di un'antica ed enorme frana, oggi colonizzato da piante d'alto fusto che ne nascondono i ciclopici blocchi calcarei. Da qui è possibile salire alla Bocchetta delle Moregge rimanendo nel ramo sinistro idrografico della valle (ramo noto come Valle del Cugnolo) come di seguito descritto, oppure spostarsi nel ramo destro (orientale) alzandosi lungo tracce di animali (non verificato).

Sino alla Valle Costa di Mur non vi sono problemi significativi, poi occorre sapersi muovere su terreni ripidi e privi di traccia; il superamento della cascata finale è delicato ed esposto.


  • difficoltà: T5-

  • dislivello: 600m

  • tempo: 3h

Dalla carrareccia che da Valbrona sale verso il rif Sev, alla prima sbarra una stradina forestale (620m ca) si stacca sulla sinistra e con un lungo traverso pianeggiante entra verso la Valle delle Moregge. Dal termine della stradina un sentiero poco mantenuto prosegue e raggiunge il versante sinistro idrografico della valle; superata una prima valletta (Valle delle Calchere, 630m ca) si trova una piccola edicola votiva, da dove è possibile seguire sia il sentiero inferiore che quello superiore (entrambi si ricongiungono poco avanti). Si guadagna quota superando un piccolo alveo roccioso (prima Valle del Fontanino, 680m ca) e si prosegue pianeggianti superando in una caratteristico catino detritico il successivo canale più ampio (seconda Valle del Fontanino), quindi la precipite Valle dell'Era oltre cui si tocca un terrazzo boscoso disseminato di massi erratici. La traccia qui è poco definita: occorre alzarsi di alcuni metri e riprendere la traversata verso S riguadagnando la traccia che in breve conduce alla valletta successiva con torrente (Valle Costa di Mur, 770m ca); la traccia prosegue superando un'ulteriore valletta tributaria della Valle Costa di Mur e con un breve passo delicato ed esposto si guadagna il costone dove, alzandosi, si trova una carbonera (810m ca). Da qui la traccia scompare: si prosegue quindi in quota e ci si abbassa senza particolari difficoltà per una ampio canalone sino al suo impluvio, al di sotto di un grosso roccione sporgente (770m ca), da dove si scavalca il costone successivo e ci si abbassa sino all'alveo del fiume Moregge. Ci si porta sul lembo boscoso posto nel mezzo dell'alta Valle delle Moregge e senza difficoltà lo si risale rimanendo prossimi al torrente; ci si inoltra così nella Valle del Cugnolo, ramo occidentale della Valle delle Moregge superiore, sino al piede di una bella cascata verticale (1030m ca): un breve ma esposto sentierino di animali risolve le roccette (I) della destra idrografica della cascata e conduce al ripido bosco superiore, da cui ci si alza intercettando il sentiero tra il rifugio Sev ed il casotto n39, da cui in breve alla Bocchetta delle Moregge (1108m - 3h).

aprile 2018

discesa per il Sentiero OSA del 50°

E’ l’unico sentiero segnato di questo versante. Senza particolari difficoltà e ben indicato, è il percorso di rientro più semplice, occorre però verificarne la transitabilità talora compromessa dai lavori della cava.


  • difficoltà: T3

  • dislivello: -1100m

  • tempo: 1.30h

Dalla vetta ci si abbassa per un centinaio di metri lungo la dorsale orientale verso la Bocchetta di Sambrosera sino all'indicato bivio: si piega quindi a sinistra (N) ed entrati nel bosco si seguono i segnavia del sentiero OSA. Si passa presso una sorgente con fontana (1150m) e, per traccia non sempre evidente ma ben segnata, si prosegue verso N scendendo lungo la destra idrografica della Valle dell’Inferno e passando nei pressi della Braga di Moregallo. Il sentiero prosegue sino a lambire l'impressionante orlo oltre cui la parete precipita verticale per diverse centinaia di metri: la traccia continua verso N e si abbassa fino ad aggirare un promontorio. Qui muta direzione e piegando a destra (SE) raggiunge il lembo settentrionale della seconda cava: sempre seguendo i segnavia si traversa al di sopra del bacino della cava con qualche breve salita e quindi, in discesa, sino a Moregge da dove in breve si torna all'auto (2h dalla vetta).

novembre 2012

aprile 2022

album fotografico:

Moregallo dal Costone della Teleferica e sentiero 50° Osa - mar2022

Moregallo dal Costone della Teleferica e sentiero 50° Osa - apr2022

altri report:

Moregallo, Costone della Teleferica - Stefano Roverato

Moregallo - dal Costone della Teleferica - MNR Vision

riferimenti:

  • Arrampicate sui Corni di Canzo e Moregallo (Cai Valmadrera e Oggiono - 2015)

  • Cima-Asso