Monte Galerno
Valsesia
Valsesia
foto: Monte Galerno e in basso a sx La Boccaccia, dalla Cima Pizze
Il Monte Galerno si lascia raggiungere senza grossi problemi per il suo versante meridionale: è una piacevole meta per una gita invernale, e la scomparsa del sentiero che dall'Alpe Carrù conduceva alla cima regala un minimo sapore di isolamento. Il panorama non delude: si è circondati dagli orlati orizzonti della sconfinata Valsesia, ed anche il Monte Rosa si concede brevemente alla vista. E' quindi una meta consigliabile per chi, amante dei fuori sentiero, voglia trascorrere una mezza giornata al tiepido sole invernale.
Molto diverso invece il versante nordoccidentale del monte: qui la cima precipita con un salto su dirupati valloni, e tutto il versante è tormentato da forre e ripidi crinali; qui transitava un sentiero, riportato sulle vecchie carte, che dalla cresta SW del Monte Galerno scendeva verso Saliceto; per quale necessità esistesse un passaggio in un versante così difficile rimane inspiegabile: oggi non rimane più alcuna traccia di quel collegamento, e la sua ripetizione di seguito descritta è da considerarsi un percorso estremo per la sua insita pericolosità. Assolutamente consigliabile concludere l'anello scendendo a Molino di Nosùggio, lasciando il percorso per Ferrera agli ungulati ed altri selvatici.
E' una salita priva di sentiero che si svolge lungo l'ampia valle del versante meridionale lungo i facili boschi di roveri che, per quanto talora faticosi, non presentano particolari difficoltà. Ancor più semplice dovrebbe essere l'accesso da Molino di Nosùggio, dove verosimilmente dovrebbe transitare il sentiero al servizio della riattata baita dell'Alpe Carrù.
Da Cravagliana (615m) si sale senza traccia in direzione NNW per bosco, ci si alza quindi lungo il margine di una pietraia e si raggiunge una sella (820m ca) racchiusa da due salti rocciosi sulla cresta S del Monte Galerno; su labile traccia ci si abbassa di una decina di metri, traversando quindi in piano la testata di una piccola valletta fino ad una costola che si scavalca facilmente oltre cui si entra nelle valle SW del Monte Galerno. Si traversa facilmente il boscoso fianco sino alla riattata Alpe Carrù (Lacarü, 951m – 1h). Si sale verso NNE, senza traccia ma per facile bosco, e passati da un rudere al piede di una pietraia si rimontano i ripidi pendii erbosi sulla sua sinistra guadagnando la cresta S del Monte Galeno verso quota 1120m ca. Si segue la facile cresta, in parte di roccette, sino al nodo orografico con la Cresta della Valbella quindi, con una altro breve e facile tratto di cresta, si raggiunge la cima del Monte Galerno (1248m – 1,30h).
Dalla cima ci si abbassa per la cresta SW, dapprima erbosa quindi boscosa, e senza traccia ma senza particolari difficoltà ci si porta alla boscosa sella della Boccaccia (1020m ca) da cui scende il canale che sfocia a Saliceto.
La discesa verso Molino di Nosùggio non è stata verificata, ma non dovrebbe presentare difficoltà: dalla sella 1020m si scende all'abbandonata Alpe Piane (Ca’ del sass del Luluc, 950m ca) e da qui in piano ci si congiunge al sentiero che da Molino sale all'Alpe Carrù
dicembre 2015
Il sentiero riportato sulla Cns è completamente scomparso: il percorso di seguito descritto è vivamente sconsigliabile, ed è esclusivamente riservato ad esperti di luoghi molto difficili senza traccia. Le difficoltà, sostenute, sono tanto nel reperimento dei giusti passaggi quanto nel terreno che, molto ripido, si presenta di difficile percorrenza ed è continuativamente molto esposto. Il rischio di una scivolata fatale è presente in numerosi tratti. E' stata utilizzata una corda da 20m per la calata in doppia lungo il colatoio iniziale.
difficoltà: T6+
Dalla Boccaccia 1020m ci si abbassa per lo stretto ed erto canale del Rio della Scaravina che scende verso Saliceto; verso quota 920m ca il canale si restringe e per una decina di metri diviene uno stretto colatoio su placca: con l'ausilio della corda ci si abbassa (dovrebbe anche essere aggirabile portandosi ad una ripida rampa sulla sinistra idrografica), quindi dalla base del colatoio si piega a destra e si risalgono alcuni metri in una conca detritica, da dove si transita alla base di una roccia con nicchia; ci si porta quindi nel ripidissimo bosco abbandonando il canale, e con esposto traverso su terreno molto ripido ci si porta sino alla successiva forra. Si scende per il ripido costone della sinistra idrografica della forra, aiutandosi con piante ed arbusti, sin verso quota 840m ca dove, con traverso ripido ed esposto, è possibile accedere mediante una piccola cengia (visibile solo all'ultimo momento) all'alveo roccioso della forra. Si attraversa la forra passando da un piccolo ballatoio roccioso a monte di un salto di diversi metri, quindi se ne esce sulla destra idrografica e si prosegue in traverso per bosco ripido. Si raggiunge l'ampio e scosceso canale che scende dalla vetta del Monte Galerno: ci si abbassa per il suo ripido costone sinistro idrografico sin verso quota 800m ca, dove non facilmente si traversa a destra su una cengia infrascata che conduce ad un ripido canaletto erboso disceso il quale si guadagna l'impluvio del vallone del Rio del Ponte (780m ca); si passa sulla destra idrografica e per labile traccia si traversa il ripido ed aperto fianco erboso portandosi sul filo del costone destro idrografico.
(Da qui la discesa all'ormai vicino Saliceto non è stata verificata: contrariamente a quanto riportato sulle carte il sentiero dovrebbe abbassarsi scendendo sulla destra del costone, e non mantenendo il filo in quanto termina sulla strada con un salto di alcune decine di metri)
Si risale il costone raggiungendo le diroccate baite Pianelle (870m ca - 4,30h), da cui ci si abbassa verso NW per il vecchio sentiero (reperibile a tratti) che percorre una boscosa valletta, quindi con traverso pianeggiante su labili tracce si attraversa il fondo pietroso della valletta del Rio Massarocco e passati sulla testata di una recente frana e si raggiungono dei vecchi terrazzamenti e quindi il panoramico costone dove sorge il rudere di un'alpeggio (860m ca). Si prosegue in lieve discesa, si supera un altro alpeggio diroccato e ci si porta quindi ad un'ampia sella boscosa (800m ca), subito a SE del promontorio che precipita sul cimitero di Ferrera: dalla sella si piega a destra (NE) e ci si abbassa per la ripida valletta di terriccio e fogliame raggiungendo la strada di Valbella (720m ca – 3h)
dicembre 2015