Pizzo Ledù
Alto Lario
Alto Lario
foto: Pizzo Ledù, cresta NW
Importante montagna della catena dei Muncech, il Pizzo Ledù è una cima dai profili aspri che si eleva dalle selvagge valli Ledù, Bares e Garzelli. La sua cima è sostenuta da ripidi baluardi di gneiss: questo castello roccioso si presenta meno ostico solo nel versante meridionale, rivolto in Valle di Ledù, dove un ampio bacino detritico si alza sino a qualche decina di metri dal filo di cresta: qui vi è l'accesso più semplice alla montagna, dove un erto canale conduce sul filo della breve e divertente cresta NW. Alpinisticamente facile, la cresta presenta difficoltà continue di I° e II° con alcuni singoli passi di III°. Sebbene le difficoltà di arrampicata siano contenute l'esposizione, sempre presente e talora sostenuta, rende questa via suggestiva e tutt'altro che banale: è un percorso alpinistico facile ma di grande soddisfazione.
E' possibile guadagnare la cima faticosamente in giornata salendo in Valle di Ledù da Pra Pincé, ma la stupenda ubicazione del bivacco Petazzi (meglio noto come bivacco Ledù) e la tendenza di queste cime ad essere ingoiate dalle nebbie pomeridiane che salgono dal lago consigliano di spezzare la salita in due giorni.
Con il primo giorno interamente a disposizione può essere interessante raggiungere il bivacco lungo la Costa del Sasso Marcio oppure, come di seguito descritto, per la silenziosa e selvaggia Valle di Ledù lungo il vecchio sentiero, ora abbandonato, che ne risale la destra idrografica; caduto nell'oblio dopo che la segnaletica ufficiale decise di far raggiungere il Ledù transitando dall'Avert d'Inghirina, questo sentiero è in massima parte scomparso e, se nella parte alta si procede a vista senza grossi problemi, nella parte tra Stabiello e quota 1600m presenta più di un problema di orientamento ed in caso di erba alta può divenire estenuante. I vecchi bolli, visibili nel bosco, sono infatti difficilmente rintracciabili nelle zone aperte dove sono posizionati su sassi coperti da erbe e felci. Pazienza e senso dell'orientamento sono necessari per chi voglia raggiungere il bivacco Ledù lungo questa poco frequentata via di salita.
note:
- per il percorso di cresta sono raccomandabili corda e materiale di assicurazione (fettucce, nuts o friends)
- la via di salita sopra Stabiello, bollata con segnavia gialli e triangoli rossi, si discosta sensibilmente dai sentieri riportati sulla CNS
- nei pendii sopra Stabiello se si perdono i bolli non resta che percorrere al meglio le faggete, sfruttando le numerose tracce di animali e puntando alla base delle sovrastanti pareti rocciose raggiunta la quale, traversando verso destra (E), si giunge alla spalla erbosa di quota 1700m ca dove transita il sentiero che entra in Valle di Ledù.
- dal Ponte di Borgo è ben visibile la spalla erbosa di quota 1700m ca
Accesso stradale
Da Gravedona si sale a Peglio, quindi sino a Livo dove si acquista il permesso di transito alla biglietteria automatica. Seguendo le indicazioni per il Crotto Dangri si segue la stretta stradina a monte delle case che conduce, pianeggiante ma tortuosa ed in parte dissestata, sino al piccolo posteggio di Dangri
Dangri – bivacco Ledù (T4-)
Da Dangri (659m) si sale per mulattiera a Baggio (930m) da dove si prende il sentiero pianeggiante che corre alto sulla sinistra idrografica della Valle Darengo. Al Ponte di Borgo (968m) si passa sulla destra e si transita da Borgo (1069m) sino al successivo ponte: lasciato sentiero principale e segnavia si attraversa il ponte portandosi in prossimità di alcune baite. Ignorando i bolli rossi che piegano verso sinistra ci si alza per il pascolo verso N per alcuni metri sino ad individuare dei bolli gialli che dopo un breve traverso verso sinistra nel bosco conducono alle baite di Stabiello (1222m). Da qui si rimonta verso NNE mantenendo i radi segnavia (bolli gialli e triangoli rossi) dapprima per prati di felci quindi per faggeta. Verso i 1300m si traversa verso destra (E) una valletta di bassa vegetazione, quindi si rimonta il costone boscoso successivo sin verso quota 1500m dove termina il bosco: per traccia esile si sale in diagonale verso destra (NE) traversando nella parte alta una valletta erbosa e portandosi così prossimi alle pareti rocciose delle propaggini meridionali della Croce di Ledù. Si risale una ripida rampa erbosa sbucando ad E di uno spuntone di roccia (non identificabile dal basso) da dove, nuovamente verso destra, si guadagna la spalla erbosa sull'imbocco della Valle di Ledù (1700m ca - 3h), che si rimonta ripidamente per alcuni metri sino ad individuare una buona traccia che traversa verso la Valle di Ledù: la si segue, e con traverso pianeggiante (1750m ca) si entra lungo la dirupata destra idrografica. La traccia svanisce tra le vaste pietraie: mantenendo i bolli rossi si sale dapprima ripidamente paralleli alle pareti rocciose, quindi ci si sposta verso destra e su terreno aperto di ganda si raggiungono i resti dell'Avert di Ledù (1953m). Sempre mantenendo i radi bolli, su terreno facile e senza difficoltà di orientamento, si raggiunge la base del terrazzo che sorregge il Lago Ledù: facilmente lo si risale raggiungendo il bivacco Ledù (2245m – 4h).
bivacco Ledù – Pizzo Ledù (PD)
Dal bivacco ci si alza verso E seguendo i segnavia dell'Alta via del Lario portandosi così nel circo meridionale del Pizzo Ledù: abbandonati i segnavia ci si alza su pietraia al canale detritico di salita, identificabile da una venatura bianca sulla placca basale alla sua destra e da un naso di roccia al suo culmine. Giunti al canale (2400m ca) lo si risale per pochi metri, abbandonandolo presto per risalire sulla destra un canale di erba e rocce che, con un ultimo tratto ripido (II+), porta sul filo di cresta pochi metri ad E del naso di roccia. Si percorre il primo tratto di cresta su alcune facili placche appoggiate e camminabili per aggirare quindi sulla destra (S) un primo spuntone. Si prosegue alternando tratti di cresta fin dove possibile a logici aggiramenti lungo le facili placche appigliate e le cengette erbose del versante meridionale. Si giunge all'ultimo intaglio, che si raggiunge in discesa lungo il filo di cresta: spostandosi sul versante S si aggira uno sperone roccioso per guadagnarne appena possibile il filo che, largo ma aereo, si percorre sino alle roccette finali che senza più difficoltà portano alla vetta del Pizzo Ledù (2503m – 1,30h dal bivacco).
Per la discesa si ripercorre integralmente la cresta sino al canale erboso di salita: abbassandosi in arrampicata o eventualmente attrezzando una doppia ci si abbassa sino al canale roccioso da cui si ritorna al bivacco (1,30h).
Si rientra a Dangri lungo il percorso di salita, con le note difficoltà di individuazione della traccia tra i 1600m ed i 1300m (3h) oppure con giro più lungo ma su sentiero segnato passando dall'Avert d'Inghirina e dal rif Pianezza (4h)
Settembre 2014
riferimenti:
Guida dei Monti d'Italia: Mesolcina - Spluga - Monti dell'Alto Lario (Gogna, Recalcati -1999)