Il Massale
Valsesia
Valsesia
foto: Alpe Pianone di Sopra
Monte poco frequentato, Il Massale emerge al centro dell'ampio arco che il Sesia descrive nei pressi di Varallo. Viene raggiunto in occasione della raccomandabile traversata dal Castello di Gavala al Bec d'Ovaga, cavalcata di ampio respiro sull'orlo di intricate valli che, brulicanti di attività anni orsono, oggi sono del tutto abbandonate. Oltre che al percorso di cresta, Il Massale è raggiungibile anche risalendo la Val Duggia lungo sentieri dimenticati: si vanno così a toccare i nascosti alpeggi che costellavano la valle, taluni da tempo obliati anche dalle mappe.
Il Massale da La Vezzosa
Il percorso sfrutta dapprima il sentiero che serviva i gruppi di alpeggi sorti lungo il Rio di Vazzosa, quindi senza più traccia si alza ai pascoli superiori e da lì, facilmente, alla vetta. Il rientro avviene lungo quel poco che rimane dell’antico sentiero che dalle alpi di Vazzosa saliva al Colle di Vazzosa (servito da sentiero segnato lungo l’opposto versante): la discesa lungo questo percorso richiede buon orientamento per mantenere l’antico tracciato evitando le zone più difficili. E’ comunque possibile evitare questa discesa mantenendosi sul sentiero segnato che conduce al Bec d’Ovaga e da lì ridiscendere a valle.
note:
- dando credito al Catasto Rabbini, vi sarebbe un errore che perdura da decenni sulle mappe, le quali nominano Alpe Borghetti il gruppo di baite dell'Alpe Pianone di Sopra; l'Alpe Borghetti, secondo il Catasto, sarebbe ubicata più a S, verso le pendici settentrionali del Castello di Gavala, ed è omessa dalla cartografia come le alpi Eur del Bò e Giasetto; Igm (e Igc) spostano così l'Alpe Pianone di Sopra a quota 1540m sulla verticale S del Massale: di tali alpeggio non vi è alcuna corrispondenza nel Catasto, e le ricerche sul terreno non hanno rivelato il minimo indizio di edifici o terrapieni; difficile inoltre credere che delle baite siano state erette là dove indicato, ovvero presso un canale sconvolto dalle devastanti valanghe primaverili.
Accesso stradale
Dal borgo di Locarno si sale a Roncaglio, quindi per strada in parte sterrata si passa dalle case ristrutturate di Prà, Personale, Rolla. Si lascia l'auto nei pressi dell'azienda agricola (poche possibilità di posteggio)
Da Pafferia (600m ca) si segue la strada forestale, quindi il sentiero 729 sino al Ponte della Gula (800m ca); lo si supera e si abbandona subito il sentiero segnato per seguire a destra (N) una traccia che pianeggiante prosegue lungo la destra idrografica del Rio di Vazzosa. Si raggiunge quindi il Rio di Vazzosa (860m ca) che si attraversa portandosi sulla sinistra idrografica: si riguadagna la traccia, in questo tratto franata, risalendo un masso con radi appoggi (II, 2m), e si prosegue su buon sentiero per lungo traverso ascendente; superato il Croso della Goletta (970m ca) si giunge al primo gruppo di alpi di La Vezzosa (1000m ca, Vazzosa sulle mappe – 1,30h). Si supera un secondo croso, toccando il successivo gruppo di alpi, quindi un terzo croso con altri ruderi. Il sentiero prosegue dapprima in piano (alcuni segnavia gialli) quindi si alza e, superato un ultimo croso (1120m ca), raggiunge la dorsale boscosa che dalla vetta del Massale scende verso SE; il sentiero la scavalca e, raggiunto il fianco meridionale, conduce ai ruderi di Eur del Bò (1200m ca, non indicati sulle mappe). Da qui la traccia scompare: si sale verso N per il ripido bosco, faticoso ma privo di difficoltà, raggiungendo il filo della dorsale in corrispondenza dei resti dell'Alpe Giasetto (1330m ca, non indicata), con l'abituro in posizione panoramica e la stalla imboscata. Si prosegue dapprima mantenendo il filo della dorsale (alcune vecchie roncolate), quindi si poggia sul fianco occidentale e si prosegue in salita, senza allontanarsi dal filo del crinale; si sfruttano i passaggi degli animali sino ad uscire su terreno aperto: senza più problemi di orientamento, ma su terreno faticoso e privo di traccia, ci si alza fin verso quota 1500m ca dove, con ampio arco, ci si dirige verso W quindi, superate alcune pietraie, verso S e superati un paio di crosi si raggiunge lo spalto che sostiene il diruto alpe di Pianone di Sopra (1470m ca, Alpe Borghetti sulle mappe).
Si torna verso N lungo il percorso di arrivo, per abbandonarlo poco prima della vasta pietraia e risalire il vasto pendio sudorientale del Massale (vi è un disperso e piccolo recinto di pietrame verso quota 1650m ca). Giunti sulla cresta S la si segue e si raggiunge la vetta de Il Massale (1745m - 4h).
Ci si abbassa per la cresta orientale, poggiando talora sul fianco meridionale per evitare alcuni tratti difficoltosi, raggiungendo quindi il Colle di Vazzosa (1446m), dove transita il sentiero segnato. Ignorando i segnavia si prosegue in lieve discesa verso SE, portandosi sull'ampia dorsale boscosa che delimita la sinistra orografica della valle che, tributaria del colle, scende verso il Rio di Vazzosa. Senza alcuna traccia ci si abbassa fin verso quota 1300m ca, dove si piega lievemente a sinistra (SE) e seguendo l'evanescente solco dell'antico sentiero si raggiunge il filo della dorsale (1200m ca) che delimita il croso più orientale; da qui la traccia, sempre alquanto labile, piega nettamente a destra (W) per traversare la testata di una piccola valletta, quindi, obbligata tra i due crosi, scende ripida sino a La Vezzosa (1000m ca).
Il rientro per il sentiero dell'andata (2,45h dalla vetta)
novembre 2016