Val di Bares

Alto Lario

foto: torrente Bares

Per quanto sia ampia e dal notevole sviluppo, la Val di Bares è tra le valli meno conosciute della catena dei Muncech. Dai caratteri similari della vicina Valle del Dosso, presenta il duplice aspetto orografico di valle fluviale verso l'imbocco, incisa in un profondo solco, e di valle glaciale dalla parte mediana, dove il torrente scorre su scenografiche placche levigate tra le tranquille faggete e le dolci praterie. I sovrastanti fianchi, ripidi e talora dirupati, sono sovente graffiati da rigole torrentizie e conferiscono ai pendii il caratteristico aspetto di canne d'organo. La testata della valle è chiusa dalla slanciata sagoma del Pizzo Ledù e dalla costiera occidentale del Sasso Canale. Gli alpeggi sono tutti abbandonati e diroccati: è una valle che regala ampi spazi di solitudini e silenzi.

Accesso stradale

Pighe: da Domaso si sale a Vercana, dove si prosegue in salita e prima di raggiungere Caino si svolta a sinistra seguendo le indicazioni Monti di Vercana. Per strada ripida e stretta ci si alza sino a Tabbiadello, dove si posteggia (la strada prosegue brevemente sino a Pighé, ma è vietata ai non autorizzati)

Dangri: a Livo si acquista alla biglietteria automatica il permesso di transito; ci si porta sopra l'abitato dove una stretta strada pianeggiante si inoltra nella valle e raggiunge il piccolo posteggio di Dangri

Alpe Alterno da Dangri

E' un lungo ma piacevole percorso su sentiero solo parzialmente segnato ma abbastanza frequentato almeno sino a Bares (in particolare dai torrentisti). Oltre Bares la traccia in parte è stata cancellata dalle alluvioni ma il terreno è facile e si giunge all'Alpe Alterno senza difficoltà.


  • difficoltà: T3
  • dislivello: 900m
  • tempo: 2.15h
  • quota max: 1506m

Da Dangri (642m) si supera il ponte e si prende subito il sentiero che verso destra sale alle case di Provego (919m) quindi, superato il torrente della Valle di Semeda raggiunge Pianezzola (930m); il sentiero entra quindi alto nella destra idrografica della Val di Bares e con lungo mezzacosta raggiunge le dirute cascine di Bares (1247m). Il sentiero prosegue abbastanza visibile rimanendo sempre sulla destra idrografica sino ad un pendio franato: qui ci si sposta nell'alveo del torrente e si prosegue sin oltre il tratto franato, quindi si ritorna sulla destra idrografica dove ricompare una traccia che comodamente, oltrepassato un grosso masso isolato (1450m ca), conduce all'ampio pianoro dell'Alpe Alterno (Curt d'Antèrn, 1506m - 2.15h).

ottobre 2019

Alpe Alterno da Pighè

Sino all'Alpe Prato il sentiero, bollato e mantenuto dai cacciatori, traversa lo scosceso fianco sinistro della Val di Bares. La traccia è abbastanza evidente ed attraversa quattro torrenti che incidono profondamente il pendio; in corrispondenza di queste forre il sentiero presenta alcuni tratti esposti, in particolare nella terza forra (provenendo dalla Bocchetta di Graglio) dove un'esposta placca è attrezzata con una fune. Qualora la fune fosse danneggiata il superamento della placca può essere delicato. Dall'Alpe Prato le tracce divengono evanescenti ma il terreno è facile.


  • difficoltà: T4+
  • dislivello: 500m
  • tempo: 2,30h
  • quota max: 1506m

Da Tabbiadello (1047m Igm) si segue la strada sino a Pighé, da dove per buon sentiero si aggira ad E il rilievo 1283m raggiungendo la vasta Bocchetta di Graglio(1214m Igm). Su tracce confuse ci si alza per la comoda faggeta verso l'Alpe Graglio, ma prima di raggiungerla si piega a sinistra (NW) e per traccia ci si porta sul fianco della Val di Bares. Seguendo i bolli, dapprima rossi poi blu, si prosegue per la buona traccia pressoché pianeggiante che a mezzacosta si addentra verso N nel bosco. Si superano due piccole forre (qualche passo esposto) raggiungendone una terza, che si supera abbassandosi di pochi metri per una placca molto esposta (funi e passerella, da verificare). Si prosegue raggiungendo una placca che si supera abbassandosi leggermente, quindi si raggiunge una zona aperta dove la traccia è in parte nascosta dalla vegetazione: la si recupera con attenzione ed in piano ci si porta ad una grande forra: se ne raggiunge la sinistra idrografica, quindi su terreno ripido ci si abbassa per pietrame instabile fino a raggiungere il torrente. Si scende lungo l'alveo della forra tra facili blocchi per una decina di metri, si passa sulla destra idrografica (1350m ca) e rimontato un facile gradino roccioso (esposto) si riprende la traccia. Si prosegue dapprima in piano, quindi in discesa si passa alla base di una breve placconata oltre cui con una leggera risalita si raggiungono i miseri resti dell'Alpe Prato (Pràa de Val, 1308m Igm – 2h).

Dall'Alpe Prato si prosegue senza traccia su terreno facile raggiungendo il torrente Bares, lo si attraversa senza particolari difficoltà e si prosegue su sentiero abbastanza visibile rimanendo sempre sulla destra idrografica sino ad un pendio franato: qui ci si sposta nell'alveo del torrente e si prosegue sin oltre il tratto franato, quindi si ritorna sulla destra idrografica dove ricompare una traccia che comodamente, oltrepassato un grosso masso isolato (1450m ca), conduce all'ampio pianoro dell'Alpe Alterno (Curt d'Antèrn, 1506m - 2.15h).

novembre 2015

Bocchetta Tressei dall'Alpe Alterno

Il vecchio sentiero che risaliva l'ampio vallone prativo sino all'Alpe Tressei è reperibile a tratti solo nella parte bassa, dopodiché svanisce, e la salita è a tratti faticosa per le diverse macchie di ontanelle e rododendri che si devono attraversare. Dalla tranquilla conca dell'Alpe Tressei si procede poi verso la bocchetta su terreno aperto e facile. La Bocchetta Tressei non è distinguibile: si trova nel punto più basso della dentellata cresta rocciosa che chiude a E la conca dell'Alpe Tressei, ed è posizionata a destra dei due distinti canaloni di pietrame ben visibili dall'Alpe. Anche questi due canaloni possono comunque essere facilmente risaliti e conducono alla cresta SW de La Corvegia poco più a N della bocchetta.


  • difficoltà: T4-
  • dislivello: 600m
  • tempo: 1.30h
  • quota max: 2111m

Dall'Alpe Alterno (1506m) si torna sulla sinistra idrografica del torrente Bares, si rimontano gli aperti pendii e traversando verso S ci si dirige verso il torrente che scende dall'Alpe Tressei. Superati i resti di un muro a secco (1550m ca) si raggiunge il corso d'acqua verso quota 1600m, quindi si devia a sinistra (E) e se ne risale la destra idrografica alzandosi per terreno aperto. Dai 1700m ca ci si dirige verso il centro del vallone, attraversando diverse zone di vegetazione molesta, sino a guadagnare faticosamente la conca dove, a monte di una costola di blocchi, si trova il rudere dell'Alpe Tressei (1937m).

Senza più difficoltà ci si porta alla base dei due ampi canali che scendono dalla cresta SW de La Corvegia, se ne lambisce la base deviando verso destra quindi si risale per facili roccette e tracce di animali il ripido pendio di rocce rotte che velocemente conduce in cresta presso la Bocchetta di Tressei (2111m – 1.30h).

novembre 2015

Bocchetta di Tressei da Pighè

Salita elementare e monotona per quanto molto panoramica, lungo il vasto costone erboso del Motto della Croce. Dal rilievo 2130m ca (non quotato) la cresta diviene rocciosa (Costa La Sterlera): facilmente aggirabile per l'erboso versante orientale, offre lungo il suo filo, che si segue in leggera discesa, qualche facile (e ricercato...) passo di scalata esposto sullo scosceso versante occidentale. La Bocchetta Tressei è nella massima depressione della cresta, ma è un anonimo intaglio di difficile identificazione.


  • difficoltà: T3
  • dislivello: 1100m
  • tempo: 3h
  • quota max: 2111m

Da Tabbiadello (1047m Igm) si segue la strada sino a Pighé, da dove per buon sentiero si aggira ad E il rilievo 1283m raggiungendo la vasta Bocchetta di Graglio (1214m). Su tracce confuse ci si alza per la comoda faggeta al termine della quale si raggiunge l'Alpe Graglio (1420m Igm), da dove si risale senza traccia obbligata per lungo e ampio costone fino al Motto della Croce (La Cruseta, 2010m) e quindi al Sas Piz (2140.9m Ctr). Da qui, in discesa, si prosegue per la cresta di blocchi rotti raggiungendo in breve la Bocchetta di Tressei (2111m Igm – 3h)

novembre 2015

Bocchetta del Risciun dall'Alpe Alterno

La Bocchetta del Risciun è una poco identificabile depressione posta sulla lunga cresta che dal Pizzo Ledù scende verso S separando la Val di Ledù dalla Val di Bares. E' un dimenticato collegamento, già di scarsa importanza nel passato, tra l'alta Val di Bares e l'alta Val di Ledù. Di elementare accesso dal Lago di Ledù, il percorso dall'Alpe Alterno è invece più impegnativo in quanto occorre superare una incisa forra nel suo unico punto debole traversando per brevi ma delicate cenge.

Non è ben chiara la posizione della bocchetta: è probabilmente errata quella indicata sulla Guida dei Monti d'Italia (2285m), mentre pare più verosimile quella riportata sulla carta locale dei toponimi a 2250m, posizione suffragata anche dalle vecchie mappe catastali.

La bocchetta prende il nome dalla ganda posta poco distante sul versante della Val Ledù. Risciun (o risciuleda) dialettalmente indica una zona sassosa, una pietraia; deriva dal vocabolo dialettale "riscera", ricciaia, luogo dove si depositavano i ricci delle castagne in attesa che si schiudessero. La somiglianza tra la ricciaia ed una campo di pietrame è intuitiva. (vocabolario del dialetto di Novate Mezzola (Massera - 1985); Inventario dei Toponimi - Samolaco (Del Giorgio, Paggi - 1996))


  • difficoltà: T5
  • dislivello: 750m
  • tempo: 2h
  • quota max: 2250m

Dall'Alpe Alterno (Curt d'Antèrn, 1506m) si sale verso NW per l'erbosa dorsale sulla sinistra idrografica dell'ampio solco della Valle della Corte (Val de la Curt); si passa al piede di alcune pareti rocciose e, superato un piccolo ma scosceso valloncello (1740m ca), si rimonta una larga ed erta dorsale erbosa giungendo sul dirupato ciglio di una forra che scende dalle balze rocciose del Sas Marsc: si segue il ciglio sin verso quota 1900m ca dove una piccola cengia consente di entrarne nel fianco e, superata una breve placca, di raggiungerne l'alveo (1900m ca); si sale di pochi metri per la ripida destra idrografica (esposto) quindi si traversa a sinistra (S) per una traccia di animali che passando su una stretta ed esposta cengia erbosa consente di guadagnare l'ampia e facile dorsale erbosa successiva subito a monte di una piccola pietraia. Si rimonta per rampe erbose e roccette la dorsale sino ad un caratteristico ed isolato dente roccioso (2050m ca) che si aggira a destra (E) superando così un secondo più piccolo dente; si prosegue su terreno facile e verso quota 2150m si traversa a sinistra (W) aggirando in senso orario uno scudo roccioso quindi, in ripida salita verso N, si tocca una sella erbosa (2219.7 Ctr) sulla cresta spartiacque da cui, sempre verso N e rimanendo sul fianco di Bares, si giunge alla Bocchetta del Risciun (Buchèta du Risciùn, 2250m Ctr, 2248m Igm - 2h).

ottobre 2019

Costa del Sasso Marcio

E' la porzione mediana della lunga cresta meridionale del Pizzo Ledù, cresta separante la Val di Ledù dalla Val di Bares. Il nome deriva dal Sas Màarsc, un caratteristico arcipelago di schegge rocciose che sovrasta a NW l'Alpe Alterno. La Costa del Sasso Marcio è composta da numerose emergenze rocciose, talune semplici pinnacoli, altri imponenti torrioni tra cui spicca il poderoso pilastro della Testa d'Asino. Nonostante l'irto profilo, la cresta è percorribile con contenute difficoltà grazie alle tracce di animali che aggirano le guglie ed i risalti più impegnativi. La roccia, smentendo il nome di questa cresta, è perlopiù ottima ed invita ad essere scalata laddove sia possibile, lasciando i pur sempre possibili aggiramenti solo per i tratti rocciosi impercorribili. La semplicità e brevità dei passaggi, oltre alla possibilità di varianti, non richiede alcun tipo di progressione alpinistica.

Di seguito viene descritta nella direzione N-S: è il senso in cui i brevi passi di arrampicata si affrontano in salita permettendo così di ridurre al minimo gli aggiramenti.


  • difficoltà: T5 (II evitabile)
  • tempo: 1.30h (per la cresta)
  • quota max: 2250m

Dalla Bocchetta del Risciun (2250m Ctr) ci si abbassa, rimanendo sul versante Bares, alla sottostante sella 2219.7 Ctr. Da qui si scalano le facili rocce del filo di cresta (I e II) e si guadagna la sommità del primo rilievo (2235.5 Ctr), da cui restando sul fianco Bares si traversa ad una selletta da cui si scende per un canale di detriti e, restando poco sotto il filo di cresta, si prosegue in traversata sempre sul versante Bares superando una "porta" tra due punte rocciose. Passati al piede di un tratto di cresta dentellato si svalica una selletta da cui appare l'imponente pilastro roccioso della Testa d'Asino (Cò l'Asen): qui occorre abbassarsi per 50m circa (versante Bares) per una ampio pendio erboso, quindi per una lingua di detriti rossastri si riguadagna la cresta che torna erboso e camminabile e, superate alcune brevi facili lame (II), si giunge ad una panoramica sommità erbosa tondeggiante (2171.4m Ctr); per ripida erba la si ridiscende e traversando sempre sul lato Bares per riguadagnare poco avanti il filo di cresta toccando un successivo rilievo erboso (2129.6 Ctr, 2125 Igm) da cui ci si abbassa poggiando ora sul lato Val Ledù, restando sempre prossimi al filo; si giunge ad un intaglio dove si supera un piccolo risalto roccioso (II) e per il filo di cresta si raggiunge l'ultimo rilievo (Scima du Zoch, 2102 Ctr - 1.30) dove la cresta si ammorbidisce e senza più difficoltà conduce sulla dorsale erbosa (Mòta de Stélli) da cui, per aperto e monotono pendio, si scende alle Alpi Motta (La Mòta, 1408m) quindi Possoro (Pòssor, 1247m), Baggio (Bàag, 965m) e per mulattiera Dangri (642m - 4h).

agosto 2011

ottobre 2019

album fotografico:

Val di Bares: Bocchetta di Tressei dall'Alpe Alterno - nov2015

Val di Bares: Bocchetta del Risciun e Costa del Sasso Marcio - ott2019