Valle Vesporina

Monti Lariani


E' la piccola e breve valle da cui sgorga la scenografica cascata che attira l'attenzione di che percorre la statale Regina nei pressi di Moltrasio.

E' questo l'unico aspetto visibile del torrente Vesporina, che fin dalla sorgente rimane nascosto ed incassato nell'angusto solco della valle. Il torrente (che oggi alimenta anche una piccola centrale) scorre con diverse cascate tra l'alta parete rocciosa che sorregge i Monti di Lenno ed i ripidi boschi della dorsale del Bugone. La sorgente Vesporina è ancora sfruttata e vi sono due sentieri non indicati ma mantenuti che la raggiungono, mentre per scendere nell'anfratto della valle esiste l'antico percorso del vecchio acquedotto: inaugurato a fine 1800, portava l'acqua dalla sorgente al paese lungo un tubo che correva parallelo al corso del torrente. Protetto da un rivestimento di pietre a secco, era percorribile per la normale manutenzione, ed oggi sebbene abbandonato è ancora rintracciabile ed in massima parte integro e conduce, non del tutto facilmente, sino al ciglio di un'alta cascata (subito a monte di quella visibile dalla strada).

Il rientro può avvenire transitando dalla Valle Borascia per vecchi sentieri di collegamento: si ha così modo di gettare uno sguardo su di un impressionante abisso che dall'Alpe Piano precipita nel selvatico fondale della valle Orivo.

foto: Torrente Vesporina

Valle Vesporina

Le difficoltà sono principalmente di orientamento in quanto i sentieri sono scarsamente frequentati ed ingombri di vegetazione, e lungo l'acquedotto occorre attenzione per alcuni tratti esposti su terreno ripido. Anche la stabilità delle pietre lungo il camminamento deve essere verificata.

note:

- la via di accesso più semplice alla sorgente Vesporina parte dai Monti di Lenno e su buona traccia si abbassa raggiungendo la sorgente senza difficoltà.


  • difficoltà: T4
  • dislivello: 500m
  • tempo: 2h per l'anello
  • quota max: 700m

Da Tosnacco (320m) ci si porta al ponte superiore che attraversa il torrente Borascia (370m ca) oltre cui la mulattiera, dopo una ripida impennata, si porta in Valle Vesporina e rimonta una balza rocciosa. Raggiunta la parte superiore della balza si prosegue brevemente sino ad una poco evidente deviazione sulla sinistra (450m ca) che si segue: la traccia è abbastanza evidente ma sporca e ingombra di vegetazione. Si giunge ad un rudere dove, poco avanti, passa il tubo dell'acquedotto (muretti a secco). Lo si segue in discesa, traversando così a mezzacosta il ripido fianco sinistro idrografico della valle: rimanendo sul muro a secco, o al suo fianco nei tratti più ripidi, ci si abbassa su terreno sempre più esposto raggiungendo infine il ciglio superiore di un'alta cascata (400m ca). Si ritorna al rudere e, lasciato l'acquedotto, si rimonta per ca 50m il pendio a monte del rudere (tracce) portandosi al di sopra delle fasce rocciose. Si piega a sinistra (W) e dopo un breve traverso si recupera l'acquedotto, a monte di un ripido canale. Lo si segue, ora pressoché pianeggiante, e subito si giunge al vecchio edificio dell'acquedotto (520m ca) caratterizzato da una grossa muraglia in pietra. Ci si mantiene sulla traccia dell'acquedotto collegandosi poco avanti con una buona traccia che giunge dall'alto: proseguendo sempre verso il fondo della valle si raggiunge dopo pochi minuti la sorgente della Vesporina (550m ca - 1h).

Si torna sino all'ultimo bivio e si tiene la sinistra alzandosi per buona traccia ed abbandonando quindi il percorso di arrivo lungo l'acquedotto. La traccia, bollata di rosso, prosegue in lieve ascesa e passando poco sotto un grosso alpeggio crollato (tratto poco evidente) raggiunge la costola su cui transita la buona mulattiera precedentemente lasciata, nei pressi della Madonna della Borascia. Si segue in discesa per pochi metri la mulattiera per lasciarla alla prima curva prendendo a sinistra (E) un sentiero che si inoltra pianeggiante. Si raggiunge così il torrente Borascia, nei pressi di un nutrito nucleo di ruderi, e lo si supera portandosi sulla sinistra idrografica e quindi sulla radura dell'Alpe Piano (Curbatt - 580m ca) posta su di uno panoramico sperone. A monte della piccola radura si riprende la traccia che in piano si addentra nella valle di Orivo, ne raggiunge il torrente e, con qualche punto franato, prosegue sulla sinistra idrografica portandosi alla successiva costola, ricca di terrazzamenti: senza più traccia si risale per i vari terrazzamenti sbucando infine ai frequentati Monti di Liscione (700m).

Per ampia e battuta mulattiera acciottolata si ridiscende a Tosnacco (2h)

marzo 2015

album fotografico:

Valle Vesporina - mar2015