Valle del Trodo
Locarno e valli
Locarno e valli
foto: ansa del Rio Trodo
E' il lungo vallone che dal Tamaro scende alla Piana di Magadino. E' un'inattesa zona selvaggia senza alcun sentiero segnato che vi si addentri: la Cns riporta un buon reticolo di sentieri, ma pochi sono quelli ancora evidenti e comodamente percorribili, perlopiù ad uso dei cacciatori e pescatori della zona. Sebbene circondata da zone antropizzate e frequentate che fanno venire meno la preziosa sensazione di isolamento, l'esplorazione della Valle del Trodo regala agli amanti dei percorsi selvaggi numerosi spunti interessanti e diversi angoli di suggestiva bellezza.
La parte inferiore è disegnata dagli scoscesi fianchi rocciosi in cui scorre il torrente, e offre due intriganti sentieri che, non facilmente, consentono di transitare da un fianco idrografico all'altro. La parte superiore, più ampia e meno inforrata, non è affatto più semplice in quanto i boschi si mantengono sempre molto ripidi concedendo poche alternative ai vecchi sentieri di ormai difficile reperimento.
Di seguito si propone un anello che consente di immergersi nella parte più angusta della valle lungo i due vecchi sentieri che, con sorprendente ingegno, risolvono i salti rocciosi in cui scorre il Rio Trodo. Un allungo verso la testata della valle consente di raggiungere Corte Nuovo lungo bellissime faggete, quindi si rientra superando il Rio Trodo dal secondo sentiero della forra, più impegnativo ma più affascinante. E' questo l'unico tratto dell'intero percorso che richiede particolare attenzione svolgendosi su terreno molto ripido ed esposto. Il restante percorso non presenta punti particolarmente impegnativi, ma richiede comunque buon orientamento essendo i sentieri del tutto privi di indicazioni e talora da ricercare, cancellati da vegetazione o scoscendimenti, e con alcuni brevi tratti che richiedono piede fermo.
Note:
- alcuni settori della Valle del Trodo, così come la piazza d'armi di Dumo, sono zone operative militari: è necessario informarsi preventivamente sulla loro transitabilità (solitamente libera il sabato e nei giorni festivi): piazza d'armi Monte Ceneri
- la difficoltà T6- è limitata al breve attraversamento del Rio Trodo a quota 480m, il resto del percorso presenta difficoltà di tipo T4
- il sentiero che percorre la sinistra idrografica sino alla quota 954m è franato in corrispondenza dell'attraversamento del Vallone, poco prima della quota 995m: il passaggio obbligato, una stretta cengia al di sotto di pareti rocciose, è crollato e non più percorribile.
Accesso stradale
Dal Passo del Monte Ceneri si prende la piccola strada che prosegue verso Termine. Si posteggia nei pressi del Crotto Ceneri
Poco prima di giungere a Termine si lascia la strada asfaltata per prendere un buon sentiero che verso W si inoltra a mezzacosta nel bosco. Lo si segue e con percorso pressoché pianeggiante si raggiunge la traccia che scende da Costa Fiorita (linea elettrica). Lasciato il sentiero che sale si individua una traccia che prosegue in piano, dapprima poco evidente, che aggira il costone ed entra nella Valle del Trodo. Con facile percorso ci si porta sulle balze rocciose del torrente, ed in corrispondenza di un secolare faggio su di un promontorio la traccia piega a sinistra e si abbassa decisa verso il torrente, che si raggiunge nei pressi di una bella ansa (620m ca). Si guada e ci si porta sulla sinistra idrografica, da dove si recupera la traccia che rimonta un ripido costone. Con numerosi risvolti ci si alza sino ad intercettare verso quota 870m il sentiero di Cortaccia.
Si piega a sinistra (SW) e si segue il sentiero che pressoché pianeggiante si addentra verso la testata della valle. Dapprima evidente, la traccia diviene progressivamente più vaga: si passa sotto un grosso muro a secco, quindi si supera un canale pietroso (890m ca – muro a secco e gradini) e si continua in piano sin verso la quota 952m: si abbandona la traccia che prosegue in piano verso il Vallone e ci si alza, senza traccia, per la ripida faggeta mantenendo per quanto possibile la direzione del vecchio sentiero. Ci si porta così sulla dorsale della sinistra idrografica del Vallone, che si risale faticosamente ma senza difficoltà toccando alcune carbonere e giungendo quindi alla radura di Corte Nuovo (1246m).
Si prende la poco visibile traccia che dopo essersi abbassata di pochi metri traversa verso N: poco battuta e rinvenibile a tratti, la traccia fa un lungo traverso in lieve discesa. In prossimità della Valle del Stabiello, dopo avere scavalcato un roccione (1120m), piega nettamente a destra ed inizia una ripida discesa lungo la dorsale destra idrografica della Valle del Stabiello. Non sempre chiara, e con qualche tratto sporco, la traccia conduce infine al sentiero di Cortaccia nei pressi dell'uscita del sentiero risalita all'andata. Qui si piega a sinistra (N) e su buon sentiero, dopo avere attraversato la Valle del Stabiello, si raggiunge la baita ben mantenuta di Cortaccia (850m). Per discreto sentiero si scende sino ai due ruderi dei Monti di Basso (650m ca).
E' anche possibile come alternativa percorrere il vecchio sentiero che passa più in basso transitando dai Monti di Mezzo: subito dopo l'attraversamento della Valle di Stabiello ci si abbassa per la discreta traccia che scende lungo la dorsale della sinistra idrografica della Valle di Stabiello sin verso quota 750m ca, dove piega a sinistra e, superato un piccolo valloncello (tratto franato – I°) conduce alle baite abbandonate di Monte di Mezzo (720m ca). Si prosegue in piano sino a ricollegarsi con il sentiero più evidente che giunge da Cortaccia e quindi, in breve, si scende ai Monti di Basso.
Dai Monti di Basso si lascia il sentiero che prosegue verso Al Sasso e senza traccia ci si abbassa per il facile bosco al di sotto dei due ruderi sino ad individuare una buona traccia che, obbligata dal terreno via via più ripido, scende ripida con numerosi risvolti aggirando diversi affioramenti rocciosi. Si scende così verso il torrente: con un ultimo tratto più delicato per il terreno scivoloso e moderatamente esposto si raggiunge il torrente nel punto dove esisteva il ponte (basamento – 480m ca). Si guada il torrente portandosi sulla destra idrografica, dove si rimonta per la vecchia traccia su terreno franato e scivoloso (esposto) alzandosi velocemente lungo il ripido gradino della forra (20m ca) guadagnando un pendio più facile dove la traccia, sporca ma ancora visibile, si alza senza particolari difficoltà raggiungendo infine la zona militare di Dumo (614m).
Seguendo la strada asfaltata che in lieve discesa prosegue verso E si torna al posteggio.
maggio 2015