Riviera
foto: la cengia tra Bedrina e Salosa
E’ la montagna da cui parte la cresta separante la Valle di Osogna dalla Valle di Cresciano. L’aspetto è abbastanza anonimo in quanto i versanti sono pressoché interamente boscosi e la vetta, tondeggiante, è poco definita. Incombe sugli imbocchi delle due vallate con ripidi versanti tra le cui balze trovarono posto piccoli alpeggi i cui accessi, dovendo sfruttare le rare debolezze tra le fasce rocciose, sono un susseguirsi di passaggi obbligati sospesi tra paretri e baratri. Più che nella vetta, dalla cui sommità si gode comunque un vertiginoso panorama sull’urbanizzata Riviera, l’interesse per la Cima Cioltro risiede quindi negli antichi percorsi che collegavano le cascine: reperibili con attenzione ed intuito, portano a scoprire uno scenografico mondo sospeso, oggi ancor più isolato ricadendo in parte nella Riserva Forestale di Cresciano.
Nota:
le baite poste sul fianco orientale della Cima Cioltro sono localmente così nominate:
- la baita 1574m, a SE della Bocchetta di Salosa: “Salosa”
- la baita 1573m, a SW dall’Alpe Salosa: “Bedrina”
- il rudere di baita 1335m, posto sulla sommità del Sasso Bianco (erroneamente Bedrina sulla Cns): “Scata”
Nelle relazioni qui sotto si adotteranno i toponimi locali.
Accesso stradale
I percorsi che partono dalla Valle di Cresciano beneficiano della strada forestale: da Claro ci si alza per il dedalo di stradine sino a raggiungere la strada che conduce a Maruso. Superata la sbarra (pedaggio con cassa automatica) si sale sino a 820m circa dove si lascia la strada principale per scendere sulla sinistra (sbarra normalmente aperta) su uno sterrato che si segue lungamente sino ad un successivo bivio, dove si tiene la destra salendo una ripida rampa asfaltata sino alla curva con ampio piazzale, nei pressi di Piana, dove si posteggia.
E' la via che oppone meno difficoltà se non quelle dovute all'abbandono dei sentieri che, pur ancora in massima parte rintracciabili, richiedono buon orientamento. L'Alpe Salosa di Cresciano 1574m (che è a NE della vicina Alpe Salosa di Cresciano 1573m) è una baita spartana ma ancora in sesto che offre un riparo di emergenza. Gli ultimi metri per giungere alla bocchetta sono purtroppo devastati da numerose piante cadute che hanno definitivamente nascosto il già poco visibile sentiero.
Dal posteggio di Piana (880m ca) si segue il bel sentiero che passando da Piana e Sotaregn entra sulla sinistra idrografica della Valle di Cresciano; rimanendo sulla sinistra idrografica si prosegue lungamente sino alle baite riattate di Ruscada (1191m - 1h) dove un ponticello (1210m ca) consente di portarsi sulla destra idrografica. Lasciati i segnavia che proseguono verso sinistra (sentiero dei Grandi Alberi) si piega a destra e ci si alza senza una traccia definita verso le balze rocciose dello Stegnone sino alla prima fascia rocciosa dove verso sinistra (W) ci si alza percorrendone il piede sin verso quota 1300m ca, dove si attraversa un canale detritico: una buona traccia ne risale la destra orografica fino alla fascia rocciosa superiore, dove piegando a sinistra ci si alza ad una piccola spalla erbosa oltre cui una larga e comoda cengia con traverso discendente conduce ad un ampio canale di pietrame (1380m ca). Ci si porta sulla sua destra orografica e sempre su buona traccia (alcuni gradini) si rimonta ripidamente sino ad una nervatura di roccette che si segue in salita raggiungendo i resti di una balma (1470m ca) addossata ad una parete. Si sale ripidamente tra la parete rocciosa e l'ampio solco torrentizio del canale che scende dalla Bocchetta di Salosa, per attraversarlo facilmente verso quota 1550m ca: non resta che seguire la traccia che verso S conduce all'Alpe Salosa (1574m - 2,30h).
Dall'alpe si individua una discreta traccia che verso N inizia a salire nell'ampio pendio boscoso e raggiunge il solco di una valletta che attraversa (1630m ca) portandosi sulla sua sinistra orografica. Poco oltre la traccia scompare: non resta che risalire senza traccia il bosco devastato da piante cadute raggiungendo l'ampia radura della Bocchetta di Salosa (1773m); seguendo verso S il facile filo della dorsale boscosa si tocca dapprima la quota 1867m (Cima di Salosa) quindi si raggiunge la vetta della Cima Cioltro (1847m – 4h).
ottobre 2013
maggio 2018
E' un'interessante variante per raggiungere l'Alpe Salosa.
Le due baite, pur vicine in linea d'aria, sono separate da una vasta parete rocciosa: una sorprendente ed inattesa cengia rocciosa, larga poche spanne, permette di traversare la parete congiungendo le due balze boscose delle rispettive alpi. L'esigua cengia, dalla forte esposizione, è camminabile e non presenta difficoltà tecniche.
Se ricercata in senso inverso la sua individuazione è alquanto ardua.
Dal posteggio di Piana (880m ca) si segue il bel sentiero che passando daPiana e Sotaregn entra sulla sinistra idrografica della Valle di Cresciano in direzione di Ruscada; al bivio del Sasso Bianco si scende al ponte (1050m ca) e ci si porta sulla destra idrografica dove si percorre il Sentiero dei Grandi Alberi. Lo si percorre fin dove sulla sinistra (NW) si individua una pietraia senza vegetazione: poco oltre vi è un'altra pietraia più antica che si distingue per i massi coperti di muschio e per la vegetazione ormai diffusa (1120m circa). Da qui si abbandona il sentiero bollato (poco prima di passare davanti ad una carbonera) e si risale, senza traccia evidente, il ripido bosco tenendosi sul lato destro (salendo) dell'antica pietraia. Seguendo per quanto possibile alcuni vecchi bolli arancio, radi e poco visibili, ci si alza sino alla base delle prime bastionate rocciose (1280m circa) da dove si individua una piccola e ripida rampa (bollo arancio) che sulla destra sale nel lembo di bosco al di sopra delle prime balze. La traccia diviene più evidente ed in breve raggiunge un muro a secco che sostiene una scalinata: la si segue piegando verso sinistra e raggiungendo un punto panoramico. Si sale ripidamente in senso orario tenendosi a sinistra di una balza rocciosa e quindi, con quanto resta di alcuni gradini (I°), se ne raggiunge la sommità da dove la traccia prosegue in traverso verso N. Si percorrono delle cenge con muretti a secco sino a raggiungere un canale con una parete rocciosa (1450m circa): senza entrare nel canale si piega nettamente a sinistra e si riprende la traversata lungo la cengia superiore, in direzione SW. Il lungo traverso raggiunge quindi un altro piccolo canale dove la traccia piega nuovamente a destra (N) e risale di alcuni metri con qualche risvolto sino a scavalcare una piccola roccia da dove, dopo una lieve discesa, raggiunge pianeggiante la baita di Bedrina (1573m - 2,30h).
Dall'alpe si procede verso N entrando nel bosco, senza traccia, ed in lieve discesa si raggiunge un canale valanghivo che si attraversa e mantenendo la direzione si raggiunge una parete rocciosa verticale: con due piccoli gradini naturali ci si porta sulla stretta ed esposta cengia (1520m circa) e la si percorre sino al suo termine, oltre cui il sentiero prosegue lungo un'altra cengia più ampia e comoda. Si passa al di sotto di una parete di roccia in aggetto oltre cui si scende per una placca con dei gradini incisi e si raggiunge un pendio boscoso dove la traccia scompare: mantenendosi vicini alla parete rocciosa sulla sinistra ci si abbassa sin verso i 1490m circa da dove si individua un facile ma non evidente passaggio che, verso sinistra (N), conduce al ripido bosco sottostante l'alpe. Senza traccia lo si risale faticosamente sino a raggiungere la piccola radura su cui sorge l'Alpe Salosa (1574m - 3h).
novembre 2013
Salita complessa per il terreno e l’orientamento; raggiunto Monte Alto per vecchi sentieri non sempre facilmente rintracciabili ci si alza in un dedalo di balze e cenge dove la traccia si smarrisce facilmente: vecchi bolli e qualche ometto sono di aiuto per individuare i passaggi obbligati. E’ un bel percorso che richiede attenzione.
Dal posteggio della scuola dell'infanzia di Osogna (290m) si sale per il piccolo sentiero sulla sinistra che in breve conduce alla strada soprastante. La si segue verso destra (S) verso Santa Pietà, prima di raggiungere la quale si lascia la strada per salire verso Ramaiolo e quindi, piegando verso S, passando da Balasco si raggiunge una radura con baita isolata al di sotto di una breve paretina rocciosa (780m ca).
Dalla baita ci si sposta verso destra (S) per salire subito per una traccia nel bosco e guadagnare il terrazzo sorretto dalla breve balza rocciosa su cui si trovano i ruderi imboscati di Ciusareta. Per rade tracce si sale verso destra (SE – qualche vecchio segnavia viola) raggiungendo un'ampia cengia boscosa che permette di raggiungere il promontorio di quota 952m con rudere (Piei). Si prende la traccia che alle spalle del rudere piega verso sinistra (NW) passando alla base della parete rocciosa. Si raggiunge la baita di Tetto Nuovo (997m), su terrazzo panoramico, quindi si prosegue nelle medesima direzione praticamente senza sentiero (vaghe tracce e qualche roncolata) mantenendo quanto possibile la traccia indicata sulla Cns, che dopo un traverso in lieve salita porta ad alzarsi ripidamente sino a quota 1100m circa. Da qui si prosegue ancora in traverso ascendente (qualche rado vecchissimo ometto) sino a traversare il Riale Ramaiolo verso quota 1150m (poco sopra a quanto indicato sulla Cns – ometto e sentiero). Oltre la traccia si fa più evidente e dopo una breve cengia con gradini raggiunge, pianeggiante, la bella spianata di Monte Alto (1145m – 2,30h).
Ci si porta sul costolone WNW della Cima Cioltro e la si rimonta mantenendosi sempre sul filo, con brevi aggiramenti logici, sino a quota 1500m dove ha inizio una complessa bastionata rocciosa: individuando dei piccoli bolli rosa si risale un breve canale e quindi una cengia versa sinistra. Mantenendo la direzione indicata con bolli ed ometti (non sempre evidenti) ci si alza per il dedalo di cenge e canaletti. Un tratto esposto è attrezzato con delle funi in ferro. Superata la bastionata si raggiungono i ripidi pendii superiori, in gran parte ancora boscosi. Ad una radura verso quota 1700m si piega a destra e si sale per un ripido canale al termine del quale, nuovamente verso destra, ci si porta alle ultime facili roccette superate le quali si è sulla facile dorsale della vetta. Senza alcuna difficoltà si raggiunge la panoramica sommità della Cima Cioltro (1847m – 5h).
ottobre 2013
Affascinante percorso che risale il ripido costone sud della Cima Cioltro, definito ad E dalla Valle di Cresciano e ad W dal lungo, lineare e dirupato canalone SW. Si tocca l'isolato e diroccato alpe di Scata (erroneamente Bedrina su Cns), e dopo un lungo traverso in quota per provvidenziali cenge si sale per il costone seguendo una labile ma continua traccia che, con roncolate e qualche gradino, conduce sino al panoramico ballatoio sospeso di quota 1803m e quindi alla vetta.
L'ambiente vario e scenografico ed il percorso logico seppur tortuoso ne fanno un percorso di soddisfazione per il quale occorre intuito e buon orientamento.
Nota:
- la traccia che prosegue verso il canalone SW della Cima Cioltro lo attraversa a quota 1450m ca e verosimilmente prosegue verso Monte Alto o Tetto Nuovo (non verificato)
- il costone sud potrebbe essere raggiungibile anche direttamente da Scata risalendo i ripidi boschi alle spalle dell'alpe (non verificato)
Dal posteggio di Piana (885m ca) si segue il bel sentiero che passando da Piana e Sotaregn entra sulla sinistra idrografica della Valle di Cresciano. Al ponte di quota 1072m ci si porta sulla destra idrografica e si segue il sentiero dei Grandi Alberi portandosi al di sotto della parete che sorregge Scata (Sasso Bianco).
Senza traccia ci si alza in direzione del bastione posto a NE del Sasso Bianco, e lambendo un'aperta pietraia si raggiunge la base del bastione verso quota 1200m: aggirandolo a destra (E) si sale guadagnando un'ampia cengia boscosa verso quota 1270m, dove una traccia prosegue verso sinistra (SW) e conduce ad un piccolo ballatoio roccioso con una pietra a mo' di passerella. Dopo una breve salita la traccia riprende il traverso e conduce al terrazzo di Scata (1335m – 1h).
Una traccia prosegue in piano verso W e con una paio di risvolti raggiunge una cengia rocciosa (un passo di I su un gradino roccioso) oltre cui raggiunge la testata di un ripido e scosceso canale-colatoio (1370m ca) che si traversa sino ad un tranquillo pianoro boscoso (masso spiovente). Ci si alza e rimontata una ripida rampa sopra una placca (esposto) si tocca una ampio terrazzo di pietrame(1420m ca), da dove si lascia la traccia che prosegue verso il canalone per alzarsi raggiungendo un roccione panoramico (1460m ca) affacciato sulla Valle di Cresciano. Ci si alza brevemente per poi traversare verso sinistra (E) in quota portandosi sul filo del costone sud (vi è una roccia poggiata su di una più grande): lo si rimonta ripidamente ma senza difficoltà fino alla prima fascia rocciosa (1580m ca) sulla cui sinistra si individuano dei gradini che danno accesso a delle cenge che tortuosamente consentono di guadagnare i pendii superiori. Ci si alza alla seconda fascia rocciosa (1620m ca) dove poggiando a destra (E) si risale (I) un canaletto-diedro roccioso di pochi metri raggiungendo in breve la quota 1687m, oltre cui ci si porta ai pendii finali e mantenendosi prevalentemente verso destra (E) si raggiunge un ampio canale boscoso che si risale sbucando al panoramico terrazzo della quota 1803m. Seguendo la dorsale si superano alcuni brevi e facili gradini rocciosi raggiungendo infine la vetta della Cima Cioltro (1847m – 3,30h)
maggio 2018
riferimenti:
Guida delle Alpi Ticinesi: dal Passo del San Gottardo al Pizzo di Claro (Brenna - 1994)