Si segue la strada sino a Solerolo, da dove si imbocca il sentiero che conduce a Pratomorello e Cigolino. Ci si porta cosí in prossimità del dosso su cui sorge Pratomorello: senza raggiungerne le case ad un bivio si piega a sinistra salendo verso l´Alpe Colones raggiungendo la dorsale boscosa che scende dal Mater: lasciando la traccia che scende alla ormai prossima Alpe Colones si rimonta la comoda dorsale, in un bel bosco di larici e rododendri, mantenendo sempre la direzione WNW. Per un breve tratto il sentiero coincide con quello che collega l´Alpe Colones con l´Alpe Buglio: dove questo cambia versante portandosi sui pendii della valle della Forcola lo si lascia per proseguire lungo la dorsale sempre mantenendo la direzione. Restandone sul filo (tracce di sentiero) si rimonta la dorsale sino a dove questa si impenna: sfruttando le tracce degli animali tra i fitti rododendri e ginepri si esce dal bosco e si risale per prato e facili roccioni al grosso ometto di Farioo (2189 m - 2.30h). Da qui la cresta diviene ben delineata: la si percorre per un battuto sentiero di capre sino a dove riprende ripida a salire verso la vetta del Mater. Lasciata la traccia (che si sposta sui pendii verso la valle della Forcola) si mantiene il ripido filo della cresta sino ad un´isolata sommitá: per raggiungere l´ormai prossima vetta occorre abbassarsi di alcuni metri ad un intaglio sfruttando dei gadini rocciosi, quindi si risale per facili cenge una placca oltre cui, senza difficoltá, si raggiunge la vetta del Monte Mater (2415 m - 4h). Si torna sul tratto pianeggiante della cresta che giunge da Farioo e ci si immette sulla traccia prima abbandonata che corre sul fianco della valle della Forcola verso W. Il sentiero si mantiene tra i 2200 e i 2300m traversando tutto il sistema di complesse bastionate del versante meridionale del Mater: con brevi saliscendi ed attraversando alcuni canali franosi la traccia riguadagna quindi la cresta WSW del Mater, da dove con facile percorso si prosegue verso la bella punta del Pizasc portandosi cosí alla depressione di 2167 m conosciuta come Colmanetta, che collega il bacino dell´Alpe di Lendine con la valle della Forcola. Si lascia quindi la traccia e si scende senza traccia verso S per il fianco erboso, ripidissimo nel tratto alto, puntando all´ormai visibile sentiero del Passo della Forcola. Sfruttando I gradini erbosi ci si abbassa senza percorso obbligato sino a raggiungere i segnavia del frequentato sentiero. Seguendo il sentiero ci si abbassa per la valle, sino a toccare l´Alpe Buglio (1544 m). Dalle baite si scende verso SE per evidente sentiero che conduce a Dardano, da dove per sterrato o per sentiero si torna all´auto (2.30h dalla vetta). Volendo compiere un anello piú ampio, durante la discesa lungo il sentiero del passo della Forcola verso quota 1850 m circa si devia verso SE e, per sentiero battuto e segnato, si raggiunge in breve l´Alpe Forcola (comodo ed accogliente bivacco). Da qui si continua sempre verso SE e si risale una grande scalinata, oltre cui il sentiero prosegue con un lungo mezzacosta e saliscendi sino alla bella Alpe Cima (1875 m). A valle della chiesetta circolare parte il sentiero che scende fino a Dardano, da dove ci si ricollega al sentiero principale della valle della Forcola e quindi, per sterrato o sentiero, si torna al posteggio (4h dalla vetta).
aprile 2008