Balm d'la Vegia

Val d'Ossola

foto: Pizzo Lesino e Vallone di Nibbio

  Poco prima che il secolo scorso s’avviasse, una giovane ragazza, Angela, abbandonò la propria famiglia e si ritirò a vivere in un orrido vallone, tra macigni e dirupi, per trascorrervi la propria lunga esistenza. Al suo fianco - finché durò in vita - solo il compagno, Michele. La loro storia non ha alcuna cronaca, ma è di quelle che si raccontano da sole: lei, giovane e bella, lui, maturo e sposato. Un’altra epoca, un altro paese, e la vicenda avrebbe seguito il proprio destino - qualunque fosse - nel silenzio, come dovrebbe accadere per tutte quelle faccende che non ci riguardano. Invece. 

   Fu un volontario e caparbio esilio il loro, in cui presero ad abitare - non volendo più rendere conto ad alcuno, già colmi di condanne sommarie - il balm della Fajera, una spelonca sperduta nei Corni di Nibbio, torve cime in bilico tra la val d’Ossola e la val Grande. Il resto dell’umanità giù, lontana, nel paese distante ore di difficile cammino. Angela di quell’umanità ne volle fare per sempre a meno. Anche dopo la morte di Michele. Così, sola ed anziana, rattrappita nella propria angustia, Angela - ormai più spettro che creatura - divenne “la vegia dul balm”.

   Il balm oggi è ancora lì, in quel vallone malestruo e squassato dalle frane. Un sepolcro in cui sedimenta il ricordo di quelle due anime che, per fuggire dall’inferno dei propri simili, ne costruirono un tutto loro, lassù.


Balm d'la Vegia dal Sasso Grande

   Il sentiero, terminata la Linea Cadorna, diviene a tratti poco visibile e l'orografia articolata rende difficoltoso mantenerlo. Lungo il traverso dopo Sasso Grande occorre superare numerosi tratti esposti ed impegnativi, che seppur attrezzati con corde fisse (valutarne la solidità) richiedono attenzione ed assenza di vertigini. Qualora le corde fisse non fossero utilizzabili, il superamento dei tratti rocciosi comporterebbe difficoltà alpinistiche. 


  Da Nibbio (208m) seguendo le indicazioni per la falesia ci si porta sulla Linea Cadorna che, oltrepassato il Rio del Nibbio, consente di guadagnare comodamente quota e,  superata una galleria, diviene sentiero che con stretti risvolti si alza sul costone tra il Vallone di Nibbio e il Vallone del Rio Balangeri. Verso quota 600m si hanno due possibilità: si può proseguire sul sentiero che prosegue verso W oppure rimontare a dx (NNE) una pietraia e percorrere una traccia che, dopo una breve discesa, traversa il ripido fianco boscoso affacciato sul Vallone del Nibbio. Entrambi i sentieri conducono ad una aperta selletta (800m ca) subito a N del motto panoramico con croce (820m ca, erroneamente Sasso Grande 870m su Igm). 

  Dalla selletta si risalgono le poggiate placche rocciose e con giro in senso orario ci si porta sul successivo motto pianeggiante del Sasso Grande (878m - 2h), dove si trovano i ruderi imboscati dell'Alpe Sostenna: li si lascia sulla sx e verso dx (NNE) si segue una traccia che si inoltra nel fianco del Vallone di Nibbio. Si giunge presto ad un primo gradino roccioso (III, 2m) che si supera facilmente grazie ad una fune, quindi dopo avere perso una decina di metri di quota si prosegue, sempre in traverso, su di un sistema di placche e cengette erbose (cavo) oltre cui il camminamento riprende con diversi tratti facili ma sempre esposti; un secondo piccolo gradino roccioso con un caratteristico tronco contorto è agevolato da una fune, e superatolo si giunge più avanti al tratto più delicato della traversata: una lunga ed espostissima paretina rocciosa è frammezzata da una discontinua cengetta che, attrezzata con una fune, si traversa con attenzione sfruttando i radi appoggi (II, 20m circa). Si raggiunge il solco di un riale, raggiungendone il displuvio dove il torrente scorre al di sotto di un enorma masso incastrato tra le pareti; un'esile cengia consente di uscirne e tornati sul fianco cadente nel Vallone del Nibbio si passa per un breve corridoio tra la parete rocciosa ed un caratteristico roccione isolato; Si giunge così nell'impluvio del Vallone di Nibbio (870m ca), dove ci si immette sul sentiero che sale da Nibbio per il torrente. Un altro singolare passaggio attende poco oltre, dove occorre passare a carponi sotto un masso tondeggiante (aggirabile nel greto se la portata dell'acqua lo consente), quindi non resta che salire nella boscaglia restando sulla dx idrografica sino a quota 1000m ca dove una traccia conduce verso sx al Balm d'la Vegia (1000m ca - 4h).

Marzo 2024


discesa per il Mot Gianin

   Pur offrendo tratti meno ostici del sentiero del Sasso Grande, questo traverso non va sottovalutato richiedendo anch'esso esperienza  su questo tipo di terreni. La traccia non è sempre visibile e sovente si confonde con i passaggi di animali. 



  Dal Balm d'la Vegia (1000m ca) ci si inoltra in quota vesso SW lungo il ripido fianco di boscaglia superando un primo canaletto di pietrame, e lambendo il piede di una cintura rocciosa compare tra la vegetazione caotica il sentiero che, dopo un breve traversa, si alza di alcuni metri e supera un secondo canale (1020m ca); restando in quota si giunge ad un piccolo risalto roccioso da cui si smonta per un diedrino (I, 5m) portandosi al terzo canale: superate le sue facili ma esposte placche, sempre in quota si raggiunge un aperto pendio erboso che si traversa in leggera ascesa sino alla successiva macchia boscosa, seguita da una aperta dorsalina erbosa fortemente esposta che si rimonta guadagnando il crinale spartiacque tra il Vallone di Nibbio e quello del Rio Balangeri (1100m); (è consigliabile evitare la dorsalina esposta rimontando al crinale già nella macchia boscosa).

Qui tre possibilità di discesa: 

verso dx ci si abbassa per il ripido pendio che conduce all'impluvio del Vallone del Rio Balangeri (non verificato)

oppure si segue il filo del crinale e raggiunto il pianoro sommitale del rilievo 1150m Igm (quota effettiva 1100m ca) si disarrampica l'esposta e verticale paretina meridionale per cenge (cavo - non verificato) giungendo alla selletta sottostante (1040m ca)

oppure si rimane sul fianco del Vallone di NIbbio e aggirando al piede orientale la parete che sostiene il crinale ci si abbassa per un erto canale (vi è del pietrame instabile) ed aiutandosi col lungo cavo presente lo si percorre interamente (I, 50m) rimontando più avanti per traccia il labbro del crinale sbucando alla selletta (1040m ca).

Dalla selletta si scende verso dx (W) e su buona traccia, superato il Rio Balangeri, con lungo percorso ci si abbassa per la sua dx idrografica sino a superare il successivo vallone (Rio della Colla, 650m ca) dove per la Linea Cadorna si scende a Cuzzago (208m - 3.30h).

Marzo 2024


album fotografico:

Balm d'la Vegia dal Sasso Grande - mar2024

riferimenti:

Valgrande ultimo paradiso (Teresio Valsesia, 1996 - Alberti LIbraio Editore)

la Vegia dul balm (in-valgrande.it)

Al Balm d'la Vegia - Corni di Nibbio (Atal - Hikr)