Dal posteggio ci si porta a Meula (919m) dove si prende il sentiero segnato (576) che a monte delle case si alza dapprima su un costone boscoso, quindi con un traverso ascendente, passata l'Alpe Cascinaccia (1044m), si porta nella valle che scende dalla Sella di Camplasco. Con numerosi risvolti ci si alza sino a guadagnare l'ampio pianoro della Sella di Camplasco (1369m – 1h). Senza traccia si piega a destra (E) e seguendo il filo della facile dorsale boscosa si raggiunge un primo rilievo (1418m) da cui si prosegue e, mantenendo il filo o poggiando brevemente sulla destra (S), si raggiunge la panoramica vetta della Cima Scarcione (1430m – 1,30h).
Si torna alla Sella di Camplasco e per traccia con segnavia (501) si rimonta la dorsale boscosa che prosegue verso W in direzione del Pizzo Tracciora. Con facile percorso si raggiunge il grande edificio di Villa Banfi (1606m) quindi si prosegue e lambito il poco identificabile rilievo dell'Oro dell'Asino (1661m) si prosegue su terreno aperto su traccia meno evidente, sino a raggiungere l'Alpe Masaroli (Alpe Masareui,1722m) posta poco sotto il filo di cresta lungo il ripido versante erboso. Si lasciano i segnavia e verso S si traversa in piano su labile traccia superando la valle che scende dal Pizzo Tracciora; si raggiunge così la dorsale successiva in corrispondenza dei resti dell'Alpe Tracciora (Alpe Masaroli su Geo4map, 1708m – 2h). Ci si abbassa per la facile dorsale passando dai resti delle baite dell'Alpe Orletto (1592m), quindi sempre per dorsale si scende fin verso quota 1400m ca: qui si abbandona il filo della dorsale e si piega a sinistra (N) riportandosi nuovamente verso la valle che scende dal Pizzo Tracciora; si traversa senza perdere quota la ripida faggeta sino ai resti dell'Alpe Bondetto (1400m ca): passando a monte di questi si individua il vecchio sentiero che sempre verso N prosegue la traversata passando sulla testata di una scoscesa valletta, oltre cui si raggiungono i resti dell'Alpe Bondetto Vecchio (1422m). Senza traccia ci si abbassa verso E per ripido bosco, raggiungendo verso quota 1340m ca due isolati ruderi: ci si porta a quello più a destra (S) da dove si scende su ripido ma facile terreno al piede dei risalti che sostengono il rudere più settentrionale; ci si porta verso il ciglio che scende al torrente e, mantenendone il filo, ci si abbassa ripidamente sino a quota 1200m ca dove si attraversa il torrente e, rimontato il ripido fianco sinistro idrografico, si raggiungono le baite alte di Cà di Sopra (Casopra su Geo4map, Casoni su IGC,1230m ca – 3,30h).
Senza traccia si prosegue in traverso per la faggeta giungendo in lieve discesa ad una selletta da cui si entra in una valle laterale; se ne percorre la sinistra idrografica quindi, superato il piccolo corso d'acqua verso quota 1120m ca, si rimonta la destra idrografica raggiungendo la dorsale dove sorge un gruppo di baite abbandonate (1170m ca). Si prosegue in quota lungo una traccia evidente che conduce ad una seconda valle: la si segue in piano fino all'impluvio dove la traccia scompare: non resta che alzarsi alcuni metri senza traccia per superare a monte alcune balze rocciose, oltre cui si raggiunge la successiva dorsale ed un secondo gruppo di baite diroccate (Alpe Ciupai su Geo4map, 1168m). Da qui ci si abbassa per la dorsale fin verso quota 1000m ca, dove si piega a sinistra e superato un grosso terrazzamento ci si abbassa per il bosco raggiungendo il Rio della Meula dove passa il sentiero segnato (574) che senza problemi riconduce a Meula (5h)
gennaio 2016