Croce di Ledù

Val Darengo

foto: Croce di Ledù, da S (dalla mulattiera verso il Ponte di Borgo)

Entrando in Val Darengo, superato il grazioso borgo di Baggio la mulattiera compie un lungo traverso orizzontale portandosi al Ponte di Borgo dove la valle, piegando verso occidente, si allarga schiudendo la vista sulle prime catene di vette. E' qui che una slanciata sagoma cattura prima di tutte lo sguardo, una torre rocciosa che s'innalza svelta dalle faggete e sorveglia questo ampio angolo di valle: la Croce di Ledù (Cruus du Ledü). Altrimenti nota come Croce di Rabbi, è la vetta che conclude il crinale tra le valli Ledù ed Ingherina e presenta su tutti i fianchi erte e compatte pareti rocciose. Solo alle spalle, laddove s'innesta col crinale, i suoi bastioni cedono leggermente e la vetta digrada con una breve cresta dalle sagome bizzarre. Qui, poco discosto, quasi a proteggere la cima nel suo punto più debole, un possente alfiere roccioso emerge per decine di metri da tetri e profondi canaloni serrando il fianco orientale della Croce. E' una corte ricca di bizzarre forme impetrate quella del Darengo, e la Croce di Ledù, per quanto tra le cime minori, ne è tra le più nobili.


Croce di Ledù per la cresta N, dall'Alpe d'Ingherina

La cresta N presenta un paio di brevi ma difficili risalti che obbligano a due delicati e malsicuri aggiramenti lungo le espostissime cenge del fianco orientale; tali cenge sono ingombre di rododendri che, utili alle mani per aggrapparsi, sono però alquanto infide per i piedi che faticano a trovare un solido calpestio tra gli scivolosi rami degli arbusti. Guadagnato finalmente il filo della cresta, gli ultimi metri si svolgono con elementari passi di scalata sui solidi blocchi. Si tratta di una via alquanto anomala a causa del tipo di progressione che, pur non impegnando alpinisticamente, richiede passo ben fermo e confidenza con terreni insidiosi. Il filo di cresta, se percorso integralmente, dovrebbe opporre difficoltà prossime al V difficilmente proteggibili (non verificato).

L'accesso alla sella 2007m avviene dall'Alpe Ingherina risalendo per tracce di animali il ripido pendio erboso articolato in vallecole e costole che, individuando i passaggi migliori, non presentano difficoltà significative.

Necessaria una corda da almeno 40m e cordini da abbandono.


  • difficoltà: T6+ (III)

  • dislivello: 1450m

  • tempo: 4.15h

  • quota max: 2047m

Da Dangri (642m) si segue il frequentato sentiero che si inoltra in Val Darengo. Raggiunto il Ponte di Pianezza (1238m - 2h) lo si supera e attraversando verso E il pascolo, superato il torrente (Nocca du In'gherina) che scende dalla Croce d'Ingherina, seguendo i segnavia ci si alza con numerosi risvolti nel bosco sino al suo limite superiore (1550m ca) raggiungendo quindi l'Alpe Ingherina (Curt du In'gherina, 1634m - 2.45h). Ci si alza al pianoro superiore (1750m ca) dove si abbandona la traccia segnata e ci si dirige verso E puntando ad un evidente canale erboso posto a sinistra di un isolato e slanciato pilastro roccioso; si risale su una buona traccia di animali il canale, talora ingombro di ontanelle, raggiungendone il culmine sula selletta al piede orientale del pilastro roccioso (1860m ca). Si entra nel più ampio canale oltre la sella e lo si attraversa portandosi, sempre per tracce di animali, sul crinale erboso della sua sinistra orografica (1900m ca); se ne rimonta il filo, superando un breve tratto ripido, sino a dove sfuma nel largo pendio erboso da cui, su terreno ripido ma privo di difficoltà, si raggiunge l'ampia sella 2007m Ctr posta a N della Croce di Ledù (3.45h).

Dalla sella 2007m si aggira sul fianco W per facile pendio il primo rilievo della cresta, un bizzarro becco roccioso aggettante, tornando sul filo al piede di uno strapiombante risalto: lo si aggira per un'esposta cengia sulla sinistra (E) e superato un breve gradino (II) si torna sul filo di cresta al piede del secondo risalto, un severo monolite piramidale. Si torna sul fianco sinistro (E) e si percorre una orizzontale, effimera ed espostissima cengia ingombra di rododendri sino al suo termine (30m), da cui superata una piccola placca (un singolo passo di III) ci si alza per una ripidissima rampa di arbusti riguadagnando la cresta, da cui per i facili e divertenti blocchi rocciosi si raggiunge in breve la comoda vetta (2047m Ctr - 4.15h).

Discesa: si ridiscende la cresta N sino al punto di uscita della rampa di arbusti, da dove con una calata in corda doppia (20m) ci si abbassa sul fianco W (Val d'Ingherina) toccando una facile e larga cengia per la quale, in breve salita, si aggira il monolite piramidale tornando sul filo di cresta; con una seconda più breve calata (5m) sul fianco E (Val Ledù) ci si riporta sulla prima cengia da cui senza difficoltà si torna alla sella 2007m.

ottobre 2020


album fotografico:

Croce di Ledù per la cresta N, dall'Alpe Ingherina - ott2020

altri report:

Croce di Ledù; 24/10/2020 - Stefano Roverato

riferimenti:

Guida dei Monti d'Italia: Mesolcina - Spluga - Monti dell'Alto Lario (Gogna, Recalcati -1999)