Pizzo Ricuca
Val d'Iragna
Val d'Iragna
foto: Ombrì di Sotto
Per chi ama esplorare valli e montagne dimenticate la valle d'Iragna, come le contigue Ambra e Lodrino, sono un mondo da scoprire. Profondamente incisa dal tumultuoso e cristallino Riale d'Iragna, la valle conserva nascosta una fitta rete di sentieri oggi in buona parte scomparsi, sentieri che risolvevano con affascinanti percorsi la complessa orografia ricca di pareti, balze, cenge, canali e collegavano i numerosi alpi che nonostante l’ostico terreno erano capillarmente distribuiti per tutta la vallata. Di questi alpi oggi molti sono caduti nell'oblio, pochi altri vengono ancora mantenuti: l'assenza di percorsi ufficiali ne preserva la tranquillità ed i silenziosi spazi.
Un buon modo per conoscere questa valle è la salita al Pizzo Ricuca: posto sullo spartiacque con la val d'Ambra è un ottimo punto panoramico su entrambe le valli e sulla piana di Biasca. Quello che segue è un anello, faticoso e dall'orientamento complesso, che si immerge nei selvaggi meandri di questa valle e porta a conoscere il curioso alpe di Ombrì, dimenticato da decenni ma le cui pietre sapientemente erette ancora ben si conservano, sino a sbucare sui solari ed aperti spazi delle alpi superiori da cui per terreno più facile ma non meno faticoso si raggiunge la sommità del Ricuca.
E' un itinerario come detto faticoso in quanto in massima parte privo di sentiero, con forti problemi di orientamento per l'orografia che, pur non complessa, propone numerosi tratti di difficile interpretazione. I punti esposti che richiedono attenzione sono in prossimità di Ombrì di Sotto, dove il vecchio sentiero è in parte crollato.
Note:
- contrariamente a quanto di regola avviene, il sentiero di Ör di Roglièi è riapparso, dopo decenni di oblio, sulle recenti edizioni della Cns: esso è l'accesso alle oggi ben curate e conservate alpi Roglièi e Pianazzora
- volendo evitare la salita al pizzo Ricuca è possibile accorciare l'anello raggiungendo Pianazzora direttamente da Matro Colmo (non verificato)
Accesso stradale
Al paese di Lodrino si acquista alla biglietteria automatica (posta presso il deposito dei pompieri) il permesso di transito (10chf). Ci si porta quindi verso Iragna e prima di raggiungerla, sulla cantonale a Rodaglio, si sale per comoda strada sino a Pon di Sopra
Da Pon di Sopra (950m) si prende il buon sentiero pianeggiante che entra in valle d'Iragna lungo il fianco orografico destro. Lo si percorre sin verso quota 960m dove dopo aver superato un piccolo torrente laterale lo si abbandona e ci si abbassa per vaga traccia sino al Ponte di Ombrì che scavalca il riale d'Iragna. La traccia piega subito a sinistra e prosegue lungo la sinistra idrografica del riale d'Iragna passando a monte di un rudere imboscato e giungendo quindi al ciglio del vallone che scende dalla bocchetta della Riva: ci si alza quindi lungo il bordo del vallone raggiungendo i ruderi di Cassinello (1125m). Si piega a destra (NE) e su tracce molto vaghe ci si alza diagonalmente superando alcuni piccoli valloncelli e radure sino ad una costola dove la traccia torna evidente e riprende a salire più decisa giungendo in vista della baita di Ombrì di Sotto. La vecchia traccia che traversava è crollata in alcuni punti e risulta molto esposta: ci si alza quindi risalendo il ripido pendio di alcuni metri scavalcando le balze rocciose e riabbassandosi recuperando il sentiero: si attraversano quindi le testate di alcuni ripidi e scoscesi canali (tratti esposti) su terreno che richiede attenzione e si giunge quindi ad Ombrì di Sotto (1310m circa – 1,30h). Si sale per la dorsale boscosa raggiungendo in breve Ombrì di Sopra (1433m).
Da qui la traccia torna evanescente: si traversa in leggera ascesa verso sinistra (W) per pendii erbosi sino ad un punto panoramico (1550m ca) sul ciglio dell'ampio vallone che giunge dalla bocchetta della Riva. Ci si alza di pochi metri ed in prossimità di un rudere si traversa brevemente per i pendii erbosi del vallone: si individua una radura alcuni metri più in basso e la si raggiunge abbassandosi per una piccola dorsale con alcune facili rocce giungendo così a Bergnèi. Da qui si prosegue sempre in traverso lungo la sinistra idrografica del vallone, senza traccia, aggirando le alte bastionate che sorreggono il terrazzo di Matro Colmo e raggiungendo il torrente del vallone verso quota 1560ca: non lo si attraversa ma si piega nettamente a destra (N) e si risale la ripida valletta erbosa per traccia confusa (radi segnavia blu). Verso i 1700m si individua la traccia di uscita sulla destra, che si segue sbucando sull'ampio dosso di Matro Colmo (1787m – 3,30h).
Dall'alpe di Matro Colmo si individua la traccia che in lieve discesa torna in direzione del vallone della bocchetta di Riva: con un interessante percorso la traccia risolve le balze meridionali del Pizzo Ricuca ed attraversato il vallone con breve salita raggiunge l'alpe Stubiell (1983m). Da qui si sale verso NW puntando all'evidente bocchetta, senza traccia ed evitando le zone di più fitta vegetazione, raggiungendo quindi la bocchetta di Riva (2179m) da cui, senza difficoltà, la vetta del Pizzo Ricuca (2279m – 4,30h).
Ci si porta al grande ometto in pietra e si scende tra blocchi e pietraie per la dorsale NE sino al dosso di Peronch (1870m) oltre cui, per vaghe tracce nel bosco, si giunge a Pianazzora (1662m). Dalle baite ci si alza brevemente verso SE in direzione della Val Roglièi: la traccia si fa più evidente e con traverso discendente si raggiungono le baite di Roglièi (1454m) da dove, per buon sentiero, ci si abbassa ripidamente lungo l'Ör di Roglièi. Si supera su di un ponte sospeso un primo riale quindi per un secondo ponte il Riale d'Iragna, oltre cui con breve risalita ci si riporta sul sentiero che giunge da Pon di Sopra (3h dalla vetta)
maggio 2014