Liguria
Sul fianco orientale del Monte Rama (frequentata e panoramica vetta sopra Arenzano) corre la vetusta tubatura di un acquedotto che, tagliando le numerose nervature rocciose che caratterizzano queste pendici, portava l'acqua del Rio Carbonera ai paesi rivieraschi. Oggi l'acquedotto è in gran parte in disuso (vi è stato posato recentemente un tubo che ricalca solo per un tratto la stesa dell'antica condotta), e con esso è stato abbandonato anche il sentiero di servizio che, in un susseguirsi di cenge naturali ed artificiali - alcune realizzate con imponenti muri a secco -, rimane una delle tante bellezze ingegneristiche del secolo passato colpevolmente dimenticate. Per gli amanti di questo genere di sentieri l'acquedotto del Monte Rama è un divertente percorso - seppur non banale, né tantomeno privo di pericoli - breve ma scenografico, inserito in una zona ricca di sentieri, cime panoramiche e scorci sul mare.
foto: passerella dell'acquedotto
La parte più significativa dell'acquedotto è il settore tra il Passo del Camulà e la presa d'acqua nel Rio Carbunera in Valle Scura. Il sentiero di servizio (non più mantenuto da decenni) percorre la condotta lungo cenge naturali ed artificiali rimanendo ad una quota di 750m ca, con un paio di passerelle sospese per il superamento di brevi ma precipiti canali. Queste rappresentano i punti più delicati e pericolosi: la prima è del tutto precaria e deve essere aggirata dall'alto con una breve e facile arrampicata (qualche elementare passo di II), la seconda è obbligata e - seppur meno cadente della prima - non offre alcuna garanzia di solidità e richiede completa assenza di vertigini. La sua percorrenza è oggettivamente rischiosa. Il resto del percorso è camminabile e solo in un paio di punti richiede attenzione per il superamento di brevi tratti esposti.
difficoltà: T4 (II)
tempo: 1h per il solo sentiero dell'acquedotto
quota max: 750m
Pochi metri prima di giungere all'insellatura del Passo del Camulà (790 m) si devia a dx e, seguendo le indicazioni per la Via Guastavino, si scavalca il crinale portandosi sul fianco della valle del Rio Lerca. Senza traccia si scende per una quarantina di metri intercettando il camminamento pianeggiante dell'acquedotto, che verso sx (N) si segue superando alcuni punti disagevoli o franati; si raggiunge un settore più roccioso e dirupato dove oltre un intaglio si trova la prima passerella in ferro (pericolante ed inaffidabile!) sospesa su di uno stretto canale: la si evita rimontando lo sperone roccioso sulla dx orografica (via Zunino, freccia bianca) e con facili passi di arrampicata (I e II, 15m) ci si porta sulla testata del canale che si attraversa senza particolari difficoltà riabbassandosi quindi al camminamento. Si prosegue e superato un altro intaglio si giunge alla seconda passerella in ferro: la si percorre sfruttando la relativa solidità del tubo, quindi poco oltre si supera una stretta ed espostissima cengia naturale (vecchio corrimano in ferro) seguita da una cengia costruita con un mirabile muro a secco. Superato un solco torrentizio si perde quota ed in breve si raggiunge il solco del ramo principale del Rio Carbonera, che sconvolto da grossi blocchi di frana costringe ad abbassarsi ancora per essere superato. Raggiunta la sx idrografica la si risale ripidamente ritrovando il tubo dell'acquedotto che verso dx conduce in breve all'edificio della presa d'acqua, oltre cui si intercetta il sentiero segnato che sale dal vallone del Rio Lerca (1h dal Passo del Camulà).
gennaio 2025