Da Capraga (951m) si raggiunge per stradina sterrata gli alpeggi di Sasso Termine (954m). Si prosegue per l'evidente mulattiera verso l'Alpe Ludo Termine sino ad un'ampia radura panoramica: da qui si individua la traccia che a monte di un muro in pietra si inoltra verso N nella boscaglia. La traccia, abbastanza evidente, risale la destra idrografica del selvaggio vallone della Colmetta. Con ripidi risvolti si raggiunge la cresta SE della Colmetta su cui si toccano l'Alpe Corone (1325m) e più avanti, passandovi poco sopra, l'Alpe Pra d'Gat (1495m).
Da qui si abbandona la cresta e senza più alcuna traccia si taglia l'ampio pendio orientale tra La Colmetta e Pizzo La Cima. L'antico sentiero è scomparso: si procede quindi al meglio mantenendosi tra quota 1500 e 1650m, lungo ripidi pendii erbosi, zone rocciose e superando diverse vallette. Si guadagna quindi l'ultima dorsale prima della cresta SE del Pizzo La Cima dove si trovano i ruderi dell'Alpe Vallard (1633m).
Il rientro è bene effettuarlo per la via di arrivo.
Di seguito la variante assai impegnativa (T6) riservata a soli esperti di luoghi difficili e senza sentiero.
Percorre in discesa l'antico tracciato (ora inesistente) che scendendo nel ripido vallone passava dall'Alpe di quota 1415m: è vivamente sconsigliata per la complessa orografia, la ripidità del terreno, la vegetazione in più tratti invasiva e la completa assenza di traccia. L'attraversamento del vallone della Colmetta può risultare irrisolvibile se non si conosce il punto di passaggio, di difficile individuazione dall'alto.