Pizzo di Prata
Val Chiavenna
Val Chiavenna
foto: dal Pizzo di Prata verso E, Monte Conco, Gruf, Badile, Cengalo e Disgrazia
Importante monte della Val Chiavenna, è una meta di pregio per il vasto panorama che offre e per il sapore storico che la ammanta: da sempre montagna simbolo di queste valli, la sua storia alpinistica è indissolubilmente legata alle leggendarie imprese del reverendo Buzzetti.
La sommità è composta da tre rilievi: la cima più alta, con croce e segnale trigonometrico, è quella occidentale. Da questa un breve crestina rocciosa orizzontale porta alla cima centrale, oltre cui la cresta prosegue con un profilo più accidentato verso la cima orientale che è nodo orografico. Il versante meridionale è dirupato ed articolato tra ripide rampe erbose, placche e nervature, mentre la parete settentrionale è un’erta placconata rocciosa su cui salgono poco frequentate vie di arrampicata.
La via di salita normale sale da Codera per il lungo, faticoso e monotono crestone SE; da qualche anno invece è divenuto popolare un antico percorso battuto da tempi immemori da cacciatori e pastori che, non meno faticoso della normale di Codera, è comunque più breve e certamente più interessante per i selvaggi ambienti che attraversa. Questo itinerario parte dalle baite di Pratella di Prata (servite da strada) per alzarsi alla cresta W del Pizzo di Prata, scavalcandola in uno dei rari punti di debolezza, traversando quindi il selvaggio versante sudoccidentale sino a guadagnare gli aperti pendii superiori.
I vecchi bolli rossi sono recentemente stati rinnovati, ne sono stati aggiunti di nuovi ed i frequenti passaggi hanno creato una buona traccia che si lascia seguire abbastanza agevolmente, ma l’andamento poco logico e molto tortuoso può creare problemi di orientamento ai meno avvezzi di questi terreni: la presenza di numerose tracce di animali ed i continui saliscendi richiedono continua attenzione nella ricerca del giusto percorso. Fondamentale quindi mantenere la direzione indicata dai bolli che, seppur radi, rimangono alquanto utili. Vi sono difficoltà tecniche in diversi punti: nel traverso tra la cresta W ed il Passo della Porta ci si muove tra le vegetazione su terreni talora molto ripidi, ed il canale di salita alla Porta presenta tratti di II°. Nei pendii sommitali invece occorre attraversare brevi placche rocciose.
Note:
- il canale del Passo della Porta, esposto alla caduta sassi, è attrezzato nella parte alta con solide catene che alzandosi sulla sinistra orografica consentono di superare un non facile paretina (III+). Qualora non fossero utilizzabili, dovrebbe essere possibile risolvere questo tratto rimanendo sul fondo del canale scalando un grosso masso incastrato (passo di III, non verificato)
- dal Passo della Porta la via di salita alla vetta non è intuitiva: è bene seguire con attenzione i pochi bolli e gli ometti presenti
- ad inizio stagione la presenza di neve nei pressi del canale de La Porta può compromettere la salita
difficoltà: T6-
dislivello: 2000m
tempo: 5h + 3h
quota max: 2727m
Accesso stradale
Al Bar Nandino di Prata Camportaccio (via Roma) si acquista il permesso di transito per la strada di Pratella di Prata (strada della Rebbia). Ci si porta nella parte alta del paese e poco dopo l'abitato si attraversa il torrente Schiesone su di un ponte oltre cui si trova la sbarra. Per strada ripida ma asfaltata si raggiunge il comodo posteggio di Pratella
Da Pratella di Prata (999m) ci si porta verso le case più orientali dove prende avvio il sentiero per il rifugio Il Biondo. Lasciato il sentiero per il rifugio si sale verso S su buona traccia sino all'acquedotto, dove al bivio si prende a sinistra e si sale raggiungendo Pratella di Sopra (Prato Grande, 1200m). Lambendo il margine meridionale dei prati dell'alpeggio si prosegue verso E nel bosco, si passa poco a valle di un recinto di muri a secco e raggiunte le ultime baite di Orsini si prosegue in leggera salita mantenendo i radi bolli rossi. Per traccia poco visibile ci si alza nella pineta, quindi dove inizia il sottobosco la traccia diviene più evidente e con numerosi risvolti ci si alza; lasciata una deviazione a quota 1380m ca che prosegue in piano verso sinistra, si prosegue in salita e con un ultimo strappo ripido si raggiunge il panoramico dosso della Croce di Matra (1809m – 1,45h). Si prosegue lungo la dorsale in salita per buona traccia, poggiando leggermente sul ripidissimo fianco della Val d’Ambiez quindi, più sopra, aggirando sul fianco della Val Schiesone alcune rocce di cresta (I). A quota 2000m ca si raggiunge una sella pianeggiante: si abbandona la dorsale per piegare a destra (SE) e per traccia pianeggiante si traversa al piede di pareti rocciose la testata degli erti canali erbosi della Val d’Ambiez; si perde leggermente quota raggiungendo una costola in corrispondenza di uno spuntone: si supera la costola e ci si abbassa ripidamente fino al greto di un piccolo canale pietroso (1950m ca), oltre cui si riprende a salire ripidamente sull'opposto versante erboso lambendo la base delle pareti rocciose, giungendo ad un'altra forcella (2050m ca) dove diviene visibile l’intaglio del Passo della Porta. Ci si abbassa per ripida traccia sino ad un altro più ampio canale pietroso (2000m ca), lo si risale per pochi metri e se ne esce sull'opposto versante dove la traccia compie un breve traverso in piano portandosi nel canale del passo (Valle del Portun). Si risale il canale su pietrame malfermo, con alcuni passaggi di II° ben gradinati, sino alle catene lungo le quali ci si alza sulla sinistra orografica per superare un'esposta paretina. Al termine delle catene si riprende a salire per il pietrame del canale sino a sbucare alla larga e squadrata spaccatura del Passo della Porta (2258 m – 3.30h).
Dal Passo della Porta ci si alza per il pendio erboso in direzione NE, puntando alla sella al piede del costone roccioso che scende dalla cresta W del Pizzo di Prata: la sella si raggiunge percorrendo la facile ed evidente rampa erbosa che sale da sinistra verso destra. Dalla sella (2400m ca) ci si porta nella successiva valletta, traversando sotto un incombente prominenza rocciosa di cui si traversa la placca basale (II, evitabile) e portatisi sulla sinistra orografica della valletta si risale ripidamente ma senza difficoltà sempre in direzione NE. Guadagnando quota appaiono tre bizzarri torrioni disposti sulla cresta W del Pizzo di Prata: si raggiunge la dorsale di erba e roccette subito a S dei tre torrioni e la si risale sino a portarsi sulla cresta W a monte dei torrioni verso quota 2600m. Si segue brevemente il filo spartiacque, per riportarsi quindi sul versante meridionale della cresta dove si traversa sotto la cresta W con un sistema di cenge (2650m ca) raggiungendo così la base della vetta che senza difficoltà si raggiunge (2727m - 5h).
giugno 2015
ottobre 2017
riferimenti: