I Rodond
Mesolcina
Mesolcina
foto: I Rodond e la cresta ESE
Montagna dal nome curioso (che trae origine dalle sue due sommità tondeggianti) ha aspetti diversi a seconda di dove la si osserva: se dalla Mesolcina appare poco definita, dal versante Calanchino invece ben si distingue per le ripide pareti, apparendo un poderoso rilievo tanto nella dirupata parete sudest quanto nella franosa e precipite parete nord che cinge e racchiude lo stupendo Lagh de Stabi, incastonato in una conca sulla solitaria testata della Val Calanca.
E' possibile raggiungerne la vetta collegando con una traversata di cresta il Pass di Pasitt con il Pass de Omenit: si tratta di un percorso senza importanti difficoltà ma che richiede assenza di vertigini in quanto la cresta ESE presenta molti tratti aerei.
Occorre usare le mani in alcuni punti (I°) dove occorre cautela per l'esposizione. Alcuni brevi risalti più impegnativi sono aggirabili tramite brevi cenge camminabili ma che risultano sempre sensibilmente esposte. E' una bella salita, quasi alpinistica, divertente e dall'impegno contenuto. La discesa percorre la cresta N su facili pietraie ed elementari placche da cui lo scosceso, quasi verticale versante calanchino regala magnifici scorci sul sottostante Lagh de Stabi.
Nota: l'anello si presta anche ad essere percorso in senso inverso, essendo la cresta ESE ben percorribile (forse anche meglio) in senso opposto
Dal posteggio degli impianti (Alpe Fracch - 1630m) si seguono i segnavia per il Pass di Pasitt: si percorre dapprima uno sterrato pianeggiante quindi il sentiero che risale nel bel bosco in direzione sud. Superato il Ri de Confin il sentiero aggira un rilievo e guadagna l'ampia e dolce sella del Pass di Pasitt (2082m – 1,15h). Si lasciano i segnavia e si rimonta verso W l'erta dorsale che separa i due laghi. Salendo il pendio di erba e roccette diviene più erto: nella parte alta ci si sposta verso destra (N) e su terreno più poggiato si raggiunge la quota 2471m. Da qui prende avvio il filo di cresta: con tratti perlopiù camminabili e brevi passaggi di elementare arrampicata ci si abbassa leggermente per poi rimontare la cresta erbosa sino alla quota 2595m. La cresta prosegue sempre aerea alternando zone camminabili a brevi tratti su facili rocce: aggirando logicamente i brevi risalti più impegnativi si guadagna finalmente la pietraia terminale della cima in corrispondenza di una sella a quota 2600m circa (da qui è possibile abbandonare la cresta abbassandosi per pietraia verso E sino ai pascoli dell'Alp de Confin). Si risale la faticosa pietraia di rocce instabili in direzione della vetta: rimontando nella parte finale un canale di pietrisco grosso si raggiunge la cresta N e, a pochissimi metri, la cima (2829m – 3,30h).
Si scende lungo l'ampia cresta N per pietraie e placche, passando dalla depressione 2633m e proseguendo sempre lungo il filo sino ad una tozza elevazione rocciosa che facilmente si scala (o si aggira a sinistra) toccando così il Pass de Omenit (2652m) caratterizzato da tre grossi ometti. Per traccia si scende verso E e senza percorso obbligato, lungo i dolci pendii delle piste da sci, ci si abbassa tenendo la sinistra (ENE) avvicinandosi alla imponente cresta orientale del Piz de Mucia (Pan de Zucher). Si individuano così verso quota 2250m i segnavia del sentiero che scende a Confin Basso (1961m – stazione della funivia), da dove si rientra a San Bernardino o direttamente dalla ripida pista da sci che si mantiene sotto i cavi della funivia o tramite i segnavia che con giro più ampio conducono nel bosco dell'andata (2,00h dalla vetta).
agosto 2013