Cosasca – Alpe Sottosasso (T4)
Tra Quarata e Cosasca (250m) si sale per la buona mulattiera che conduce alla grande chiesa di San Lorenzo (391m), da dove si prosegue passando da Lobbia, Rulè quindi superato Cà Bauzun si raggiungono le baite di Caciollo. Sempre su buon sentiero ci si porta verso la valle e superata una facile cengia su placca si raggiunge Mura (750m – 0.45h), in posizione dominante. Per tracce sporche si sale nel bosco con diversi risvolti sino ai ruderi di Pra di Sopra (840m). Dai terrazzamenti inferiori si individua una traccia che prosegue lungamente in quota, superate alcune aeree passerelle e giunge ad un canale di blocchi: lo si ridiscende brevemente per uscirne sul fianco sinistro tramite una bella cengia (770m ca), cui segue un aereo percorso (pontegge) e dopo una breve salita si giunge ad uno sperone panoramico (780m ca); in lieve discesa si prosegue in traverso e si raggiunge il Rio di Menta (780m ca) che si guada rimontando la costa opposta per il vecchio e ripidissimo sentiero; dove scompare si prosegue sempre ripidamente e piegando leggermente sulla destra si giunge ad un canaletto che si supera (870m ca) salendo quindi per resti di sentiero all’Alpe Sottosasso di Sotto (Sasso Musson di sotto, 954m) e per tracce confuse ma su terreno facile ci si alza toccando i soprastanti resti dell'Alpe Sottosasso di Mezzo (Sasso Musson di mezzo, 1000m ca); con traverso ascendente, seguendo i resti del vecchio sentiero ci si porta quindi alla piccola radura dell’Alpe Sottosasso di Sopra (Sasso Musson di sopra, 1041m – 2.30h).
Alpe Sottosasso – Alpe Nava (T5)
Si prosegue sulla discreta traccia (alcuni bolli rossi) che in piano penetra nella valle, e passati dai ruderi del Crott del Agher (1105m - 2.45h) si continua sino ad un canalone: lo si attraversa e poco avanti, su labile traccia, ci si abbassa raggiungendo nuovamente il Rio di Menta (1140m ca): lo si guada facilmente portandosi sulla destra idrografica al piede dei una parete rocciosa aggettante, si procede a sinistra (NW) in leggera discesa lambendone la base quindi, dove il terreno diviene meno scosceso, si rimonta sulla destra il ripido zoccolo uscendo dalla forra (traccia e roncolate). Mantenendo con attenzione il vecchio sentiero si raggiunge un secondo torrente (1170m ca) che si supera senza difficoltà, quindi ci si alza ripidamente senza traccia nel bosco, verso quota 1410m si piega a sinistra (N) superando una piccola valletta oltre cui si riprende la salita su traccia meglio definita (alcuni gradini); il sentiero, progressivamente più visibile, traversa quindi nuovamente verso sinistra (N) e superato un terzo torrente (1590m ca) raggiunge la riattata baita di Ramella (1639m – 4.45h). Da qui facilmente ci si porta all’Alpe Nava ed alla piccola cima con croce (1728m – 5h).
Alpe di Nava – Alpe Pianezzoli (T6-)
Dalla croce ci si abbassa verso W mantenendosi sul filo della dorsale, che scendendo si fa progressivamente più erta e rocciosa: mantenendosi per quanto possibile sul filo si scende puntando al colletto subito ad E della quota 1451m (attenzione a non abbassarsi lungo le nervature che si diramano dalla cresta principale); aggirato sul versante della Valle di Menta un salto roccioso si giunge quindi al colletto (1420m ca) dove il terreno diviene meno impegnativo. Con una breve risalita si giunge a quel poco che rimane dell’Alpe Pianezzoli (1451m).
Alpe Pianezzoli – Alpe Pra di Sopra (T5)
Si piega verso S seguendo il poco definito filo della dorsale, ci si abbassa per tracce sin verso quota 1370m dove si piega nettamente a destra (W) e si scende sul filo di una nervatura tra la Valle di Menta (a sx) ed una fascia rocciosa (a dx) che più sotto diviene un dirupato canalone; mantenendosi sul ripido crinale si superano alcune facili roccette e si giunge ad una piccola depressione con una scalinata artificiale (1240m ca). Su terreno più facile ci si abbassa sino alla sella (1096m – 2h dalla croce) posta ad E del rilievo 1164m.
Si scende verso S per l’ampio bosco, senza alcuna traccia definita: il terreno si fa progressivamente più complesso, con balze e canali: ci si abbassa rimanendo nei pressi del solco principale della valle, che si attraversa a quota 940m ca portandosi sulla destra idrografica (tracce e resti di scala crollata). Si prosegue nuovamente senza traccia mantenendosi in quota nel caotico e faticoso bosco e dopo un lungo traverso si giunge a Pra di Sopra (840m – 2.30h), da cui si ridiscende per il percorso compiuto in salita (3.30h).
aprile 2016