Monte Pidaggia

Valle di Menaggio

foto: Monte Pidaggia, visto da ovest (dai Sassi della Porta)

Posto all'imbocco della Val Cavargna, ne è il pilastro d'ingresso orientale, contrapposto al più modesto rilievo dei Sassi della Porta che si erge ad occidente. Ha una lunga cresta sommitale pressoché pianeggiante che collega la cima principale, ad ovest, con l'anticima orientale dove è posta la croce. Presenta tre differenti aspetti a seconda dei versanti: quello settentrionale è occupato da una fitta faggeta ombrosa che scende sino alla vicina Sella di Cusino, quello orientale e meridionale sono caratterizzati da nudi pendii prativi che scivolano il primo in Val Sanagra, il secondo verso la Piana di Porlezza, infine quello occidentale è un ostico fianco roccioso che scende ripido nel fondo solco del torrente Cuccio di Cavargna. Questo versante, solcato da tre selvaggi valloni, è il più affascinante per la complessa struttura rocciosa di guglie, torrioni e striate pareti: si lascia salire, non facilmente, lungo il costone che dall'antica chiesa di S. Ambrogio sale rettilineo in direzione della vetta. Gli altri versanti, più facili, si prestano a diverse varianti di salita oltre ai sentieri presenti dei quali nessuno, comunque, è indicato o segnato.

La cima, sebbene racchiusa da una cerchia di monti più alti, offre uno stupendo panorama di ampio respiro.

Monte Pidaggia dalla Sella di Cusino

E' la via più breve per la cima. Non vi sono indicazioni e la traccia è da cercare nella faggeta, ma il percorso è facile e non vi sono problemi.

Accesso stradale

Dalla strada della Val Cavargna, giunti a Cusino, si devia poco prima del centro dell'abitato verso destra e si sale la stretta e ripida stradina che conduce alla Madonna della Salute. Si raggiunge l'ampia conca della sella di Cusino dove, lasciata la strada che con un tornante risale ripida verso la Madonna della Salute, si posteggia.


  • difficoltà: T3

  • dislivello: 420m

  • tempo: 1h

Dalla Sella di Cusino (1122m) si sale verso S costeggiando un basso muraglione di pietre sino al suo termine. Si piega quindi a sinistra (SE) ed entrati nella bella faggeta si prosegue a mezzacosta ed in lieve ascesa. Mantenendo la direzione si individua una traccia che, ora più evidente, prosegue costantemente a mezzacosta lungo il versante nordorientale della Pidaggia. Verso quota 1300 m circa la traccia piega decisamente a destra e scavalcata una piccola selletta porta a compiere un traverso sui ripidi fianchi erbosi che scivolano nella val Senagra. Si giunge così sull'aperta e solare dorsale SE della Pidaggia: mantenendone il filo la si percorre interamente sino a raggiungere una croce in posizione panoramica (1508 m - 50 min). Continuando sempre verso NW per la cresta erbosa, con brevi saliscendi si raggiunge la massima sommità del Monte Pidaggia (1528 m – 1h).

ottobre 2008

Monte Pidaggia dai Monti di Grandola per la dorsale SE

Facile via di salita, che risente però della mancanza di una chiara traccia nella parte mediobassa disturbata anche, a tratti, dalla vegetazione. L'orientamento non è immediato nella parte boscosa ma la direzione è lineare ed intuitiva. Nella parte alta è in comune con l'itinerario dalla Sella di Cusino

Accesso stradale

Naggio si raggiunge da Cardano o da Carlazzo. Da qui si sale per la stretta stradina che passando da San Rocco raggiunge i Monti di Grandola, poco sopra i Monti di Gottro.


  • difficoltà: T3

  • dislivello: 630m

  • tempo: 1,30h

Al trivio dei Monti di Grandola (922m) si prende la strada più a monte che in breve conduce alle case più alte. Da qui si raggiunge la cabina dell'acquedotto (940m ca), posta alle spalle di una villa con torre in pietra, dove prende avvio un buon sentiero che sale verso N nel bosco. Si prosegue in salita, tra le numerose tracce presenti, sino a raggiungere verso quota 1000m ca la lunga dorsale SE del Monte Pidaggia. Da qui si piega a sinistra e si segue verso NW la poco marcata dorsale, qui ampia e boscosa, dapprima ancora per buon sentiero poi per tracce di animali. Si attraversa una zona di boscaglia e poco dopo i 1250m, sempre mantenendosi all'incirca sulla poco definita dorsale, ci si porta su di un rilievo boscoso salendo per una rada faggeta ingombra di affioramenti rocciosi. Si prosegue per il filo della dorsale, ora più marcata, sino ad una piccola sella (1360m ca) posta a monte di un minuscolo rilievo: si prende la traccia che transita dalla sella e la si segue verso destra (NE) portandosi sulla dorsale più settentrionale poco a monte della quota 1336m (qui giunge il sentiero dalla Sella di Cusino). Si rimonta la facile dorsale, su buona traccia, e senza difficoltà si raggiunge la cima con croce (1510m), da cui sempre per facile dorsale pressoché pianeggiante ci si porta alla vetta del Monte Pidaggia (1528m – 1,30h).

gennaio 2015


Monte Pidaggia dalla chiesa di Sant'Ambrogio

Inedito e selvaggio percorso che risale direttissimo dalla chiesa di S. Ambrogio sino alla vetta. Percorre il ripido e tormentato costone tra la Valle di Sant'Ambrogio ed il parallelo vallone più a settentrione, lungo gli erti e talora ripidissimi pendii erbosi interrotti da brevi balze rocciose e disseminati di bizzarre guglie calcaree. Non esiste nessun sentiero, ma sono presenti diverse tracce di animali che aiutano nella progressione. Nella parte bassa la salita si svolge su ripidi prati, mentre il tratto più impegnativo è tra i 1200m ed i 1250m, dove si deve risolvere una balza rocciosa risalendola per i suoi brevi, stretti e ripidi canali erbosi. La parte alta, sebbene il terreno sia spiccatamente più roccioso, è meno difficile essendovi una buona traccia che aggira senza particolari problemi le varie torri. L'orientamento è complesso per la natura del terreno, ma la direzione è definita dalla cresta e dal percorso sovente obbligato. L'esposizione è presente in diversi punti a causa della ripidità dei versanti: passo fermo ed esperienza di questi terreni sono requisiti fondamentali. La difficoltà T6- è dovuta al breve superamento della balza rocciosa, per il resto le difficoltà sono di tipo T5

Accesso stradale

Da Carlazzo si sale per la Val Cavargna. Giunti alla chiesa di Sant'Ambrogio si posteggia nello slargo a bordo strada.


  • difficoltà: T5 (T6-)

  • dislivello: 900m

  • tempo: 2,30h

Dalla chiesa di Sant'Ambrogio (679m) si aggira a sinistra, in senso orario, la recinzione dell'alpeggio portandosi a monte dell'edificio da cui, su buona traccia, si sale per l'ampia dorsale di bassa vegetazione. La traccia diviene più effimera e prosegue verso la Valle di Sant'Ambrogio: la si lascia per rimontare la dorsale, viavia più ripida, spostandosi dapprima verso sinistra quindi portandosi sulla destra su di un terrazzo (940m ca) sullo spartiacque con la Valle di Sant'Ambrogio. Si mantiene il filo della dorsale brevemente, quindi dopo un nuovo spostamento a sinistra ci si riporta sul filo e si tocca una piccola sella (1120m ca) sull'orlo dei due valloni, quindi rimontato un breve ma ripido canale erboso si raggiunge la sommità del rilievo 1146m. Ci si abbassa per facile traccia alla vicina sella, oltre cui si prosegue risalendo il successivo pendio portandosi alla base di una balza rocciosa (1200m ca) incisa da alcuni stretti e ripidissimi canali erbosi: il canale di salita è tra i primi di sinistra (N). Lo si risale, sfruttando zolle erbose, arbusti e qualche buon appiglio delle rocce (verificarne la solidità) giungendo al primo gradino erboso, a poca distanza da una spaccatura sulla sinistra che separa il crinale di salita dal vallone principale. Ci si porta prossimi al ciglio della spaccatura, quindi si rimonta un secondo canale erboso, meno ripido, lambendo una breve placca rocciosa e raggiungendo il gradino erboso superiore (1230m ca). Si prosegue in salita, ora con passi meno obbligati ma sempre su pendenza sostenuta, e sfruttando i brevi canali erbosi ed evitando le rocce, mantenendosi sempre sulla sinistra orografica della spaccatura, si raggiunge quota 1280m ca dove la spaccatura sfuma in un piccolo pendio erboso: lo si attraversa senza problemi raggiungendo la sinistra orografica del vallone più settentrionale. Se ne rimonta il ripido ciglio e a 1330m ca ci si porta sulla cresta spartiacque con la Valle di Sant'Ambrogio: da qui il costone di salita è unico e lo si segue mantenendosi sempre prossimi al filo, con solo brevi aggiramenti sul versante settentrionale. La traccia diviene progressivamente meglio definita e, sempre mantenendo quanto possibile il filo della cresta, si raggiunge verso quota 1430m ca la base di un rilievo roccioso che si aggira sulla sinistra, traversando al di sopra della boscosa testata del vallone principale, portandosi ad una sella (1440m ca) posta su di una costola che scende in Valle di Sant'Ambrogio ed identificata da due minuscoli denti rocciosi sulla spalla meridionale. Si piega a sinistra (N) seguendo il facile filo della costola che presto si lascia per portarsi, a destra, nella testata di un lungo e ripido canale che scivola verso S: su terreno friabile si risale, con qualche traccia, sino ad una comoda sella sulla cresta settentrionale del Monte Pidaggia. Piegando a destra (S) per tracce e facili roccette si risale la cresta sino alla vetta del Monte Pidaggia (1528m – 2,30h)

gennaio 2015

sentiero Monti di Gottro – chiesa di Sant'Ambrogio

E' un percorso monotono ma utile se si è guadagnata la cima partendo da Sant'Ambrogio e dovendo rientrarvi: percorre il sentiero tagliafuoco localmente denominato dei Padri di Pidaggia. E' un'alternativa alla discesa lungo la carrozzabile della Sella di Cusino. Il sentiero non è molto frequentato ma la sua linearità non crea particolari problemi di individuazione. L'ultimo tratto che conduce nei pressi della chiesa di Sant'Ambrogio è molto sporco e conviene quindi abbassarsi sulla strada come di seguito descritto.


  • difficoltà: T3

  • tempo: 1,30h


Dai Monti di Gottro ci si porta alle case più basse (870m ca) dove si individua una stradina che prosegue pressoché in quota, mantenendosi poco sopra gli 800m, verso W. La si segue sino al suo termine, dove diviene sentiero che, con medesima quota e direzione, prosegue nel rado bosco. Si raggiunge un punto panoramico, oltre cui il sentiero inizia una lieve discesa sino a portarsi su di una piccola dorsale: verso quota 770m si lascia la dorsale e si piega a destra scendendo per una valletta boscosa raggiungendo una sella (700m ca). Si piega verso destra (N) e ci si abbassa per un'altra piccola valletta, su traccia visibile ma sporca, sino a raggiungere l'edificio dell'acquedotto da cui, in breve, la strada (550m ca). Si segue la strada sino a risalire a Sant'Ambrogio (1,30h)

gennaio 2015

album fotografico:

Monte Pidaggia: dalla chiesa di Sant'Ambrogio - gen2015