Da Cagiogno (722m) si segue la bella mulattiera che si alza sino alla radura delle baite di Bee (1308m – 1h). Ci si alza quindi sul filo del costone boscoso, passando dalle baite 1418m (Moncucco), per abbandonarlo ben presto ed iniziare un lungo traverso pianeggiante lungo la sinistra idrografica della valle del Rio degli Orti. Sfruttando le tracce di animali si raggiunge il Rio degli Orti verso i 1580m ca, in un tratto di possibile passaggio (numerose roncolate).
Qui converrebbe portarsi sulla destra idrografica e sfruttando delle cenge alzarsi per poi traversare verso la testata della valle su aperti pendii di rododendri e radi larici (non verificato) collegandosi col sentiero che da Corte della Satta (La Pianezza) raggiunge la testata della valle (Alpe Forno)
Raggiunta la base del canale che sale alla Satta del Forno (identificabile da uno slanciato pilastro roccioso alla sua destra) lo si risale brevemente, per uscirne presto a sinistra (destra orografica) lungo cenge e facili roccette; ci si alza quindi per le nervature rocciose alternate a pendii erbosi, che salendo divengono man mano meno ripidi e si raggiunge il filo di cresta poco a N della Satta del Forno (2520m ca – 4h). Per facile ed ampia dorsale si raggiunge la cima S (Cima di Marmo, 2659m) e quindi, dopo una depressione, la cima N del Pizzo di Pioda (2678m – 4.30h).
Ci si abbassa per la dorsale settentrionale, che poco avanti piega verso NE, quindi poggiando sulle pietraie di sinistra (W) per evitare un salto ci si abbassa sino all’ampio valico della Scatta dei Croselli (Scatta di Sarusia, 2463m – 0.30h). Si scende verso NW mantenendo con attenzione gli sbiaditi e poco visibili segnavia: ci si abbassa così allontanandosi dal solco del canale del Rio d’Antin e si raggiunge un ampio terrazzo, da cui sempre poggiando verso destra (NW) si risolve il gradino roccioso che sostiene il terrazzo per facili cenge, raggiungendo una successiva pietraia che si scende direttamente; si raggiunge il filo di uno sperone: si piega nuovamente a destra (2200m ca) per aggirare delle placche portandosi su dei facili pendii che si ridiscendono raggiungendo i ruderi dell’Alpe Croselli (1970m ca – 1.30h). Qui la traccia diviene più evidente: si piega a sinistra (SW) e superato un piccolo torrente si giunge all’Alpe Saruccia (Alpe Ferruccia, 1755m), dove dal bordo occidentale della radura si rintraccia il sentiero che, dopo un breve spostamento verso N, riprende a scendere verso W rimanendo tra il ramo meridionale del Rio d’Antin ed il torrente dell’Alpe Saruccia, fino a quota 1520m ca dove su di una placconata si supera il Rio d’Antin e con un traverso si raggiunge La Colla (1457m – 2.30h). Non resta che seguire il buon sentiero che, velocemente, si abbassa per il ripido fianco boscoso sino a Cristo (754m) dove si rientra a Cagiogno (3.30h).
luglio 2016