Tra il Pizzo Roggione ed il Piz de Gallusen. Dal versante svizzero si guadagna senza importanti difficoltà, mentre complessa è la salita dal versante della Val Bodengo dovendo guadagnare la dimenticata Alpe Roggione. La frequentazione del passo, già scarsa dal versante svizzero, è pressoché nulla dal versante italiano.
Le difficoltà risiedono nel raggiungimento dell'Alpe Roggione: oltre questa il terreno è semplice anche se ripido e privo di traccia.
difficoltà: T4+
dislivello: 300m
tempo: 0.45h
Dall'Alpe Roggione (2123m) si rimonta verso NW la sponda erbosa della destra idrografica del torrente. Rimanendo sempre paralleli al solco del canale torrentizio ci si alza, incontrando negli ultimi metri una traccia che piegando verso destra (N) raggiunge la depressione del Passo d'Arsa (2419m – 0,45h)
ottobre 2016
Marcata depressione tra il Pizzo Camparasca a N e la cima 2246m a S. Dal versante Bodengo si raggiunge per una rampa di facili placche, mentre dal versante di Cama l'accesso avviene lungo una stretta ed esposta cengia che, traversando da S verso N il fianco occidentale della cima 2246m, consente di guadagnare il filo spartiacque pochi metri sopra l'intaglio della bocchetta.
Percorso senza traccia ma senza difficoltà di orientamento. La rampa finale richiede un minimo di attenzione e non deve essere percorsa se bagnata.
difficoltà: T5
dislivello: 350m
tempo: 1.30h
Dall'Alpe del Notar (1882m) si traversa in quota verso N il vasto pendio di bassa vegetazione e superato il costone E del Pizzo d'Uria si entra nella vasta conca del Mut Brusèe, dominata dalla triangolare parete della cima 2246m che chiude la conca verso N con una fascia di roccia scura; si attraversa la conca tra arbusti e pietraie e sempre senza traccia si punta alla fascia di roccia scura dove sfuma nei pascoli: senza difficoltà ci si porta sul pendio sorretto dalla fascia rocciosa (1970m ca) da dove appare evidente l'ampia depressione della bocchetta; per il ripido pendio di erba ci si alza verso W raggiungendo la rampa finale che per placche (I) o per il sottile canaletto erboso conduce alla Bocchetta dei Contrabbandieri (2210m - 1.30h)
ottobre 2017
Tra il Sasso Bodengo ed il Piz d'Uria, collega l'alta Val Bodengo con la Val di Cama. Fu teatro di epiche traversate degli sfrusadùr, quando il contrabbando divenne fonte di guadagno per i valligiani. Si raggiunge senza difficoltà per aperti pendii dall'Avert del Notar.
Di poco più alta e pochi metri più a W del Passo della Crocetta. La vicinanza di quest'ultimo, servito da sentiero con segnavia, rende questa bocchetta pressoché inutilizzata.
Tra il Sasso Bodengo ed il Pizzo San Pio. Solitamente confuso con la vicina Bocchetta della Correggia (anche nella Guida dei Monti d'Italia). Vi transita il sentiero segnato che collega la conca di Darengo con la Val Bodengo.
La Bocchetta delle Streghe (Buchéta du Laghét di Strii) è uno scomodo punto di passaggio tra la Val Cavrig e la Val Bodengo: posta tra il Pizzo Cavregasco e la Punta Motta, è di accesso elementare da S mentre da N richiede una faticosa salita su terreno ripido e privo di traccia tra blocchi rocciosi e vegetazione. Poco a NE della bocchetta si trova un altro punto di passaggio, qui chiamato Bocchetta delle Streghe Orientale: è l’accesso più diretto alle vie di salita del versante meridionale del Pizzo Cavregasco.
Dal versante della Val Bodengo le due bocchette si individuano facilmente una volta giunti alla Zòchia dal Cavarghiàsch: un merlato castello roccioso (con un pertugio nel mezzo) separa le due depressioni, a sx l'orientale, a destra la bocchetta vera e propria; dalla Val Cavrig invece sono di difficile individuazione essendo anonim intagli nel labbro dentellato della cresta. Poco sotto la bocchetta, nel versante Cavrig, si trova una misera pozza sovente asciutta: è il Lago delle Streghe (confuso sulla CNS col ben più significativo Lago di Cavrig).
La scomodità del terreno e l'assenza di traccia rendono la salita faticosa. Per il suo orientamento mantiene lungamente residui nevosi che potrebbero rendere necessari i ramponi.
difficoltà: T4
dislivello: 1100m
tempo: 3h
Da Corte Terza (1190m) seguendo il sentiero segnato si raggiunge comodamente Corte Seconda (1369m) quindi gli ampi pascoli di Corte Prima (1540m). Attraversato il torrente si lascia presto il sentiero per piegare verso SE nel ripido vallone che si apre tra la cresta spartiacque con la Val Darengo e lo spigolo W del Cavregasco (spigolo caratterizzato dall'imponente pilastro arcuato che lo sostiene). Su moderate pendenze ci si porta verso il canale di blocchi (Caürchia dal Cavarghiàsch) che si risale fin verso quota 1950m ca, per spostarsi quindi a sinistra su una costola di erba ed arbusti che si rimonta sino ad un ampio pianoro detritico sovente con residui nevosi (Zòchia dal Cavarghiàsch, 2068m). Ci si alza verso SE su terreno più pulito verso una rampa di erba e roccette con un masso isolato all'ingresso. Qui si separano i percorsi per le due bocchette:
per la Bocchetta delle Streghe si traversa verso destra la paretina a balze seguendo una traccia di animali che, scavalcate alcune nervature, con una facile risalita su di un canale erboso conduce al valico (2233m - 3h)
per la Bocchetta delle Streghe orientale si aggira il masso isolato posto all'imbocco della rampa che si risale sino a sbucare senza particolari problemi alla depressione di cresta (2270m ca – 3h).
settembre 2014
settembre 2016
ottobre 2023
Squadrato intaglio lungo la cresta N del Cavregasco, è un antico collegamento tra le conche delle Alpi Sciis e l’alta Val Soè. Selvaggio e difficile, la sua già ristretta utilità è del tutto svanita con l’abbandono degli alpeggi su entrambi i versanti ed oggi è rarissimamente percorso. L'intaglio, sorvegliato da un aguzzo dente roccioso, sul versante di Soè si affaccia sulla tetra Caurchiéna (Val Lavertello su Ctr, dal sovrastante Piz de l'Avartèl), ombrosa forra sprofondata tra alte pareti dalla bizzarra stratigrafia.
La testata dell'abissale Caurchiéna, verso cui si affaccia il passo, è raggiungibile unicamente compiendo un ampio arco che dall'Avert di Soé scavalca il crinale che ne delimita la destra orografica. Gli ultimi metri per raggiungere l'intaglio si svolgono sul filo di una esposta schiena rocciosa a placche: sporche di detriti e dagli appoggi radi, le placche scivolano nella Caurchiéna dove terminano con un salto di diverse decine di metri. E’ un punto molto delicato che richiede attenzione, da evitare se bagnato.
difficoltà: T6
dislivello: 400m
tempo: 2h
Dall'Avert di Soé (1733m) si segue la traccia che prosegue pianeggiante verso W superando alcune placche percorse dall'acqua, oltre cui si sale e si passa a destra di una grossa placconata liscia e su terreno più erto (Scpundòn de l'Avèert de Suée) si raggiunge (1900m ca) un grosso scudo roccioso rettangolare incastonato nel ripido pendio, con il labbro superiore sporgente a tetto: lo si aggira a sinistra (S) risalendo una rampa erbosa molto ripida al termine della quale si sbuca sui vasti pendii superiori (Bèlz de la Tur): con traverso pianeggiante ci si dirige a N verso il lungo tratto pianeggiante del crinale che scende dalla quota 2197m (2189 su Igm): lo si raggiunge nel tratto orizzontale (2060m ca) poco a monte del poco accennato rilievo (la Tur) oltre cui il crinale precipita roccioso. Si entra nel fianco della Caurchiéna, ci si abbassa per roccette portandosi sui pendii superiori della forra (Avartèl de la Pòrta) quindi per pietrame ed erba si traversa in quota raggiungendo la base dello sperone roccioso che scende dal Passo della Porta, in una zona di pietrisco sul vertiginoso bordo del vallone: si rimonta il filo dello sperone per le poggiate placche sporche di detrito (II) per tutta la sua lunghezza (alcune decine di metri) portandosi a breve distanza a sinistra ed al di sopra del netto intaglio del Passo della Porta sovrastato da un caratteristico pinnacolo di roccia: percorsi gli ultimi metri su rocce malsicure ma facili ci si abbassa e lo si raggiunge (2088m – 2h).
ottobre 2014
Il versante destro idrografico dell'alta Val Bodengo è caratterizzato da un susseguirsi di impervie balze che sorreggono pendii boscosi: qui in passato trovarono posto diversi alpeggi che sfruttavano questi pascoli sospesi, spingendosi fin sugli scoscesi pendii che salivano alla movimentata cresta spartiacque con la Val Soé. L'abbandono completo di questi pascoli ha ridato spazio ai boschi che hanno inghiottito alpeggi e sentieri. La traversata dall'Alpe Sciis fo cò (Alpe Scisa su IGM) al Passo della Porta attraversa questi ambienti e ripercorre il Sentèe dal Sciis, la “via maestra” di questi alpeggi: oggi è rintracciabile (non facilmente) solo fino all'Alpe Sciis de mèz, dove si percorre un un'affascinante tratto ben conservato ricco di cenge artificiali; oltre la traccia svanisce e ci si muove nella vegetazione talora molesta. E' un percorso che pur privo di difficoltà tecniche è impegnativo per l'orientamento e faticoso per il terreno.
difficoltà: T5+
dislivello: 700m
tempo: 3h
Dall'Alpe Sciis fo cò (1589m) si segue una discreta traccia che con alcuni gradini si alza verso S. Si passa da un rudere (1650m ca) e si prosegue in salita uscendo dal bosco. La traccia diviene più effimera, e superato l'impluvio del vallone (1700m ca) prosegue in piano verso SW sino alla dorsale che chiude ad occidente il vallone: si rimonta la dorsale per buona traccia raggiungendo il terrazzo dei Laghiét dal Sciis (1876m su Ctr). Ci si abbassa sul fianco W della dorsale per sentiero che con gradini e cenge artificiali (Schièla di Laghiét) scende ripido verso NW, sino ad un traverso a sinistra (S) che su una cengia con gradini (1740m ca) fa guadagnare il successivo vallone. La traccia scompare: si prosegue verso S toccando l'Alpe Sciis de mèz (1760m), oltre cui si prosegue in lieve discesa verso W, passando poco sopra i ruderi (non visibili) della Curt de mèz; prima di raggiungere i resti del Baitèl dal Sciis de mèz, mantenendosi per quanto possibile sulla traccia riportata sulle vecchie Cns, si rimonta un ripido pendio invaso da ontanelle raggiungendo un tratto pianeggiante (2000m ca) sul filo della dorsale (Mut de la Cruus) che separa il bacino di Sciis de mèz con il successivo di Sciis ént a cò. Su terreno aperto si traversa a SE e risalite alcune facili placche si raggiunge il Passo della Porta 2088m – 3h).
ottobre 2014
Consente il passaggio, non facilmente, tra la Val Soé a la conca d'Ingherina, sul fianco della Val Darengo: il punto di valico si trova tra la Cresta delle Lavine Rosse e la cresta SW del Pizzo Rabbi. Dal versante meridionale è un'anonima insellatura nel già ondulato profilo della cresta qui lambita dall'uniforme rampa erbosa dei pascoli dell'Alpe Ingherina: il punto di valico è identificabile da un piccolo muretto a secco rivolto verso la Val Soé (visibile quindi solo portandosi oltre il filo della cresta); dal versante settentrionale, dove la cresta precipita con placconate verticali e dirupati canaletti erbosi, il valico è intuibile individuando, facilmente, la caratteristica cengia obliqua che lo raggiunge.
La cengia, che si alza da destra verso sinistra, è ben visibile ed è caratterizzata da un caratteristico masso squadrato nella parte mediana. Vi è un breve passaggio roccioso alquanto ostico facilitato da un cordino (verificarne la tenuta): è comunque possibile evitarlo aggirando a sinistra il risalto aggrappandosi alle ontanelle (estremamente esposto, sconsigliabile). La cengia mantiene lungamente l'umidità, il che può rendere delicati alcuni tratti fortemente esposti.
difficoltà: T5
dislivello: 400m
tempo: 1h
Dall'Avert di Soé (1733m) si segue la traccia che prosegue pianeggiante verso W sino ad alcune placche percorse dall'acqua: sfruttando una lingua di erba e pietrame si sale tra le due placche, per traversare verso sinistra (1900m ca) la placca portandosi così al terrazzo roccioso dei Barch de l'Avèert de Suée (1948m). Qui appare ben visibile la cengia che la si raggiunge (1990m ca, delle tre cenge con traccia è la superiore): ad un primo tratto tra le ontanelle ne segue uno su facili roccette, da cui si raggiunge il breve gradino roccioso (2020m ca, cordino): lo si supera non facilmente portandosi nella parte finale della cengia per cui, senza più difficoltà, si prosegue per traccia traversando sopra i precipizi raggiungendo il Taglio d'Ingherina (2115m – 1h).
ottobre 2016
Depressione lungo la cresta N del Pizzo Rabbi, tra la Val Garzelli e la Val Soé. Di scarsa utilità, è raramente percorsa. E' facilmente raggiungibile dal versante Garzelli deviando dal sentiero segnato e risalendo pendii erbosi e placche poco inclinate, mentre verso Soé vi è un risalto di 50m ca tra erba e balze rocciose; del vecchio sentiero che scendeva queste balze verso W non rimane nulla: il collegamento con l'Alpe Manduario avviene facilmente da una sella poco più a S e più alta, posta al termine di un largo canale con tracce di animali.
Il gradino che sostiene verso W il labbro della bocchetta si aggira a destra (S) risalendo un facile canale con tracce di animali.
difficoltà: T4-
dislivello: 200m
tempo: 0.30h
Dall'Alpe Manduario (1943m) si sale senza traccia verso SE in direzione di un largo canale che si risale senza difficoltà raggiungendo la cresta N del Pizzo Rabbi presso una comoda sella (2120m ca). Seguendo il filo della dorsale si scende alla Bocchetta del Manduario (2042m – 0,30h).
ottobre 2016