Punta Sparone

Valle Artogna

foto: Alpe Sui Turi

Come per tutte le cime della costiera settentrionale della Valle Artogna, anche la Punta Sparone (chiamata anche Parete Alba o Punta delle Artini) si raggiunge con percorsi selvaggi e laboriosi: l’abbandono dei difficili alpeggi che sorgevano sugli assolati e ripidi versanti della sinistra idrografica della Valle Artogna ha lasciato che il tempo cancellasse gli antichi sentieri, ed oggi percorrere quegli erti boschi è complesso tanto per l’orientamento quanto per il terreno difficile.

Per la salita alla Punta Sparone occorre raggiungere l’Alpe Turio (Alpe Sui Turi) da cui la vicina Bocchetta del Diavolo (Bocchetta del Pacà), che per un’elementare dorsale conduce alla panoramica vetta da cui si può godere di un eccellente panorama sul Monte Rosa.

Punta Sparone dall'Alpe Turio (per il sentiero diretto)

La descrizione che segue ripercorre il sentiero indicato su IGM che raggiungeva l’Alpe Turio rimontando la ripida destra idrografica di una forra. Questo sentiero non esiste più, e probabilmente mai è esistito: lungo tutto il bosco di salita non vi è alcun manufatto che testimoni la passata esistenza di un sentiero. Muri a secco, gradini, tacche: neppure nei tratti più obbligati è stata rinvenuta la benché minima traccia di quelle che, per la conformazione di taluni passaggi, sarebbero state opere obbligate. La salita che segue è quindi un percorso interamente senza traccia e riservato ad esperti di luoghi difficili senza sentiero.

note:

- è stata invece rinvenuta una discreta traccia che dall’Alpe Turio scende verso il vallone sulla cui sponda opposta si trova l'Alpe Gemelle: presumibilmente è la via di salita che prende avvio da Rosa, come indicato dalla GMI “Alpi Biellesi e Valsesiane”. E’ stata verificata in discesa dall’Alpe Turio fino ai ruderi imboscati di un alpeggio isolato (1640m ca), posto sulla sinistra orografica di un ripido vallone erboso e valanghivo in cui le tracce svaniscono.


  • difficoltà: T6-
  • dislivello: 950m
  • tempo: 3,15h + 2h
  • quota max: 1832m

Da Otra (900m ca) si prende il sentiero con segnavia 71 che entra in Valle Artogna lungo la destra idrografica. Passati dalla bella cascata del Tinaccio si prosegue portandosi sulla strada forestale che giunge da Otra. Si prosegue dapprima sulla strada, quindi dal suo termine nuovamente per mulattiera passando e dall'Alpe Giavinaccia (1146m) si raggiunge il ponte (1173m) che consente di portarsi sulla sinistra idrografica. Si prosegue sempre per sentiero segnato fino alla vecchio edificio dell'Oratorio di Campello (1187m – 1h). Senza alcuna traccia si rimonta il ripido bosco alle spalle della chiesa (N), e superando terrazzamenti ed alcuni resti d'opera dei tagliaboschi si rimonta la ripida faggeta portandosi verso destra in direzione della forra che nasce al piede dell'alta parete della Punta Sparone. Restando nel bosco sulla destra idrografica della forra (qui poco definita aprendosi a vallone) si raggiunge una fascia rocciosa (1300m ca): si traversa verso destra, in direzione della forra, alzandosi quanto possibile per esili cenge (traccia di animali) sino a giungere al piccolo torrente della forra in corrispondenza di una piccola pozza su di una placca orizzontale. Si torna di pochi passi indietro e alzandosi si traversa a sinistra raggiungendo un panoramico terrazzo su di un roccione (1350m ca). Da qui, salita una brevissima placca (II-) si risale per 3mt ca una rigola erbosa da cui si piega a destra portandosi su di una cengia alla base di un breve salto roccioso. Si percorre la cengia passando sotto un vecchio ginepro e si torna sull'orlo della forra: si rimonta un gradino roccioso (un singolo passo di II), si piega nuovamente a sinistra quindi per ripido pendio di erba e boscaglia ci si alza guadagnando il facile pendio superiore (1380m ca) vicino alle levigate placche dove scorre il torrente prima di precipitare con una cascata. Ci si alza e si entra nella faggeta, che senza difficoltà si risale faticosamente mantenendosi sempre sulla destra idrografica della forra, da cui ci si allontana progressivamente seguendo logicamente i pendii più agevoli, sino a quota 1580m ca dove si risolve una seconda breve fascia rocciosa lungo una esile e sdrucciolevole cengia che da sinistra verso destra conduce al bosco superiore, dove si giunge quasi subito ad una terza fascia rocciosa che chiude il bosco a mo' di bacino: si piega nettamente a sinistra (SW) e traversato il ripido pendio boscoso ci si porta, grazie ad una comoda cengia rocciosa (non obbligata), sulla costa di sinistra. La si risale e senza più difficoltà si intercetta una buona traccia che in breve conduce alla diroccata Alpe Turio (Alpe Sui Turi, 1730m ca – 3h). Per traccia si rimonta il bosco alle spalle dell'alpeggio, e senza difficoltà si raggiunge la Bocchetta del Diavolo (Bocchetta del Peccato o del Pacà, 1778m), da cui verso destra si percorre la facile cresta che, per facili roccette e qualche ripida rampa erbosa, conduce alla Punta Sparone (1832m – 3,15h).

La discesa per il medesimo percorso (2h)

novembre 2015

album fotografico:

Punta Sparone dall'Alpe Turio - nov2015