Val Bregaglia
foto: la sagoma piramidale del Sass Becchè; a sinistra Monte Conco e Gruf
La catena di vette tra la Val Codera e la Bregaglia sconta da decenni un disinteresse alpinistico che, frutto della vicinanza della più rinomata catena Bondasca-Masino, ha relegato queste montagne ad un fondale anonimo che distrattamente si intravede salendo in auto verso i Grigioni o percorrendo a piedi il lungo fondovalle di Codera. I dislivelli importanti e la mancanza di informazioni aggiornate (la guida Cai fu stilata da Bonacossa negli anni 30) scoraggiano escursionisti ed alpinisti ad avventurarsi in queste zone. Isolamento, fatica ed incognite sono gli ingredienti per chiunque voglia avventurarsi in questa catena, dove anche gli avvicinamenti richiedono impegno e, sovente, più tentativi prima di riuscire a scardinare tutti i necessari punti di passaggio. E' quindi ancora un territorio d'avventura, dove certamente non si sarà tra i primi a percorrere canali, cenge e creste, ma di certo si sarà tra i pochi.
Tra le vette principali c'è il misconosciuto Sass Becchè, vetta dal regolare profilo che emerge ben distinta dalla linea di cresta subito ad ovest del Gruf. Di pari altezza del più noto Pizzo di Prata, la sua collocazione, assai lontana dai già poco frequentati percorsi di queste valli, la rende una delle tante montagne che volendo salirle non si saprebbe nemmeno da che parte cominciare.
Il nome, Sasc Beché, deriva dai greggi di caprini (e ovini) che da sempre ne colonizzano i versanti meridionali. Curiosamente sulle mappe asburgiche compare come Sas Vacche.
Accesso stadale:
Sul sito https://stradeaspvilla.it si acquista il permesso di transito per le strade forestali. Ci si porta quindi alla frazione di Canete dove prende avvio la strada che, tortuosa ma asfaltata, sale ai monti. Al secondo bivio si prende a destra salendo all'ampio posteggio di Pian Cantone.
il Pian del Bas è la massima depressione tra il Monte Beleniga (a W) e il Sass Becchè (a E). Noto anche come Bas di Penz o, più recentemente, Passo Fracassi. E' un valico tra la Val Codera a la Valle Aurosina relativamente facile, che però sul versante settentrionale nasconde un incassato e ripido canale che rimane innevato sino a stagione inoltrata e che obbliga all'uso di picozza e ramponi. L'ascesa dalla Valle Aurosina, tutt'altro che intuitiva, è alquanto scenografica e porta a lambire il piede delle ciclopiche pareti settentrionali della Beleniga.
Dal versante Val Codera vi si accede invece dalla Bocchetta della Beleniga traversando in quota il ripido fianco meridionale del Monte Beleniga.
difficoltà: T4 (PD-, 40°)
dislivello: 1350m
tempo: 4.15h
quota max: 2484m
Dal posteggio di Pian Cantone (1320m ca, Genova su Igm) si segue il sentiero segnato della Traversata dei Monti che entrando nel fianco destro idrografico della Valle Aurosina scende sino a superare un torrente (Val Rossa, 1170m ca) oltre cui delle ripide scale di metallo riguadagnano quota; in traverso si giunge al nuovo ponte in legno (1200m ca) sul torrente principale che consente di raggiungere i Monti Tabiadascio (Tabiadàs). Si lascia la Traversata dei Monti e verso sinistra (S) ci si inoltra in Valle Aurosina sempre su sentiero segnato, toccando Crotto (1376m igm) e giungendo alla grande piana detritica dove la Valle Piotta confluisce con i torrenti della testata valliva; più avanti il sentiero inizia a salire deciso e con diversi risvolti raggiunge il terrazzo dove sorge il bivacco Garzonedo (Garzunéet, 1943m - 2.30h).
Dal bivacco ci si alza per blocchi e pietraie verso S imboccando l'ampio e nascosto vallone di ganda chiuso tra le pareti NE del Monte Beleniga e l'avancorpo roccioso soprastante il bivacco (Filone di Garzonedo). Lo si risale sino al suo termine (2250m ca) sbucando presso un catino detritico sospeso, oltre il quale si risale un evidente e stretto canale di sfasciumi instabili (35°/40° se innevato), incassato e con un isolato roccione nella parte finale, uscendone verso quota 2400m.
Una facile cengia con traccia di animali conduce quindi verso SE sino all'ampia e comoda depressione del Pian del Bas (2484.7m Ctr - 4.15h).
luglio 2020
E' la via più semplice ed è consigliabile per la sua bellezza e per la divertente arrampicata che offre. Percorre il filo della cresta occidentale, di ottima roccia, aerea, con difficoltà discontinue e contenute. I passi di arrampicata (II con qualche III) sono nella prima metà della cresta, ed in parte sono aggirabili poggiando sulle esposte cenge erbose del lato Codera.
Necessaria una corda da 30m, cordini ed eventualmente un paio di friends medio piccoli. Le soste si attrezzano sui numerosi spuntoni.
difficoltà: PD (III)
dislivello: 250m
tempo: 2.30h
quota max: 2726m
Dal Pian del Bas (2484.7m Ctr) si prosegue in quota verso E seguendo tracce di animali rimanendo sul fianco Codera poco sotto il filo della cresta. Giunti al piede di un difficile risalto si sale a sinistra (I) raggiungendo il filo di cresta presso uno stretto intaglio oltre cui un facile canalino di pietrame permette di salire aggirando a N il risalto riguadagnando il filo di cresta presso un piccolo ed isolato dente roccioso (2562.5m Ctr); si segue la cresta giungendo in breve ad un breve spigolo aereo che si scala (III) cui segue un tratto appoggiato (II) ed un successivo tratto affilato (III); con uno spostamento sul fianco Aurosina si traversa una breve placca (III) che conduce ad un intaglio, da cui si riprende il filo per rocce ben appigliate (II); da quota 2630m ca le difficoltà diminuiscono e si prosegue per blocchi rotti, rimanendo sul filo e poggiando talora sul fianco Codera per facili cenge erbose. Verso quota 2700m si giunge ad una sella erbosa, oltre cui ci si riporta sul filo di cresta e, passati al di sotto di un blocco con labbro sporgente, per rocce facili (I) ma sempre aeree si raggiunge la comoda vetta (2726m - 2.30h).
luglio 2020
riferimenti:
Guida dei Monti d'Italia: Masino - Bregaglia - Disgrazia, vol I (Bonacossa, Rossi - 1935/1977)
Le Montagne Divertenti n 50 - autunno 2019: Route Fracassi