Dalla chiesa di Pontirone (867m) ci si alza alle spalle dell'abitato, tra i recinti dei pascoli, e puntando in diagonale verso sinistra (NW) si entra nel bosco. Non vi è traccia: risolvendo al meglio la salita nella bassa vegetazione, a tratti fastidiosa, ci si porta alla base delle pareti rocciose (950m circa) dove compare una labile traccia che si segue verso W, e per facili cenge conduce, sempre più evidente, ad un primo piccolo canale pietroso (1000m circa). Lo si attraversa e si prosegue sempre in direzione W raggiungendo l'ampio canale del Riale di Rotonda. Senza attraversare il riale si risale il canalone sulla sinistra idrografica per rocce ed erba sin verso quota 1080m circa, poco prima di una frana: qui si attraversa il riale e ci sposta sulla destra idrografica in corrispondenza dell'unico punto dove la scoscesa parete presenta un punto di salita. Si sale quindi a sinistra per la scivolosa e molto ripida rampa erbosa, mantenendosi al di sotto delle placche rocciose superiori e lontani dal bordo della balza che precipita nel canalone, puntando al filo della vicina dorsale occupata da una vasta macchia di fitta boscaglia. Raggiunta la boscaglia si prosegue, protetti dalla pericolosa esposizione del pendio, lungo la costola in ripida salita verso N. La traccia ricompare a tratti, labile, e conduce dapprima al muretto a secco di una carbonera (1160m circa) quindi, sempre in ripida salita, all'aperto campo di felci in cui sorgono i ruderi delle alpi di Rodonda (1220m circa – 1h).
Da qui si segue la poco visibile traccia che, in piano, entra nella grande forra ad W: il vecchio sentiero, visibile solo a tratti, si addentra lungo la verticale parete sinistra della forra sfruttando una lunga e stretta cengia boscosa. Con lieve e progressiva discesa, mantenendo il sentiero senza farsi deviare da alcune false tracce, si raggiunge il torrente verso quota 1180m circa. Si attraversa senza problemi il piccolo croso per rimontare subito il fianco opposto lungo un breve e ripido canaletto erboso guadagnando così l'abetaia dove il sentiero ricompare con alcuni gradini. Esso sale con alcuni risvolti mantenendosi parallelo al croso quindi, raggiunta una zona caotica di piante abbattute, scompare. Si piega a sinistra (W) e si risale faticosamente tra tronchi e rami per il ripido pendio, mantenendo la direzione della massima pendenza e rimanendo non troppo distanti dal precipite ciglio, poco più a sud, della forra che giunge da Solgone. Usciti dal tratto caotico si prosegue con la medesima direzione, sempre poco distanti dal ciglio, su terreno ripido ma meno ostico sin verso quota 1430m circa dove si intercetta il vecchio sentiero che conduceva ad Eir. Lo si segue verso sinistra, risolvendo la facile testata della forra (qui ormai esaurita) e raggiungendo un comodo spiazzo sorretto da un ben visibile muro a secco dove trova posto una grande fontana. Non resta che seguire il ben visibile sentiero che, girato l'angolo, conduce tranquillamente alla piccola chiesetta delle baite orientali di Solgone (1403m – 2h).
Dalla chiesetta si prende il sentiero, segnato e battuto, che parallelamente alla teleferica si abbassa con numerosi risvolti passando dalla cappella di Ròvrign (1077m) e terminando sulla strada asfaltata presso la stazione di partenza della teleferica. In breve si rientra a Pontirone (3h).
novembre 2013