Alpe Peloso

Val Chiavenna

foto: Pelos Zura

   Sulle balze soprastanti la piana di Vho (un piccolo paradiso di poco discosto dalla strada per il Passo dello Spluga) si trovano diversi alpeggi che, costruiti con la tecnica dei Carden, sono in massima parte abbandonati e sempre più vittime del trascorrere delle stagioni. Il più caratteristico fra questi è indubbiamente l'Alpe Peloso. Singolare per la sua posizione, che è arroccata su di un terrazzo circondato da pareti, e singolare per la sua architettura, rivelatrice d'un susseguirsi di ampliamenti che - invece di appesantirne il volume - lo hanno aggraziato e movimentato rendendolo unico nel suo  genere. l'Alpe Peloso non è semplice da raggiungere: il vecchio sentiero - già ardito ai tempi, dovendo destreggiarsi tra cenge placche e pareti - rimanendosene ben nascosto chiede un certo impegno tanto ad essere scovato quanto ad essere percorso. 

Alpe Peloso e Alpe Preda da Cimaganda

   Il sentiero, ancora reperibile e  parzialmente indicato con segnavia, si snoda lungo le debolezze delle pareti che sostengono il pianoro dell'alpeggio sfruttando un susseguirsi di cenge. Una placca di II, appoggiata ma delicata se bagnata, è l'unico concreto ostacolo, unito alle difficoltà di orientamento nel bosco sottostante l'alpe dove i segnavia terminano ed il percorso non è né logico né evidente. Difficoltà di orientamento che divengono più rilevanti nella salita all'Alpe Preda e, soprattutto, nel caso si scelga di scendere verso l'Alpe Cascina dove il vecchio sentiero è in massima parte cancellato. Dall'Alpe Preda dovrebbe essere anche possibile raggiungere l'Alpe Cascina passando da La Baita (non verificato).


  Da Cimaganda (900m) si attraversa il torrente sulla passerella portandosi alle diroccate case di xxxda cui verso sinistra (S), superata una sbarra, si segue una traccia che percorre il piede della parete rocciosa (Parete del Peloso); si giunge all'imbocco di un canale che si risale sino ad una roccia piramidale con segnavia dove si esce a sinistra portandosi sulla destra orografica, dove altri segnavia conducono per una ripida traccia  sulla nervatura spartiacque con la Vallesegna (1210m ca) sotto la prua rocciosa 1288m Igm. Il sentiero si porta sul versante della Vallesegna ed in traverso conduce al di sotto di alcuni tetti giallastri: ci si alza dirigendosi verso i tetti, si supera una placca appoggiata (II-, 10m) e per cengia si traversa al di sotto dei tetti da sinistra verso destra. Alcuni gradini scavalcano la nervatura a monte del becco roccioso e portano alla testata del canale iniziale che si attraversa portandosi sulla sua sinistra orografica; con un paio di risvolti si guadagna quota per entrare quindi verso destra (E) nella faggeta (1400m ca) sopra la Parete del Peloso. Qui la traccia va perdendosi: si prosegue verso N portandosi al piede della cinture rocciose che sorreggono l'Alpe Peloso, si mantiene la direzione verso N e si giunge ad un dosso erboso, dove presso un muretto a secco la traccia ricompare e, piegando a sinistra (S), conduce al terrazzo dove sorge l'Alpe Peloso (1497m Igm - 1.45h).

  Dall'alpe ci si alza senza traccia evidente, poggiando dapprima sulla destra,  quindi verso sinistra, raggiungendo una baita isolata (Pelus Zura, 1581m Igm) da cui si ritorna nel fianco della Vallesegna; per vaga traccia si traversa sino ad un pianoro, da cui si rimonta ripidamente per una poco definita vallecola (balma) sbucando su di un ampio pianoro (Zucùn del Pelus, 1737m Ctr) con torbiere. Verso W ci si porta al risalto roccioso che sostiene il pascolo dell'Alpe Preda, lo si aggira sulla destra (gradini) in senso antiorario e si guadagna così l'Alpe Preda (1822m Igm - 3h).

aprile 2023

album fotografico:

Alpe Peloso e Alpe Preda da Cimaganda - apr2023