Il piccione (di Patrick Suskind)

Proposto da Arianna

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di settembre 2008

Usuale partenza di discussione con un giro di commenti in ordine al "ti è piaciuto?/non ti è piaciuto?".

Hanno espresso apprezzamento per il libro Serena, Gabriella, Luisella, Liviana e Alessandro. A Marcello (pur avendolo solo sfogliato), Marinella e Cinzia Il Piccione invece non è piaciuto.

Il realismo della situazione narrata (nel senso di realtà e diffusione di quel tipo di condizione) è stato sottolineato da Serena (che ha ricordato "Il fischio" di Pirandello per un'analoga vicenda di "caduta" che porta - in quanto scritto dal drammaturgo siciliano - alla pazzia), Gabriella (molti si trovano in una situazione analoga a quella di Jonathan, protagonista del romanzo) e Luisella che si è riconosciuta nella vicenda, anche per la sua nota "piccionofobia". Lo stile di scrittura è stato apprezzato da Gabriella e Luisella (le sembra uno stile quasi dell'800). Liviana prova tenerezza per Jonathan, anche per il dramma della scomparsa dei genitori vissuto nell'infanzia, e si domanda quanto delle vicende di vita dello scrittore si ritrovino nella vicenda narrata nel libro.

Alessandro giudica Il Piccione come la descrizione paradossale della vita di molti che cercano di tenere sotto controllo la vita, con tutta la sua carica di necessario caos. A Marinella la storia non le diceva molto, la trovava molto lontana da sè. Cinzia ha sottolineato quanto terribile e triste era l'esistenza del protagonista.

Alessandro segnala che la conclusione gli è sembrata un po' "veloce". Cosa ha condotto Jonathan ad avvicinarsi in così breve tempo ad una possibile speranza di uscita da una vita "sicura" ma profondamente fragile? Nel dibattito seguente (in cui tra l'altro si è parlato di quanto diffusa sia una certa incapacità ad uscire da binari prestabiliti) c'è chi ha suggerito che la prospettiva di trasformazione di Jonathan venisse dalla sofferenza, chi da una maturazione radicata nel tempo, chi dall'improvvisa consapevolezza di cose prima evitate.