Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey (di Mary Ann Shaffer)

Proposto da Oscar

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di marzo 2019

Hanno votato "sì" (unanimità): Oscar, Marisa, Patrizia, Marinella, Tomas, Sonja, Katia, Gabriella, Alessandra Ce., Silvano.

Oscar: Sono arrivato a questo romanzo di Mary Ann Shaffer vedendo il film che ne è stato tratto. Mi è sembrata una storia interessante, ben equilibrata tra momenti drammatici e passaggi più leggeri. E, soprattutto, è un romanzo che parla di un gruppo di lettura come il nostro, e per questo mi è parsa una proposta appropriata.

Marisa: Forse alla forma epistolare del romanzo avrei preferito una struttura inframmezzata in alcune parti da descrizioni in forma di dialogo o di semplice narrazione, tale da rendere la lettura ancora più interessante e meno scandita dalla sequenza rigida delle date. Qui le lettere che si susseguono per tutto l’arco del romanzo descrivono situazioni e stati d’animo vissuti dai personaggi più disparati e lo stile di scrittura di ognuna ne denota la singola personalità. Ed ecco la modestia di Juliet, la timidezza di Dowsey, la sicumera di Mark, il senso dell’amicizia di Sidney, la generosità e il coraggio di Elizabeth che - da morta - rivive nelle lettere con il carisma di una persona fisicamente presente, capace ancora di catalizzare l’ammirazione e l’amore di tutti gli isolani. Accomuna tutti il club del libro, diventato il punto d’incontro ideale dove ognuno apporta il suo piccolo importante contributo intellettuale e conviviale. Gli orrori della guerra da poco finita rivivono anch’essi nelle lettere, documentati da fatti realmente accaduti con risvolti drammatici, come quelli dei bambini costretti ad essere allontanati dai propri genitori per meglio garantire così la propria sopravvivenza e la speranza di un futuro meno incerto. Tutto ciò sullo sfondo di un’isola dal paesaggio bucolico che contrasta non poco con gli avvenimenti bellici che vi si svolgono e scritto con tipico humour inglese, che alleggerisce il racconto anche negli aspetti più grevi.

Patrizia: Il libro mi è piaciuto. Ho solo una riserva sulla struttura epistolare, che mi ha reso un po' difficile ricordare tutti i personaggi. Ma è anche vero che la successione delle lettere faceva conoscere per gradi i personaggi. Mi è piaciuto tantissimo il personaggio di Juliet Ashton e, mentre procedevo nella lettura, anticipavo col pensiero il momento in cui lei sarebbe andata all'isola di Guernsey.

Marinella: Il libro mi è piaciuto moltissimo per il suo British humour che l’autrice alterna a momenti intensi e drammatici. Nel complesso è lieve. Mi è piaciuta la forma epistolare e la costruzione della storia attraverso i racconti dei vari personaggi che lentamente cominciamo a conoscere fino ad arrivare all’affetto. Amo in particolare la lettera di Eben a Juliet del 10 marzo 1946. Libro che mi è dispiaciuto finire.

Tomas: Come accade di solito coi libri proposti da Oscar, questo romanzo mi è piaciuto. Per me è importante costruire con l'immaginazione i personaggi di un libro e l'autrice è stata molto brava a delinearli poco per volta. Ho solo notato una stranezza: a giudicare dalle date riportate nelle lettere, queste erano molto rapide ad arrivare al destinatario, soprattuto tenendo conto che si trattava di un periodo di guerra.

Sonja: La forma epistolare dà vita a questo libro. I personaggi si arricchiscono di dettagli proseguendo nella lettura. E' un po come se quelle lettere le avessi ricevute io. Complimenti alla scrittrice per aver immaginato questa storia. Sono un po' rimasta delusa nel momento in cui il tono del romanzo inzia a calare, diventando quasi infantile (leggendo poi la postfazione, ho appreso che il romanzo è stato portato a termine dalla nipote dell'autrice). Inizialmente ero perplessa a iniziare la lettura di questo libro, ma Marinella mi ha convinta inviandomi i divertenti passaggi su Catullo.

Katia: Forse non avrei dovuto, ma prima di leggere il libro ho visto il film che ne è stato tratto. Leggere il libro è stata un'esperienza molto diversa rispetto al film e, proseguendo nella lettura, continuavo ad aver in mente le immagini del film e le facce dei protagonisti. Non ero a conoscenza dell'interesse dei nazisti per i gruppi di lettura e per le attività culturali in genere. E non sapevo nemmeno del fatto che i bambini venissero allontanati dalle famiglie, in tempo di guerra, per aumentare le loro probabilità di sopravvivere. Il mio personaggio preferito è quello di Elisabeth. Decisamente questo è uno di quei libri che, giorno dopo giorno, non vedi l'ora di continuare a leggere e che, alla fine, ti dispiace lasciare.

Alessandro: Mi spiace, ma non posso dire molto riguardo a questo libro, visto che ho letto solo l'anticipazione gratuita che ho scaricato sul mio Kindle. In questi giorni ero preso dalla lettura del saggio "L’illusione di Dio" che discuteremo tra qualche giorno.

Gabriella: Ero inizialmente prevenuta per lo strano titolo di questo romanzo, ma poi, devo dire, mi ha conquistata. Stranamente l'elevato numero dei personaggi non mi ha disorientato. Tra i personaggi di Elisabeth e Juliette non ho colto grandi differenze, anzi, mi sono sembrate due espressioni della stessa persona. Mi sono piaciuti i passaggi pieni di ironia. La scrittrice alterna momenti tragici a momenti di allegra briosità. Decisamente un bel libro.

Alessandra Ce.: Ho trovato geniale la successione delle lettere. Gli scambi di informazioni erano veloci, quasi colloquiali. Mi svegliavo la mattina con la voglia di procedere nella lettura del libro. Le lettere mi sono sembrate una sequenza di fotografie, che man mano prendevano vita. Grazie a Oscar per aver proposto questo romanzo. Non conoscevo questa parte della storia del secondo conflito mondiale e, in particolare, del ruolo strategico dell'isola di Guernsey.

Silvano: Per evitare di andare in libreria e chiedere di un libro con un titolo così strano, ho scaricato questo romanzo sotto forma di e-book sul mio lettore Kobo. Peccato, però, perche così facendo mi sono perso la postfazione e le informazioni interessanti che conteneva. Ho avuto la sensazione che le lettere fossero una specie di dialogo interiore dell'autrice. Il romanzo mi è piaciuto: qualcosa di inaspettato e diverso dalle mie altre letture di queste ultime settimane.


Prossimo libro: "Qualcuno con cui correre" di David Grossman (preferito a "L'anno della lepre" di Arto Paasilinna e a "Piccoli esperimenti di felicità" di Hendrik Groen)

Prossima proponente: Sonja

Prossimo incontro: 26 aprile