Sì: Alessandra Co., Mirella, Jordan, Maddalena, Marisa, Gabriella, Alessandra Ce., Oscar
Nì: Tomas, Alessandro, Giovanna, Massimo I., Mari
Alessandra Co. (sì, proponente): Il libro può far sorridere ma anche riflettere, raccoglie altri due racconti oltre a quello che da il titolo. Tutti e tre parlano del denaro e di come può mutare gli uomini; raccontano debolezze, maschere, menzogne, scelte di comodo, ipocrisie, atteggiamenti superficiali. L'ho proposto per questi motivi: breve, di facile lettura, adatto all'estate, e i temi trattati erano quelli che mi attanagliano da sempre: apparenza e verità, denaro e meschinità (da bimba sognavo una società senza denaro). Poteva aprire qualche discussione (anche se dalla terna proposta pensavo si scegliesse "Il sistema periodico" di Primo Levi). Poi l'ultimo racconto, "La banconota da un milione di sterline", finisce bene e di questi tempi un "happy end" ogni tanto ci vorrebbe proprio.
Mirella (sì): Letto volentieri e velocemente. Il primo racconto evidenzia il finto perbenismo della città e come dietro l'apparente onestà si trovi l'ipocrisia.
Jordan (sì, Assorbilibro singaporese ad honorem): E' molto contento della serata. Pensa che leggere libri sia una cosa bella e importante. Ha letto il primo racconto: essere onesto è difficile e quando arriva la tentazione si cede.
Maddalena (sì): Mark Twain mi piace tantissimo. Scrive libri contro i luoghi comuni e i benpensanti. Io ho sempre diffidato dell'apparenza e ho insegnato ai miei figli a diffidare di chi veste giacca e cravatta. La banconota da un milione di sterline mi piace molto. E' interessante vedere come la società accoglie chi è ricco e chi è povero. Fa riflettere.
Tomas (nì): Ho ascoltato i due racconti come audiolibri (uno in ceco, uno in slovacco). Non è un libro eccezionale. Il primo racconto l'ho trovato noioso e artificiale; più divertente l'altro.
Marisa (sì): Il racconto che narra della città di Hadleyburg si inserisce nel contesto storico americano degli ultimi anni dell'800. Questa città immaginaria riassume tutte le pecche del Paese America, diventata ormai una vera e propria potenza industriale, che allora si presentava come l'emblema della democrazia per antonomasia e del potere basato sui convincimenti di un puritanesimo radicale e che in nome della morale non esitava invece a calpestare i principi della morale stessa, rincorrendo le sue mire espansionistiche e la sua brama di ricchezza.
Alessandro (nì): Letto in inglese con difficoltà. Poi AleA m ha prestato il libro e ho apprezzato l'introduzione di Italo Calvino. Mi ha fatto ricordare l'aforisma di Oscar Wilde: "posso resistere a tutto tranne alle tentazioni". La cristallina onestà di Hadleyburg cade in frantumi alla prima tentazione. Il terzo racconto, "La banconota da un milione di sterline", l'ho trovato interessante e attuale.
Giovanna (nì): Libro piccolo, storie di poco conto. Un libro da spiaggia, nulla di più. Tratta cose risapute.
Gabriella (sì): Letto in inglese con difficoltà. Sono rimasta colpita dai due vecchietti che in fondo erano i più onesti e hanno pagato più di tutti. Sono racconti semplici, ma hanno una morale, sviscerano la cupidigia.
Alessandra Ce. (sì): Concordo con Gabriella. Aggiungo che mi ha ricordato "Desperate Housewives".
Oscar (sì): Mentre leggevo i tre racconti mi sono chiesto quanto l'etica e l'onestà siano valori condizionati dalla cultura e dal contesto in cui si vive. Molti italiani si vantano di come riescono ad aggirare le leggi e a vivere furbamente e un nostro ex presidente del consiglio tempo fa ha addirittura dichiarato che evadere le tasse è comprensibile e praticabile. Nei personaggi di Mark Twain, se non altro, è ricorrente il tema del senso di colpa. Ho trovato interessante il racconto dei due coniugi che vivono in attesa dell'eredità: l'immaginazione e l'anticipazione di una vita di ricchezze e piaceri puo' essere altrettanto piacevole (se non di piu') di una reale vita da ricchi.
Massimo I. (nì): Ho trovato più strutturato e logico il primo racconto mentre "La banconota da un milione di sterline" non sta in piedi. Mi ha ricordato un racconto di Shirley Jackson. Si nota il cambiamento di stile del terzo racconto, scritto in età più giovanile, quando ancora l'autore conservava il suo ottimismo e la visione positiva della vita. Mentre i primi due racconti sono scritti negli anni in cui le difficoltà avevano in parte piegato l'animo dell'autore.
Mari (nì): Tom Sawyer è stato il libro della mia infanzia. Immaginavo e giocavo ad essere lui. Ora però non sento l'esigenza di leggere Mark Twain.
Prossimo libro scelto: "La fattoria degli animali" di George Orwell (preferito a "Knulp" di Hermann Hesse e "Il monte Analogo" di Renè Daumal)
Prossima proponente: Gabriella
Prossimo incontro: 26 settembre