Fusione, neutroni lenti... amore (di Vito Lozupone)

Proposto da Oscar

Riferimenti: IBS

Discussione di ottobre 2017

Sì: Maddalena e Gabriella

No: Marinella

Nì: Alessandra Co., Massimo I. e Oscar

Oscar (nì, proponente): tempo fa stavo facendo ricerche in Amazon per trovare saggi da leggere e proporre al gruppo. Ne avevo trovati diversi davvero interessanti, ma tutti fuori budget. Nella pagina di uno di questi, Amazon elencava il saggio di Lozupone nella sezione "Chi ha acquistato questo articolo ha acquistato anche...". Il titolo era intrigante e la breve descrizione lasciava ben sperare. Mea culpa per non averlo letto prima di proporlo al gruppo! Ma "vostra culpa" anche per averlo preferito agli altri saggi che avevo proposto, di gran lunga più interessanti!

Alessandra Co. (nì): Questo saggio è stato un "libro del destino": la copia che mi hanno venduto aveva un difetto di impaginazione; le prime 33 pagine appartenevano ad un altro saggio, poi seguiva la pagina 17 e il resto del saggio di Lozupone. Arrivata alla fine del libro mi ha colpito l'affetto di questa persona per Enrico Persico, suo docente, e l'apprezzamento per la sua disponibilità e umanità. L'intento di difendere la memoria di Persico è encomiabile. So quanto può essere importante un docente per i suoi studenti e so quanto puo essere stupido e terribile il giudizio degli altri. È un peccato che le persone con valore a volte non vengano apprezzate come dovrebbero. Quello che in alcuni casi ha la meglio è la stupidità dell'apparenza, soprattutto nei contesti in cui occorrono finanziamenti per muovere le cose. Le persone che si piegano a questi compromessi sono manager e non scienziati. Il libro mi ha anche fatto pensare ai paralleli tra quello che accade nella chimica e gli accadimenti delle nostre vite (come non ricordare la canzone "Un chimico" di Fabrizio De Andrè).

Marinella (no): Ho detto "no" perché di questo saggio non mi è piaciuta la scrittura grossolana, poco rifinita, e i diversi refusi. Invece ho apprezzato l'intento di riabilitare la memoria di Enrico Persico, e anche il ribadire le ingiustizie subite da altri scienziati, i cui meriti non sono stati riconosciuti, come Lise Meitner (segnalo un libro sulla sua vita da poco uscito, nel quale viene ribadito come Otto Hahn le abbia rubato il Nobel). Per il resto è un saggio che ho faticato a comprendere. Mi ha anche lasciato perplessa l'ostilità dell'autore nei confronti di Fermi.

Massimo I. (nì): Questo è un tipico libro a pagamento (autopubblicato). L'autore, in pensione, decide di mettere su carta le proprie memorie. Il motivo scatenante è stata l'uscita di un articolo su Persico e Fermi pubblicato dal Corriere della Sera. Ad ogni modo il saggio contiene solo informazioni e aneddoti già pubblici, raccolti da fonti terze (l'autore non ha fatto ricerche scoprendo cose nuove). L'unica cosa che colpisce è la tristezza di Persico, malato e in fin di vita, che scrive lettere alla sua Nella. E bisogna certamente riconoscere i meriti misconosciuti di Enrico Persico, anche se questi non lo portano al livello di un premio Nobel. Anche io ho trovato interessante i riferimenti alle persone premiate grazie a meriti e lavori altrui.

Gabriella (sì): Ho detto "sì" perché, al di là dello stile di scrittura e dei refusi, in questo libro ho sentito la grande umanità e affetto che l'autore è riuscito a esprimere, facendosi paladino di fronte a un'ingiustizia. L'inizio del saggio mi ha lasciato perplessa, visto che Lozupone cita passaggi del suo curriculum. Ma poi ho apprezzato le pagine in cui parla del lato umano e professionale di Persico, che ha avuto come professore. Mi ha stupito la descrizione del carattere di Enrico Fermi, un vero caterpillar che non si faceva problemi a passare sopra le persone. Per non parlare della sua freddezza durante l'esperimento della bomba atomica. Il contrario di Einstein, che aveva reagito opponendosi a questi esperimenti. Quello che ho letto mi ha demolito il mito di Fermi, che ho sempre considerato un grande nel suo campo. Un vero scienziato deve avere anche umanità per essere completo. Mi ha fatto tenerezza Persico, timido e introverso, sempre disponibile e attento ai suoi studenti. La bellezza di questo libro sta proprio nel farci vedere l'umanità di alcune persone e la mancanza di umanità di altre.

Maddalena (sì, via mail): Il saggio mi è piaciuto moltissimo. Sicuramente non si tratta di un capolavoro di letteratura, ma ha due enormi pregi: 1) l'autore lo ha scritto non per dare importanza a se stesso, ma spinto dal desiderio di rendere giustizia a un altro, 2) essendo l'autore uno scienziato vero, possiamo vedere come ragiona uno scienziato. La linearità del pensiero, la ricerca dei "fatti" senza abbellimenti, la ricerca della verità. Da questa lettura siamo venuti a conoscere alcune notevoli ingiustizie (mi ha colpito tantissimo il Nobel al tedesco Otto Hahn, mentre in realtà avrebbe dovuto andare alla scienziata Lise Meitner, che essendo ebrea in epoca nazista ovviamente non poteva apparire) e tutte le discriminazioni citate verso scienziati ebrei. Penso che in tutti i settori dobbiamo sempre ricordarci che spesso in questo mondo chi viene premiato, esaltato, chi diventa famoso non è detto che sia il migliore. Ci sono moltissime persone che valgono tanto e restano per vari motivi nell'ombra. Siamo nella cultura delle apparenze, e sempre di più. Penso che Lozupone con questo piccolo saggio in un certo senso ha voluto riabilitare un personaggio che il resto dei giornalisti/saggisti aveva indicato come perdente, riabilitando in qualche modo tutti i cosiddetti "perdenti" del mondo. Non sempre quello che appare è vero, non sempre quello che brilla lo fa di luce propria, siamo nel regno dell'inganno a tutti i livelli. Restano solo le cose vere, il senso di giustizia (come quello che ha spinto Lozupone a scrivere), la ricerca della verità (che muove i veri scienziati), l'amore (da quello romantico a quello che ha spinto alcuni scienziati a rifiutare di collaborare alla costruzione dell'atomica).


Prossimo saggio: "Codici & segreti" di Simon Singh (preferito a "L'albero filosofico" di Carl Gustav Jung e a "Esperti di troppo. Il paradosso delle professioni disabilitanti" di Ivan Illich)

Prossima proponente: Marinella

Prossimo incontro: 12 gennaio