La maschera di Dimitros (di Eric Ambler)

Proposto da Marcello

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di ottobre 2008

Cosa mai si potrà discutere su di un libro così “leggero”, quale “La maschera di Dimitrios” di Ambler? Questa è stata la domanda che è passata per la mente a più di un “assorbilibri” prima dll'incontro mensile svoltosi ieri, venerdì 10 ottobre, a casa dell'estensore di questo sintetico resoconto. Certo, non vi sono state le accese discussioni suscitate, da ultimo, da “La parete” e da “Il piccione”, eppure l'ora e mezza dedicata al libro del mese è stata ugualmente interessante ed volata via veloce tra una considerazione e l'altra.

Ai presenti (Alessandro, Serena, Massimo UD, Massimo TS, Marina, Gabriella, Sandra, Marinella, Marcello, nonché, per la prima volta, Isabella - che si unirà al gruppo - e Bia, ospite salernitana di Sandra, in transito da Trieste per la Barcolana) il libro complessivamente è piaciuto, con dei distinguo da parte di Sandra e Marinella. Marina e Marcello non sono riusciti a completare la lettura.

A Serena è piaciuto anche lo stile. Massimo di Udine ha apprezzato il risvolto psicologico, il suo omonimo triestino la gradevolezza della lettura (avvenuta nel suo caso pochi anni fa). Gabriella ha trovato buona la descrizione degli ambienti in un periodo storico che gradisce particolarmente. Sandra ha trovato “La maschera di Dimitrios” non molto accattivante nel creare la “suspance”, ma alla fine il libro non le è dispiaciuto anche se non l'avrebbe letto di sua spontanea volontà (questo è il bello del gruppo di lettura, dice Marina, che consente di scoprire autori e titoli a cui uno non avrebbe prestato particolare attenzione). Marinella ha una posizione simile a quella di Sandra e rileva anche che, in generale, non le piacciono i libri privi di figure femminili di rilievo. Alessandro rilegge alcune parti delle ultime due pagine del libro in cui Ambler definisce Dimitrios come il prodotto del caos e del dilagare della legge del più forte. Lo spettro dell'incombente II Guerra Mondiale (e delle simiglianze con il nostro presente) rende ancora più sinistro il finale, nonostante l'ironia della sua contrapposizione con la trama del rassicurante giallo “classico”, ipotetica prossima opera dello scrittore protagonista del libro.

Utilizzando alcune domande tratte da un sito internet sui gruppi di lettura si è poi discusso sullo stile (ad esempio, l'uso di “inserti” - verbali, lettere, ecc. - piuttosto che di flashback veri e propri), sulla tensione suscitata dalla trama (“suspance” rimasta costante, senza punte né in alto né in basso), sull'ambientazione (bello il giro nell'Europa prebellica; a questo proposito un dubbio è venuto a più di uno dei presenti: come funzionava la posta prenumatica?), su quanto una storia d'amore (che in “La maschera di Dimitrios” era assente) giochi un ruolo positivo o no in un romanzo giallo e su quanto questo genere di fiction piaccia o no ai membri del gruppo.