Candido o l'ottimismo (di Voltaire)

Proposto da Luca

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di giugno 2008

Su 11 presenti, 7 hanno affermato di aver apprezzato il libro, 2 hanno espresso un giudizio negativo, i rimanenti 2 si sono tenuti neutrali.

A favore del testo sono state citate, tra le molte, le seguenti ragioni: è un "classico" ed esprime concetti che sono alla base del mondo moderno come lo conosciamo noi; esprime la descrizione di un viaggio iniziatico; è "spiritoso"; è semplice in apparenza ma tocca molti punti, molti argomenti; è critico contro gli uomini di religione, ma non necessariamente contro la religione; è privo di moralismi; il protagonista è un semplice ma anche un nobile d'animo (un Forrest Gump di 250 anni fa); rappresenta le brutture della natura umana ma in termini comunque accettanti.

Elementi negativi invece sono: una certa frettolosità nella descrizione dei personaggi (quasi delle "macchiette") ed una mancanza di realismo; una satira ormai invecchiata; una certa complessità nei riferimenti richiamati dall'autore.

Una lista di domande recuperate da internet è stata utile per animare la discussione che si è protratta per circa due ore. In tale ambito numerosi sono stati i punti toccati: la perdita del "paradiso" all'inizio del libro e l'arrivo finale ad una situazione di solo parziale "happy end"; l'Eldorado è la continua necessità dell'uomo di movimento e avventura, anche a costo di rinunciare al "migliore dei mondi possibili"; il rapporto tra miserie degli schiavi dei paesi d'oltremare e gli agi degli europei che consumano i beni prodotti con la sofferenza di altri uomini; la posizione della donna nell'"Età dei Lumi"; il ruolo del lavoro nella felicità dell'uomo.

Hanno colpito in modo particolare alcuni passaggi del capitolo finale del libro, quali il dialogo "zen" con il saggio derviscio e le frasi: “Lavoriamo senza discutere,” fece Martino, “non c’è altro modo per sopportare la vita.”

“Voi dite bene,” rispondeva Candido; “ma noi bisogna che lavoriamo il nostro orto.»