Presenti: Tomas, Alessandro, Patrizia, Luisella, Marinella, Chiara, Pierpaolo
Sì: Tomas, Alessandro, Katia, Patrizia
No: Marinella
Nì: Chiara, Pierpaolo
Tomas: abbiamo letto Follia e ho pensato ad un libro dello stesso ambiente. L’ho letto vent’anni fa e ho visto il film che non mi è piaciuto perché un libro uno lo immagina, se vede il film non può farlo. La storia è pesante. Mi è piaciuto che chi racconta sia l’indiano.
Chiara: non l’ho finito, il contenuto è forte e devo leggerlo a piccole dosi. E’ uno dei libri più dettagliati che abbia mai letto. Crea un’immagine nitida, precisa. Questo non rende la scrittura scorrevole, la lettura è pesante. Il personaggio di mc Murphy si impone, è fortissimo.
Pierpaolo: Ho votato nì perché il libro ha dei buoni momenti ma per certi versi appare molto datato, soprattutto per certe scelte, che oggi appaiono razziste (le persone di colore hanno tutte un ruolo negativo e sono chiamate negri) o misogine (quasi tutte le problematiche e i disturbi dei protagonisti si possono far risalire a scontri con personaggi femminili come madri e mogli, e la grande infermiera è un archetipo femminile negativo). Le cose che mi sono piaciute di più sono la scelta del grande capo Bromden come protagonista e voce narrante, che determina lo stile così peculiare del libro, dando uno sguardo dal di dentro sul disagio mentale, che mi sembra molto credibile. In particolare trovo molto riuscite le descrizioni che la voce narrante dà della Cricca, la struttura socio politica dominante che, reprimendo l’istinto alla libertà, destina agli ospedali psichiatrici chi non si adegua al generale conformismo. Sono molto visionarie e poetiche e forse questa capacità di immedesimazione Kesey la matura attraverso la conoscenza diretta di malati psichiatrici, lavorando come inserviente in manicomio e anche con l’uso massiccio che fa di LSD. Interessante il paragone con il romanzo Follia di Patrick McGrath, recentemente letto nel gruppo: ambientato proprio negli stessi anni in un manicomio psichiatrico inglese, emergono differenze legate alla diversa rilevanza del ruolo delle infermiere (in Inghilterra sembra che non contino niente) e al fatto che l’ospedale americano è una specie di clinica di lusso dove i malati sono lì volontariamente, o perché mandati dalle famiglie (tranne alcuni, come Randle Patrick McMurphy o Bromden). Mc Murphy è un personaggio ambiguo, un piccolo imbroglione e sfruttatore, che arriva in quell’ospedale e poi probabilmente decide di restare lì per interesse, ma anche un uomo libero e coerente, la cui presenza finisce per avere un ruolo positivo su molti pazienti.
Marinella: il mio giudizio è sicuramente ingiusto perché non ho finito il libro ma, o per difetto di traduzione o per mia difficoltà a seguire il linguaggio, non ce l’ho fatta.
Katia: l’ho ascoltato con un audiolibro, ho visto il film, è un libro un po’ datato. Mi è piaciuto che sia l’indiano a narrare e le domande di sottofondo sull’essere o non essere normali...
Alessandro: l’ho letto in inglese, è abbastanza comprensibile. E’ un libro che forse non avrebbe avuto fortuna se non ci fosse stato il film. All’inizio ho avuto difficoltà di lettura, poi ho apprezzato molti punti.
Patrizia: non l’ho finito. Il film mi era piaciuto tantissimo. Il libro mi è piaciuto per come descrive la struttura del manicomio.
Prossimo libro: "Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey" di Mary Ann Shaffer (preferito a "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood e a "Montedidio" di Erri De Luca)
Prossima proponente: Katia
Prossimo incontro: 29 marzo