La statua di sale (di Gore Vidal)

Proposto da Marisa

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di luglio 2018

Sì: Alessandro, Alessandra Ce., Marinella, Gabriella, Oscar

Nì: Pierpaolo, Marisa

Marisa (nì, proponente): Di Gore Vidal ho apprezzato molto il romanzo storico Giuliano, motivo che mi ha spinto a proporre questa sua opera giovanile, un’opera coraggiosa per l’epoca in cui è stata scritta. Il titolo italiano si richiama a un episodio della Bibbia e il protagonista sembra davvero una statua di sale, pietrificato nei suoi sentimenti, tranne che nell’ossessione di ritrovare il suo primo grande amore, idealizzato a tal punto che nessun dubbio riesce a scalfire la sua presunzione di essere contraccambiato anche a distanza di tempo. Inoltre, egli lascia trasparire ben poco il conflitto interiore che lo porta in certi momenti a negare la propria diversità e a lasciarsi passivamente trainare dalle persone che incontra, quasi a volersi arrendere di fronte al corso ineluttabile degli eventi. Insomma, la configurazione di una personalità come la sua, tutto sommato assai debole, lo fa apparire piuttosto apatico, indifferente nei rapporti sociali, sorprendendoci soltanto alla fine quando sarà sopraffatto dalla delusione e dalla rabbia. Il linguaggio è scarno e diretto, ma stenta a coinvolgere emotivamente il lettore, anche se s’inserisce opportunamente in una narrazione dettata da onestà intellettuale e priva di abbellimenti o altre forme di strategie letterarie capaci di attenuare l’impatto psicologico in un lettore dalla mentalità per così dire intransigente.

Alessandro (sì): Letto tantissimi anni fa con il titolo Jim, riletto con il gruppo di Udine, non ricordavo più niente. Non c’è una vicenda, c’è una ricerca dell’amore idealizzato, un’ossessione che si vive nella clandestinità. Mi chiedo cosa resti della storia omosessuale.

Alessandra Ce. (sì): Mi ha coinvolto e incuriosito il personaggio che ha idealizzato una storia. L’ambiente non mi piace, famiglie squallide, tutti personaggi tristi, infelici, sempre ubriachi, strafatti. E’ attuale per il tipo di rapporti violenti e di sopraffazione che descrive. Nel complesso mi ha lasciato perplessa.

Pierpaolo (nì): Non l’ho finito anche se sono incuriosito dal finale… Capitoli molto diversi uno dall’altro. E’ lontanissimo da me.

Luisella: Ne ho letto una piccolissima parte. L’ho trovato un libro ipocrita che alla resa dei conti non riesce ad andare fino in fondo

Marinella (sì): Mi è piaciuta la scrittura semplice, essenziale, cruda. Non l’ho letto come un romanzo omosessuale perché i temi trattati mi paiono universali.

Gabriella (sì): Mi è piaciuto moltissimo. Personaggi sofferti che cercano l’amore. Riflessioni profonde.

Oscar (sì): Ho letto questo romanzo una trentina di anni fa, quando era stato pubblicato col nome di "Jim": è stato un interessante confronto tra il me stesso di allora e il me stesso di ora. Avrei preferito che l'intera storia fosse ambientata nella provincia americana, visto che il contesto holliwoodiano/cittadino è contaminato dai soliti cliché. La trama riesce comunque a tenere sempre viva l'attenzione, nonostante non venga voglia di stare dalla parte del protagonista. Jim si rifiuta di usare la parola amore per definire il suo legame con Bob, e nel suo percorso di vita non si fa scrupolo di usare gli uomini che provano sentimenti per lui. La violenza finale su Bob è la trieste conclusione di una storia destinata a generare infelicità.


Prossimo libro: "Ninfee nere" di Michel Bussi (preferito a "Telemachia" di Roberto Calogiuri e a "Artemisia allo specchio" di Angèle Paoli)

Prossimo incontro: 31 agosto

Prossima proponente: Alessandra Ce.