Sì: Concetta, Michele, Marisa, Loredana, Gabriella, Marinella, Alessandra, Massimo I, Mirella, Giuseppe
Nì: Tomas, Massimo M., Giovanna, Maddalena.
Gabriella (proponente): Sì
Non ho visto il film e ma, quando l’ho proposto, avevo letto il libro che tratta tematiche che mi hanno sempre colpito e di cui ne avevo sempre sentito parlare bene. Il libro mi è piaciuto anche se quando Bassani si lamenta del suo amore non corrisposto è stata per me un po’ troppo noiosa. La figura di Micol, di famiglia agiata ma con tanta saggezza e sensibilità (quando ad esempio parla degli alberi umanizzandoli) mi è piaciuta molto. E bello è anche questo giardino dove loro si isolavano e che per me diventa il giardino dove andavo a passare la mia infanzia, l’universo che protegge dagli eventi storici che sono sullo sfondo del romanzo.
Alessandra: Sì
Premetto che non l’ho finito e solo ieri sono saltata alle ultime pagine (ma avevo già visto il film e mi era piaciuto). Bello il modo di scrivere, semplice e immediato. Mi immedesimavo in ogni cosa: nei comportamenti dei ragazzi, nell’innamoramento, nella disperazione per gli esami…
Giuseppe: Sì
Lo lessi anni fa e mi piacque molto: nel rileggerlo mi sono però reso conto di non ricordamelo tanto bene. Comunque mi è piaciuto per come è scritto e si vede che è un autore italiano: non so se sono le traduzioni che rendono la scrittura differente o se è il periodo cui appartiene l’autore, ma ho trovato qui un italiano molto colto, frasi molto elaborate, soprattutto nella premessa in cui, tra incisi, parentesi e relative, uscivano frasi di 10 righe! Anche a me è piaciuta la figura di Micol, sveglia e diretta, decisa e determinata: dopotutto, Perrotti dice proprio che lei che manda avanti la casa, e quando manca tutto viene abbandonato allo sfacelo.
Maddalena: Nì
Il libro è ben scritto ma, quando si parla di ebrei degli anni ’40, si sa come andrà a finire e anche l’atmosfera del libro è quella che ci aspettiamo. Come sarebbe il libro senza questa componente per noi scontata? Sarebbe la storia di ricconi che si annoiano e mi sarei interessata alle loro vicende se non sapessi la loro triste fine? Per cui la mia opinione su Micol non è tanto positiva. Le leggi razziali sono lo sfondo che rendono tutto secondario anche se è atroce vedere come vengano accettate dai personaggi.
Mirella: Sì
Sono d’accordo con Maddalena: sapendone il loro destino, siamo indulgenti con questi personaggi. A mio avviso questo è un romanzo di formazione, la ricerca di se stesso: è il passaggio dal giardino alla stanza. Bello il passare dal presente al passato che rende la nostalgia della emozioni create. Le leggi razziali sono state presentate con una sottigliezza e una finezza davvero uniche e a poco a poco i personaggi vengono cancellati. Il museo ebraico di Berlino non ha oggetti che ricordano ma comunica proprio questa assenza. GB ha fatto lo stesso, ha creato il vuoto, ha eliminato le persone. Per questo e per le descrizioni poetiche che regala, mi sono commossa per tutto il tempo.
Marisa: Sì
Mi ha colpito fin dall’inizio con l’immagine del cimitero: e al cimitero è associata sempre l’idea di morte. Infatti la morte è per me sempre presente nel romanzo, come ad esempio nelle parole del padre quando dice “Nella vita per capire si deve morire almeno una volta”. L’atmosfera dell’anteguerra, delle leggi razziali, scivolano addosso ai personaggi che non si preoccupano dei tempi futuri ma continuano a vedersi in questa oasi felice del giardino illudendosi della realtà. La storia d’amore è un fatto secondario, sebbene gli stati d’animo siano stati descritti molto bene. Anche la fine è stata lasciata aperta per non contaminare l’immagine di Micol tanto cara all’autore.
Marinella: Sì
Tempo fa al gioco di Alessandro in cui dovevamo dire quale fosse il nostro personaggio preferito tra quelli di tutti i libri che avevamo letto, io risposi “Micol”. Lessi di lei nel 1962 e ai tempi avevo circa la sua età. Ero molto diversa da lei e Micol rappresentava quello che io sognavo: una ragazza bella, alta, bionda, occhi magnetici, ricca di cultura, aristocratica ed ebrea, cosa che per me è sempre qualcosa di più anche se può suonare strano per una non credente come me. Bassani la descrive così: “sportiva, moderna, libera”, a scuola era “abituata a presentarsi a trionfare, gentile” e nel tempio “lontanissima, intangibile, un biondo particolare dalle ciocche morbide, una fanciulla con i capelli di lino”. Ora che l’ho riletto ho ripensato le stesse cose di allora.
Tomas: Nì
Mi è “quasi piaciuto”. Ero contento che finalmente leggevamo un libro scritto in italiano senza dover dipendere dalle traduzioni. Interessante come viene presentata la questione dell’antisemitismo, anche se devo essere sincero, fino a prima del mio arrivo nel gruppo non avevo letto quasi nessun romanzo su questo tema e dopo un anno qui con voi ne abbiamo già letto 4. La storia d’amore raccontata non è importante nella struttura del romanzo e non è neppure interessante perché unidirezionale. So che quando è stato fatto il film l’autore di è arrabbiato con il regista DeSica per come ha stravolto il romanzo.
Loredana: Sì
E’ scritto molto bene e mi ha invogliato a leggere altro di Bassani: avevo la sua raccolta “Il romanzo di Ferrara” dove ho trovato racconti più belli, delle piccole icone di personaggi e di vita Ferrarese. La storia non mi ha preso più di tanto, i Finzi-Contini sono lo stereotipo della famiglia ebrea ricca e colta, i personaggi sono poco gradevoli: in particolare non mi è piaciuta Micol, che ho trovato viziata e superficiale.
Mi è sembrato anche molto strano che nei discorsi e discussioni quotidiani venisse praticamente ignorato l'argomento delle leggi razziali, che giorno dopo giorno condizionavano pesantemente la vita sociale dei personaggi al di fuori dell'oasi del giardino...
Massimo M. Nì
Ho trovato il libro un po’ noioso, forse per l’italiano un po’ vecchio e superato, uno stile pesante (ad esempio cita sempre nome e cognome). Interessanti le descrizioni dei luoghi, della città, del giardino, delle loro giornate e del periodo storico. Racconta di questo amore assai confuso e chiuso in se stesso. Tutto quello che accade attorno diventa ovattato quasi dimenticato: sappiamo a malapena quello che succede nella sua famiglia perché il suo unico pensiero erano i Finzi-Contini tanto da andare sempre da loro, anche al giorno di Pasqua, uscendo di casa senza dire nulla. E la storia finisce quando lui si stacca dai Finzi-Contini. E così questi mi sono risultati antipatici, compresa Micol nonostante fosse aperta e moderna (l’unica ad esserlo). Come storia quindi non mi ha lasciato nulla.
Michele: Sì
Volevo farvi notare la serie di coincidenza inerenti a questo libro: lo abbiamo scelto il 27 gennaio, giorno della memoria e oggi, 24 febbraio, veniva presentato alla critica.
Io lo lessi a 14 anni, obbligato forse come tanti a leggerlo per la scuola, ma non ci capii quasi nulla. Dopotutto non lo trovo un libro facile per un quattordicenne, è un libro che scorre di cultura in ogni parte. Ora l’ho riletto e mi sono scritto i commenti. Per me i protagonisti sono Bassani e Micol, lui fortunato e lei no, lui esce indenne dalla storia mentre lei muore, lui ha avuto la possibilità di formarsi e di crescere, mentre lei è rimasta quella che era. Il libro è una riconciliazione tra il dentro e il fuori, tra quello che c’era racchiuso tra le mura del giardino e quello che succedeva al di fuori di esse.
C’è un libro “Saper vedere la città” che parla di Ferrara, di come sia dotata di un piano regolatore elastico che vien preso ad esempio da altre città perché permette di trasformarsi a seconda delle esigenze delle varie epoche.
Concetta: Sì
Condivido quanto detto da Michele, oltre a dire che mi è piaciuto lo stile scorrevole con cui è stato scritto il libro. E’ un libro di formazione in cui, mediante i ricordi, l’autore va alla ricerca di se stesso. B si è liberato della sofferenza dell’amore, che non è però il tema centrale ma solo il mezzo per rivedere il passato e capire come è cresciuto. Con il tempo infatti i ricordi sbiadiscono, sono meno forti e si cresce. Bassani, a differenza di Micol, è stato capace di formarsi mentre lei più debole è rimasta quello che era. Non importa quindi se i personaggi siano nobili ,ricchi o poveri. Questo ricordare rende molto presente il tema della nostalgia e quindi della morte.
Giovanna: Nì
Io lo lessi nel ’73 ma devo dire che è una delle poche volte in cui ho preferito il film al libro: la storia à stata definita meglio da DeSica. Il mio “Nì” deriva dalla scarsa emozione che mi il libro è riuscito a trasmettermi: esistono tanti altri libri sull’antisemitismo che mi hanno commosso molto di più. Non è una storia d’amore perché un amore che non arriva a nulla, un amore platonico non ha senso di essere vissuto. Bello invece il modo di scrivere, questo montare dell’uragano che si avvicina, questo giardino come un Eden anche se alla fine si rivela una trappola: Micol a Alberto sono vittime della paura di una famiglia che, dopo la morte del primo figlioletto, li ha rinchiusi per proteggerli dai pericoli della vita ma in questo modo li ha privati della vita. E anche crescendo erano così legati a quella casa che tornavano sempre là. Quindi Micol, seppur bella e ricca mi ha fatto tanta tristezza, soprattutto per la fine che, con i soldi e le conoscenza che aveva poteva forse evitare. Al contrario, il fratello di Bassani, si era trasferito in Francia per costruirsi una via di fuga. Per lo stesso motivo ho trovato Malnate l’unico elemento vivo nel romanzo.
Bella la descrizione di Ferrara, una città che personalmente adoro.
Massimo I. Sì
Il punto di vista di Maddalena è molto interessante: se non dovesse esistere il tono malinconico dato del contesto storico, il libro avrebbe un altro interesse, come quello dei cloni: senza il loro destino sarebbe stato una semplice e noiosa vicenda di fanciulli. Nel libro mi ha dato molto fastidio il classismo presente in ogni pagina: esistono pezzi che in tono sprezzante parlano del giardiniere, della cameriera. I Finzi-Contini sono simpatici a B perché sono ricchi. La storia d’amore (dire l’ossessione) è fondamentale nel libro perché ne rappresenta il nucleo centrale come in altri romanzi (ad esempio in ‘Un amore” di Buzzati, scritto in un periodo vicino a questo). Questo libro ha però anche il contesto storico molto ben ricostruito.
Prossimo libro proposto da Tomas: “La schiuma dei giorni” di Boris Vian (preferito a “Norwegian wood” e “La ragazza con l’orecchino di perla”).
Prossimo proponente: Mirella.
Al concorso fotografico per “Alexis, o il trattato della lotta vana” stravince Marisa!!!!