Il velo dipinto (di W. Somerset Maugham)

Proposto da Luisella

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di marzo 2013

Sì: Marinella, Mirella, Massimo M., Massimo I., Donatella, Giovanna, Alessandra, Luisella, Tomas, Annamaria

Nì: Gabriella, Giuseppe, Marisa

Luisella (Proponente): Sì

Mi pacque molto quando lo lessi la scorsa estate dopo aver visto il film. Il libro è ancora più bello perché i personaggi sono più veri, più deboli: mi piace come l’autore descrive la debolezza di Kitty che pensa di aver capito tutto della vita ma poi sbaglia di nuovo. E’ un personaggio vero, capricciosa ma onesta fin da giovane quando non accetta di amare qualcuno solo perchè deve farlo.

L’ho finito ponendomi delle domande sull’amore, sull’onestà e sul perdono.

Marinella: Sì

Ho letto tutto dell’autore moltissimi anni fa e mi piacque molto: per me è un classico anche se, dopo il primo successo, è stato letteralmente dimenticato. Come è scritto nella sua biografia, il suoi libri sembrano superficiali ma non lo sono, dietro c’è sempre profondità. Mi è piaciuto anche perché la storia è ben costruita e la scrittura molto nitida.

Tomas: Sì

Mi è piaciuto molto e sono contento di averlo letto. Mi invogliava a leggerlo grazie anche ai capitoli corti e alla scrittura piacevole e interessante. Mi è piaciuto anche l’ambiente esotico cinese ma ancora europeo. Mi sono chiesto cosa sia il “velo dipinto” del titolo: nel libro non si parla di nessun velo ma descrive un teatro dipinto quanto lei torna a Hong Kong. Il velo può essere forse il sipario della vita.

Giuseppe: Nì

Nonostante l’abbia trovato molto scorrevole e di facile lettura, non ho visto nessuna profondità. Il susseguirsi di fatti dovevano essere cambiamenti per i personaggi (Kitty per prima) ma il modo in cui è stato narrato e presentato non mi ha fatto notare nessuna differenza: era una ragazza viziata e infantile e per me continuava ad esserlo anche dopo. Le sue erano solo parole per apparire più matura ma l’autore non ha fatto nulla per renderle credibili. Direi quindi molto superficiale.

Massimo M.: Sì

Per me questo mancato cambiamento di Kitty è il punto di forza del libro: Kitty diventa così un personaggio reale con i sui limiti e le sue incapacità, e rimane immatura. E’ realistico. E lei infatti, alla fine, torna dal padre perché è l’unica persona cara che le rimane.

L’edizione che ho letto riportava alla fine anche una serie di racconti dell’autore e devo dire che quelli erano usciti meglio, più forti e anche più profondi.

Annamaria: Sì

Mi è piaciuto moltissimo e sono contenta di aver conosciuto questo autore. Bella la storia, gli eventi e l’ambientazione: tutto, sebbene apparentemente superficiale, porta alla riflessione. Ad esempio Walter è sì molto rigido ma alla fine si rende conto che è lui ad aver sbagliato: le sue ultime parole prima della morte sono infatti “e a morire fu il cane”.

Ho apprezzato molto la figura di Kitty quando, dopo aver deciso di aiutare le suore e aver così spostato l’attenzione sul dramma generale, capisce che il suo dramma appare invece piccolo e insignificante. Alla fine comunque è stata un ragazza fortunata: perde il marito con cui non c’era più amore e perde anche la madre che la ostacolava, riuscendo così a riavvicinarsi al padre.

Donatella: Sì

Sembrava un storia banale di tradimento ma mi ha fatto riflettere. Kitty è una persona molto moderna, non schiava dei comportamenti sociali di quei tempi e vive il tradimento senza sensi di colpa. Non aveva neppure rimpianti per il mancato amore con il marito, l’unico forse onesto e veramente innamorato.

Neppure io ho visto una trasformazione in Kitty ma solo una presa di coscienza del tipo di vita che la madre l’aveva costretta a vivere. Ritorna in Inghilterra vincitrice, aperta ad ogni futuro e si riavvicina al padre non per opportunismo ma per compassione verso un uomo che non è mai stato amato da nessuno.

Alessandra: Sì

Mi ha stupido quanto questo libro sia moderno pur essendo stato scritto nel 1925. All’inizio mi ha lasciato un po’ perplessa ma ho scoperto di leggerlo come da ragazza, coinvolta in queste passioni che alla fine mi davano spunti di riflessione, non su temi eclatanti ma sulle persone: tutti tendono a giudicare senza capire che ogni giudizio è per forza superficiale ed è questo che ci impedisce di avere dei veri rapporti con gli altri.

Mirella: Sì

Se Kitty fosse morta cosa avremmo detto? Che Walter era un vero stronzo! Walter per me è odioso, non fa niente per farsi amare, in un certo modo “compera” Kitty che cerca qualcuno da sposare pur sapendo di non amarlo; cerca successo nel lavoro ma non lo fa per amore verso il prossimo e verso i malati di colera. L’unico personaggio bello è Waddington: è lui il mentore per Kitty, è lui che la fa ragionare, le fa prendere coscienza della vita e della figura di Water, le fa capire che ha sbalgiato a valuare le persone, è lui che, sebbene cinico, è amato dalle suore.

Walter è invece come l’autore: schivo e si meraviglia che gli altri lo ammirino, perché lui non ha invece stima di sè.

Giovanna: Sì

Mi ha colpito molto come la vita delle donne di allora fosse condizionata dalle convenzioni sociali:questo obbligo a trovar un marito da cui farsi mantenere. E la madre che sperava nel miglior marito possibile! Era un mercato e per fortuna è scomparso.

Walter mi piaceva come persona: contrariamente all’amance Charlie, lui era valido ma non aveva alcuna sensibilità sociale e purtroppo si è ucciso per questa suo difetto. E l’altro suo errore è stato quello di valutare Kitty solo in base all’apparenza, alla sua bellezza esteriore.

Marisa: Nì

Forse condizionata dalla precedente lettura di “Gita la faro” (scritto tra l’altro nelli stessi anni), questo libro mi è sembrato assai superficiale: una trama precisa e scontata e un’architettura inesistente. L’autore descrive bene i personaggi ma non riesce a scavare nelle loro zone d’ombra e quando ci prova pecca di eccessivo moralismo, come se volesse puntare a qualche redenzione.

Bella invece l’ambientazione e l’atmosfera di questa città assediata dal colera.

Il velo del titolo è per me la vita intesa come apparenza sotto la quale si nasconde la vera realtà che spesso non vogliamo vedere per paura della lotta e delle fatiche che ci chiederebbe di affrontare.

Gabriella: Nì

Sono d’accordo con la scorrevolezza della scrittura ma anch’io non ho trovato alcuna profondità nei personaggi di cui Kitty era la peggiore: capricciosa e immatura, mi dava parecchio fastidio.

Walter, coerente e rigido la amava e amava il suo lavoro al punto da rischiare la vita andando a curare nella città del colera.

Mi è piaciuta anche la figura della madre superiora, molto saggia e che attraverso frasi di poche parle sapeva dare concetti profondi.

Massimo I.: Sì

L’ho letto 30 anni fa e ricordo che mi era piaciuto, tant’è che poi ho letto quasi tutto dell’autore che però con il tempo è andato peggiorando in modo significativo ed è stato poi dimenticato. Ha vissuto oltre 90 anni, vivendo fuori dal tempo, arrivando a scrivere libri come “Vacanze di Natale” che definirei un romanzo rosa Harmony.


Prossimo libro: “Tempi difficili” di C. Dickens (prefeirto a “Novecento” di Baricco e “Il cacciatore di aquiloni” di K.Hossieini)

Prossimo proponente: Massimo I.

Prossimo incontro Assorbilibri: 26 aprile… ma prima gli Assaggialibri il 12 aprile (sempre da Alessandra).

Vince il concorso per “Gita al faro”: Giuseppe