Baol (di Stefano Benni)

Proposto da Maddalena

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di agosto 2017

Presenti: Tomàš, Marisa, Oscar, Alessandra, Maddalena

Assenti ma diversamente presenti tramite commento a distanza: Massimo I. e Pierpaolo

A chi è piaciuto?

Hanno detto SÌ: Maddalena, Tomàš, Alessandra, Massimo I.

Hanno detto NO: Marisa, Oscar, Pierpaolo

Maddalena (sì, proponente): Avevo letto Baol appena uscito (anni 90) perchè era un libro di culto tra i miei amici dell'epoca. Ricordo che mi era piaciuto molto, però lo avevo dimenticato (ho pochissima memoria e ricordo solo le emozioni). Rileggendolo dopo 30 anni, mi ha entusiasmato, per molti motivi (fantasia, umorismo...) ma soprattutto per il suo contenuto PROFETICO (la manipolazione delle notizie, i talent show ecc...) e per il finale metafisico che trovo perfetto.

Marisa (no): Non ho letto il libro fino in fondo. Non mi sono servite da sprone nemmeno le recensioni lette qua e là, quasi tutte entusiastiche, e dopo strenui tentativi di proseguire la lettura, ho deciso di capitolare. L'intento di Benni è quello, oltre che di divertire, di denunciare i soprusi e le manipolazioni adottati dal governo dispotico di una società immaginaria (e oggi quanto mai reale); d'altra parte l'umorismo che trabocca da ogni pagina del romanzo è portato agli estremi, scontrandosi con un eccesso di doppi sensi, neologismi e voli pindarici, tanto che, unito a un certo autocompiacimento intellettualistico, alla fine stanca e perde di efficacia, dilagando in una trama ingarbugliata, paradossale e poco comprensibile. Riconosco che la mia incapacità di apprezzare quest'opera di Benni dipende probabilmente dalla mia istintiva preclusione per questo genere letterario in cui lo humour si basa ossessivamente su continui e spesso criptici giochi di parole, lasciando così poco spazio alla libertà del lettore di gustare appieno quel senso autentico dell'ironia, privo di tanti orpelli, che l'estro creativo di uno scrittore di talento sa suscitare.

Alessandra Co. (sì): Anche se l'inizio mi è sembrato un po' pesante, provavo fastidio misto a meraviglia per tutte le parole e i neologismi che secondo me sono funzionali a evocare delle immagini. Da metà storia in poi mi sono appassionata. Ci sono idee incredibili come ad esempio la cerimonia di premiazione del “miglior libro non ancora scritto”, che in realtà critica il mondo dell'editoria e dei premi. Il finale mi è piaciuto molto e mi ha ricordato “La schiuma dei giorni”.

Oscar (no): Ricordo che commentando “Il mondo secondo Garp” Pierpaolo aveva stroncato il “tipo” di umorismo dell'opera. Per Baol mi trovo nella stessa situazione. Alcune battute mi sono piaciute ma la QUANTITA' di battute/invenzioni mi risultava eccessiva, come un dolce con troppi ingredienti (es: zucchero). Non vedevo la trama, non mi sforzavo di memorizzare i personaggi, così poi alla fine ho capito poco. L'autore mi è da subito risultato antipatico.

Tomàš (sì): Dico "sì" ma sono d'accordo su alcune cose dette da Oscar. Baol, come Harry Potter, sembra avere un contenuto per bambini ma contiene allusioni sessuali. La lettura era veloce, scorrevole, alcuni giochi di parole mi sono piaciuti, non è il mio stile preferito ma è sopportabile. Non salto fino al soffitto dalla felicità di averlo letto, ma l'ho trovato piacevole. Volevo votare "nì" ma poi ieri pensando ad altre letture ho decisamente optato per il "sì", in particolare a confronto col romanzo del mese scorso, per me indigeribile. Leggere Baol è stato come mangiare qualcosa di dolce dopo tanto salato.

CONTRIBUTI DEI DIVERSAMENTE PRESENTI

Massimo I. (sì): È profetico su svariate cose, soprattutto se si pensa che è stato scritto nel 1989, il modo di scrivere scoppiettante, peno di trovate, neologismi, lo rende godibilissimo ma non pesante e un po' palloso come nel caso per esempio di Bergonzoni (nel quale si percepisce spesso l'autocompiacimento). Nei libri successivi (molti, forse troppi) Benni purtroppo è andato spegnendosi e si è intristito molto. Sono parabole che succedono purtroppo a molti scrittori (pensate all'umorismo sfrenato dei primi racconti di Cechov, al circolo Pickwick, a comma 22, ai primi libri di Jonathan Coe e la deriva che hanno preso le loro successive opere...); l'unico difetto che si può trovare nel libro sta forse nella trama farraginosa, ma la lettura è talmente divertente che poco importa. Mi è venuto il dubbio di essere un mago baol anch'io (a proposito: ma la saga di Harry Potter è cominciata prima o dopo?), nel senso che come un mago baol anche dalla mia vita sono sparite improvvisamente delle persone da un giorno all'altro senza dirmi neanche ciao...

Pierpaolo (no): Voto no perché il libro mi ha dato un’impressione di monotonia e ripetitività che mi respingevano. Infatti non l’ho finito, sono arrivato al capitolo 5. Comunque mi sembra che tutti i capitoli siano uguali, come lunghezza, schema, linguaggio, costruzione, chiusura con una frase effetto. Lo sforzo di essere spiritosi, di far ridere, come in certa commedia italiana e ancora di più nel cabaret televisivo, mi ha irritato molto. La storia è solo un esile pretesto per battute di spirito, giochini di parole e travisamenti pseudo fantascientifici. Mi sembrava di leggere uno strano mix di Harry Potter con il Mago Forest, o il Mago Oronzo.


Prossimo libro: "Perchè essere felice quando puoi essere normale?" di Jeanette Winterson (preferito a "Un bambino" di Thomas Bernhard e a "La ballata di Adam Henry" di Ian McEwan)

Prossima proponente: Alessandra Co.

Prossimo incontro: 29 settembre