Destinatario sconosciuto (di Katherine Kressmann Taylor)

Proposto da Mirella

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di marzo 2011

PERSENTI: Oscar, Loredana, Roberto, Concetta, Mirella, Maddalena, Franca, Massimo one, Marisa, Giovanna, Michele, Marinella, Gabriella, Massimo, Alessandra, Donatella, Tomas, Giuseppe, Annamaria

A chi è piaciuto: Oscar, Loredana, Concetta, Mirella, Maddalena, Franca, Massimo one, Marisa, Giovanna, Michele, Marinella, Gabriella, Massimo, Alessandra, Donatella, Tomas, Giuseppe, Annamaria

A chi non è piaciuto: Roberto

Lo ha scelto Mirella: Mi è piaciuto per tantissimi motivi. Sopratutto per il finale a sorpresa. Il carnefice e la vittima si scambiano i ruoli e l'amicizia muta nell'odio. Le situazioni si rovesciano.

Quando Martin chiede pietà usa frasi e emozioni espresse dalle vittime, ma senza il pentimento per quello che aveva causato. Il fastidio provato per questo è stato grande. Il libro nonostante la portata dell'argomento è leggero e, senza fiumi di inchiostro, affronta temi grandi e quotidiani non discussi ma esplicati.

Il messaggio, chiarissimo, scritto nel '38 risulta quasi chiaroveggente.

Concetta: Confermo il pensiero di Mirella. Mi è piaciuta la forma epistolare. Il tema è attuale. Il potere, la sopraffazione, i conflitti. I cambiamenti delle 2 figure sono dipinti con bravura. Martin disprezza l'amico liberale e sentimentale. E paragona gli ebrei a un cancro. Il bene vince il male beffeggiandolo.

Loredana: Mi è piaciuto. Quando nel libro appare il primo “indirizzo sconosciuto”, quando la ragazza non viene più raggiunta dalle missive, mi sono stupita, poi la fine mi è piaciuta, un salto che salva il libro dalla banalità.

Il libro mi è risultato cattivo, ma liberatorio.

Michele: Breve, senza grandi potenzialità. Argomento attuale. Sono contrario alle vendette. Nel finale emerge una cattiveria che non condivido. Accolgo tutti anche chi mi fa del male e nonostante questo perdono.

Michele poi affronta vari temi, non direttamente legati al libro che riesce a stimolare confronti tra altre situazioni di potere e sopraffazione. Equilibri difficili tra ideali, idealismi e il vivere quotidiano che può risultare schiacciato

Maddalena: Mi è piaciuto tantissimo. In generale non pensavo si potessero sintetizzare tante cose in poche pagine.

Il libro va oltre a tanto. Nell'ultima lettera : Temo per la mia vita, Per la MIA vita. E' incredibile come l'egoità venga esplicata in questa frase. L'incapacità di ascolto dell'altro è smisurata. La scrittura femminile dell'autrice tocca il ruolo della donna e i pesi che porta. Per il periodo storico in cui è scritto è notevole.

Oscar: Ho letto nel testo l'argomento “i tradimenti di amicizie”, il libro mi dava fastidio, forse proprio per l'argomento... la vendetta lo ha riscattato. L'ho trovato giustissimo.

Albert Einstain in una compilazione di una scheda, alla domanda razza dichiara di appartenere alla razza umana. Unificare, generalizzando, esseri umani con rappresentazioni limitanti e pregiudizievoli, (negri, ebrei...) in un unicità indifferenziata risulta drammatico. Ci si può unire per quel che ci accomuna.

Annamaria: Il Punto focale che mi ha colpita è la lungimiranza con la quale si determina la modalità della vendetta e lo strumento: Il regime stesso. I contenuti sono già stati esplicati, l'argomento è corposo.

L'effetto letterario mi ha stupito, riesce a rendere visibile la busta della lettera tornata al mittente.

Marinella: Tante le cose già dette che condivido. Mi è piaciuta tantissimo la vendetta. Mi ha fatto rammentare un film “Il voltapagine”, col quale ho goduto lo stesso piacere, bellissimo.

Franca: Ben riuscito stilisticamente. Senza retorica, quasi teatrale per l'immediatezza. Evidenzia come gli ideali possano diventare ideologie e rovinare la vita.

Giovanna: Mi piace la semplicità della vendetta. La scrittrice non era una premonitrice, gli accadimenti erano noti, ma non si faceva nulla. Ricordo “Amen”, un film in cui si vede come il protagonista vuole verificare le gli avvenimenti (campi di sterminio, ecc).

Quando la ragazza viene uccisa in fondo penso che per il “padre di famiglia” tedesco è un modo per lavare la colpa dell'adulterio, la vita che faceva il tedesco era ricca, piacevole. Come non abbandonacisi con facilità? Come non rifiutare il rischio e la colpa di una verità scomoda.

Il film “Inside man” mosra i diamanti rubati da un banchiere a degli ebrei. Li aveva denunciati e si era impossessato dei loro beni. Era facile e portava ricchezza. La sintesi del libro è notevole.

In America lontani dai luoghi, con le stesse armi che gli avevano tolto la figlia il padre applica la sottile vendetta.

Giuseppe: Si sapeva dei lager. E il libro lo narra. Il cambiamento di stato è agghiacciante. La descrizione iniziale dell'amicizia, la tensione che fa sperimentare per quel che dovrebbe essere, è bellissima e mi ricorda noi Assorbilibri.

Nel film si è riempita la sostanza offerta dal testo con tante cose inutili.

Marisa: Si legge con una tensione crescente. Quasi banale all'inizio. Poi ripercorrere il passaggio al consenso del popolo tedesco viene vissuto attraverso le pagine scritte.

Quanti erano in buona fede? Quanti seguirono una dottrina? Quanta la paura e viltà? Un telaio che non conosce coscienza e perdona. La vendetta colpisce e rende colpevolezza e consapevolezza. Grande sintesi

Massimo M.: L'avevo letto un anno fa e riletto in questi giorni. Ogni volta ci trovo qualche cosa in più. E' sintetico e a rileggerlo è quasi incredibile sia così corto ma riesca a contenere tutto quello che mi ha fatto vivere.

Tradire un'amicizia è molto frequente. Qui il caso è particolare. Ma talvolta i preconcetti precludono a tal punto.

Roberto: Come mai dopo 50 anni leggiamo questo libricino. Gli americani avevano bisogno di storie come queste? Viene stampato sul Rider Digest prima dell'invio in guerra.

Pearl Harbour. Un po' dozzinale dal punto di vista psicologico. Ma ci vedo sotto molte verità storiche non raccontate che hanno determinato, con giochi di potere, situazioni che si possono leggere in diversi modi. Roberto pone tante ipotesi storiche non valutate solitamente al centro delle quali emerge un'America non salvifica,opportunista e assolutamente manipolatrice di verità storiche. Discuterne è difficile proprio per la difficoltà di verificare la tesi.

Alessandra: Il libro, breve, si legge con facilità anche in lingua originale, pensieri lineari esposti con un inglese semplice. In alcuni punti questo è quasi disarmante. La lettera scritta dal “padre di famiglia “ tedesco per raccontare a un altro padre e amico la morte di una figlia (che era stata anche sua amante!) è di una tale ottusità e insensibilità nell'esposizione del fatto da risultare non credibile a mio avviso.

Ma a parte questo, il palesare, con la vendetta “karmica”, il vivere ciò che si determina nell'altro, è geniale.

Donatella: E' già stato detto quasi tutto, ma una cosa mi ha colpioto molto. Martin si svela per quel che è già quando racconta le gravidanze della moglie. All'inizio la sua visione della donna e il suo poco ascolto dell'altro, fanno intuire la sua presunzione ottusa, e i suoi dubbi fino all'accetazione del nazismo ce la confemano.

Tomas: Ho letto 2 volte il libro. In 2 lingue. La prima volta troppo velocemente e non l'avevo capito. Riletto ho colto tante cose nuove.

Alcuni momenti mi lasciavano perlessi ebrei riccchi e furbi? Alcuni aneddoti del libro cadomo nel pregiudizio sulla ricchezza e l'avidità furba degli ebrei. Per me comunque la vendetta di chiusura è troppo forte.

Gabriella: Leggendolo ho provato una grande soddisfazione perchè il tedesco è proprio una persona piena di se. (Scusa Gabri penso di aver saltato qualche cosa, inserisci ti prego.)

Inaspetato l'inizio della fine. Mi è piaciuto

Massimo I.: Affronterò il libro dal punto di vista letterario. Alla luce di questa lettura, penso che dare una seconda opportunità, (una terza opportunità non la darei) a uno scrittore che inizialmente non ti è piaciuto, è cosa da fare.

Avevo letto “Senza ritorno” e non mi era piaciuto. Lo avevo trovato superficiale. L'ho gettato e me ne sono pentito. Lo stile epistolare non è una novità. Nell'Antologia letteraria americana rammento delle lettere scambiate tra i protagonisti (non rammento più l'autore Massimo integra plese) che passavano dalla passione al gelo più assoluto come accade in questo libro. Mi era piaciuto. Un romanzo a tesi. L'autrice talvolta esagera per rafforzare la situazione, ma, come nella lettera in cui comunica la morte della figlia, lo scritto riesce a diventa grottesco.