Sì: Giovanna, Tomas, Alessandra Co.
Nì: Gabriella, Marisa, Oscar, Maddalena, Alessandra Ce., Franca, Massimo I.
No: Mirella, Giuseppe, Massimo M., Alessandro
Tomas (proponente): Sì
Mi piace molto l'umor di Woody Allen e piace tante in Repubblica Ceca. E' esagerato nei personaggi e nelle situazioni spesso assurde: in questo libro e negli altri suoi libri di racconti che ho letto.
Mirella: No
Non amo molto Woddy Allen e non amo il suo parlare di New York. Ho iniziato a leggerlo in inglese ma era incomprensibile e dopo un po' di tenetaivi ho smesso. Ho cercato quindi un po' di recensione americane e quasi tutte ne parlavano male: una pomposità ironica e orribile su personaggi che non si conoscono. I racconti meno brutti (secondo queste critiche) sono quelli della Tata e del Millepiedi??
Giuseppe: No
Premetto che non ho visto nessun film di Woody Allen. Ho detto no perchè l'ironia demenziale non la sopporto e spesso mi sono trovato a saltare delle righe per finire prima il racconto (il meno peggio è quello del bambino che viene rifiutato in una scuola prestigiosa). Confesso però che molte cose non le ho capite perchè fa riferimenti a personaggi e fatti del cinema che non conosco. Secondo me, se non fosse stato scritto di Woody Allen, non sarebbe stato pubblicato.
Gabriella: Nì
Ho letto il libro a piccole dosi, al massimo due storie alla volta.Ho apprezzato l'ironia che traspare quasi ovunque, ma il linguaggio troppo farcito di parole, mi è sembrato uno sfoggio di cultura da parte dell'autore, e mi è risultato caotico e pesante.
Il libro non mi ha trasmesso emozioni, e non mi ha lasciato dentro niente.
Alessandro: No
Sono d'accordo con quanto detto da Mirella. All'inizio non capivo nulla: ho provato a continuare ma poi ho rinunciato. Mi piacciono i film di Woody Allen, ma ovviamente il cinema è un mezzo di comunicazione diverso dalla scrittura.
Massimo I.: Nì
Avevo dei preconcetti su un romanzo di Woody Allen recente (non quelli dei primi film). Pensavo che, come umorista, fosse già finito da anni. Ma mi sono ricreduto. Io penso che i racconti necessitano di un certo bagaglio culturale per essere capiti: fa riferimenti a persone, artisti e filosofi che se non si conoscono lasciano il racconto incomprensibile e non apprezzabile.
Il racconto migliore è per me quello delle etichette del materasso.
Ho il sospetto però che Woddy Allen abbia partorito le idee dei racconti ma che la stesura sia opera di vari “ghost-writers”.
Oscar: Nì
Ci sono racconti che mi sono piaciuti e altri no. Contrariamente a voi ho trovato divertente il primo; altri due racconti belli sono quello della Tata e delle lettere sul film girato in vacanza).
Ho notato che quasi tutti i racconti hanno una struttura e situazione tipo: c'è un personaggio che subisce angherie o rimane vittima di qualcosa, pur non avendo nessuna colpa.
Ho provato a leggerlo in inglese ma era troppo difficile per cui sono passato alla traduzione italiana-
Alessandra Ce.: Nì
Non so che dire: è un libro senza infamia e senza lode. Nè piace né dispiace. Mi aspettavo qualcosa di più da Woody Allen: è ironico e pungente ma alla fine non mi ha lasciato proprio nulla.
Marisa: Nì
Considero Woody Allen un piccolo genio del cinema. In questi racconti la creatività si sbizzarisce in situazioni paradossali amplificati dei difetti dei personaggi che appartengono alla media e alta borghesia americano che lui tenta di mettere in ridicolo, senze però raggiungere lo stesso successo dei film.
C'è uno snobbismo culturale che rende pesante la lettura per chi non ha famigliarità con la società americana in cui vivono i personaggi e a cui fa riferimenti l'autore in ogni pagina.
Franca: Nì
Ho avuto la sensazione che si tratti di un esercizio di scrittura creativa: sono cose scontate ma da rivedere in una diversa chiave di lettura. Ho identificato due modalità narrative: una ironica che prende in giro la New York snob e l'altra creativa con situazioni all'apparenza assurde. Di sicuro questo libro non c'entra nulla con quella che è la sua opera filmica.
Massimo M.: No
Come ha detto Alessandra Ce., il libro non mi ha lasciato nulla: sono racconti noiosi che ho già dimenticato nonostante li abbia letti 2 giorni fa.
Maddalena: Nì
Mi piace Woody Allen per il suo umorismo mentale, ma ho detto Nì per due motivi: essendomi piaciuti 4 racconti (le lettera dalla scuola, i materassi, le stringhe e Zaratustra) su 18 non potevo certo dire Sì; mi davano molto fastidio le storie della upperclass snob americana.
Giovanna: Sì
Mi sono divertita tantissimo. Lessi anni fa altri libri di Woody Allen e mi erano piaciuti: una somma di battute, nonsensi e deliri che mi fanno divertire sempre. Chiaramente non ha sostanza, ma sono solo racconti americani in cui li riversa tutta la sua cultura. Contrariamente a voi io penso che questo libro sia proprio il riflesso di quello che sia il vero Woody Allen che nei film deve invece adattarsi alle richieste di mercato.
Alessandra Co.: Nì
Mi è piaciuto: perfetto come libro da ombrellone, ironico e divertente. Mi sono fatta qualche risata. A volte richiede una conoscenza di temi o persone e luoghi per cogliere appieno lo spirito dell'autore. Ma qualche racconto l'ho trovato "tirato".
Prossimo libro: “L'uomo che corruppe Hadleyburg” Mark Twain, con secondo racconto “la banconota da un milione di sterline” (preferito a “Narciso e Boccadoro” di H.Hess e a “Il sistema periodico” di P. Levi).
Prossimo proponente: Maddalena
Prossimo incontro: 29 agosto