Sì: Tomas, Gabriella, Marinella, Luisella, Michele, Giovanna, Massimo I., Alessandra, Massimo M. (email)
Nì: Giuseppe, Oscar, Franca, Maddalena
No: Marisa, Donatella
Massimo I. (proponente): Sì
Mi era piaciuto anche se avrei preferito venisse letto “Uomini e topi” di Steinbeck.
Il libro è estremamente moderno nello stile e nella trama, a parte forse il finale. Lo avrei sentito ancora di più se avessi letto una traduzione più recente e non quella che fece Giorgio Bassani nella quale, non so se volutamente o no, nei dialoghi i personaggi si davano a volte del tu a volte del voi.
Contrariamente all’immaginario che ci ha messo in testa Hollywood, Cora non è bionda, è mora, ma ci tiene a specificare di non essere messicana.
Interessante dal punto di vista psicologico, la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto il fatto che il povero marito greco non abbia nulla di negativo.
Luisella: Sì
Conosco Cain da sempre perché uno dei miei film preferiti, visto da piccola e poi rivisto decine di volte, è “La fiamma del peccato” tratto da un altro suo libro. Leggendo "Il postino... " ho trovato una storia molto simile, con una donna che con la seduzione trascina l'amante in un piano criminoso per uccidere il marito.
Mi è piaciuto molto, il linguaggio è scarno ma così deve essere, si addice benissimo ai personaggi che sono semplici e rozzi.
Si sente che Cain è stato giornalista e sceneggiatore.
Oscar: Nì
Mi è piaciuto lo stile che ha reso il libro facilmente leggibile ma contrariamente a Luisella ho trovato parecchie cose poco credibili (ed esempio la domatrice di animali feroci!) soprattutto perché in quegli anni erano azioni veramente molto trasgressive. L’ho letto in inglese e forse ho perso qualche sfumatura nello stile ma una cosa che ho notato è l’uso del “don’t” anche per la terza persona singolare: forse è per caratterizzare Frank come poco istruito.
Gabriella: Sì
In italiano parlavano invece tutti una lingua molto corretta.
Il libro era scorrevole e mi ha tenuto con il fiato sospeso e con la curiosità di scoprire come andasse a finire. Presi singolarmente, i tre personaggi sono tutti positivi, il greco ovviamente buono, tenero e innocente, ma anche Cora che in fondo non amava il marito e cercava in Frank la possibilità di fare una vita normale.
Giuseppe: Nì
Il sì viene dal fatto che ho trovato facile la lettura, e forse anche dalla sua brevità: fosse stato lungo il doppio mi avrebbe pesato. Quella che non mi è piaciuta è stata la storia e come è stata presentata: i personaggi e i luoghi non sono descritti dall’autore ma sono già nel nostro immaginario e comunque sono tutti molto negativi, disonesti, approfittatori senza progetti per il futuro. L’unica vittima innocente è il greco che di lui però sappiamo solo quello che ci viene detto attraverso gli occhi di Cora e Frank.
Giovanna: Nì
Apprezzo anch’io la snellezza del romanzo e la sua semplicità e condivido la non simpatia per questi comportamenti disonesti di lui e di lei. Ma neppure il greco era tanto onesto: faceva polizze sulla vita e non metteva al corrente la moglie. Intrigante l’escamotage dell’avvocato che ha saputo risolvere la situazione con l’assicuratore.
Maddalena: Nì
Se i personaggi del libro fossero state brave persone, la storia sarebbe finita a pagina 21: dal fatto che Cora non vuole scappare con Frank, nasce tutto il romanzo. Sono d’accordo con quanto appena detto da Giovanna sulla scaltrezza dell’avvocato. Non sopporto invece le persone che agiscono per secondi fini e per cui ho detto Nì.
Ho notato poi vari pezzi poetici nel testo, ad esempio “Eravamo in cima a un monte… e poi siamo caduti giù ma eravamo ancora assieme”.
Marinella: Sì
Mi è piaciuto molto: il linguaggio è cinematografico come lo è in altri libri dell’autore. E’ una sceneggiatura di poche pagine, ma nonostante la brevità è riuscito a renderla avvincente. Contrariamente a voi a me non disturba il cinismo dei protagonisti, anzi lo ritengo molto più interessante del buonismo e delle storie edificanti: quelle le lascio al vangelo!
Tomas: Sì
Ho detto sì anche se non è perfetto. Sono contento di averlo letto e sono d’accordo con quanto avete detto. L’ho letto in inglese e lo stile rende bene la storia che racconta.
Vi racconto una cosa curiosa: anni fa vidi il film e mi piacque. Ricordo che finiva con l’incidente e Frank che scopriva Cora morta. E così finisce anche il penultimo capitolo. Per cui letto quello ho pensato che anche il libro fosse finito. Solo più tardi cercando qualcosa su internet ho scoperto che c’era ancora un capitolo con la condanna di Frank.
Michele: Sì
Anche il mio è un sì parziale. Il libro ha tutti gli ingredienti per essere un romanzo di successo: sesso, amore, delitto, interrogatori ecc. Ma non è un capolavoro: è una storia normale di intrattenimento. La parte che mi ha incuriosito e colpito di più è stato il lato morboso della storia (ex. Cora che voleva farsi mordere il labbro): sono scelte che l’autore fa per affermare il libro per essere trasgressivo e quindi incisivo. Al giorno d’oggi non sarebbe invece necessario: è per questo che non lo ritengo tanto moderno.
Marisa: No
L’aver visto il film mi ha sicuramente condizionata. La scrittura è comunque asciutta e piatta e quindi poco incisiva. I protagonisti si danno agli istinti primordiali e anche la loro passione rimane di basso profilo. Tutto si svolge come un fatto di cronaca nera, assolutamente senza alcun approfondimento psicologico dei personaggi. E’ un libro freddo che non mi ha fatto nascere alcuna emozione, né simpatia o compassione per i protagonisti.
Il finale è forse la condanna dell’autore ai comportamenti immorali dei due che pur volendo formare una famiglia pagano per la loro mancanza di valori.
Alessandra: Nì
Leggibile, incisivo per me, ma alla lettura mi risultava superficiale e questo è l'elemento che mi fa dire Ni. Immagini da film americano anni '50 che possono strappare il sorriso, spot che abbozzano, come pennellate situazioni paradossali (l'interrogatorio, i puma e un avvocato che non si fa pagare). Contrariamente ad altri non credo che sesso, amore, delitto, siano necessariamente elementi che determinino un bel libro. Confesso che questo immaginare ( e concretizzare) un omicidio maldestro per eliminare un marito che amava e faceva tutto il possibile per costruire una famiglia mi portava a provare una grande tenerezza per "il greco".
Franca: Nì
Condivido le scelte che lo scrittore compie per il romanzo al popolino: temi e linguaggio, sono appropriati e indicati per “fare il solletico al lettore”.
Come chiave di lettura vedo un modo diverso di concepire le storie d’amore tra allora e oggi. A quei tempi non ci si curava della passione mentre la famiglia era solo un modo per sistemarsi e acquisire una certa posizione nella società. E Cora ha infatti sposato il greco per questo.
Quello che non mi è piaciuto è stata invece la superficialità e i luoghi comuni su cui si basa: il fatto che solo le persone semplici sono capaci di queste azioni deplorevoli e poco programmate, che alla fine i cattivi devono pagare. Una morale un po’ stereotipata.
Donatella: No
Il mio è un No categorico. Non mi aspettavo un libro etico e morale ma mi ha dato fastidio l’assenza di spessore nei personaggi: sono due disgraziati che per togliersi dai problemi sfruttano i vari avvenimenti: lui che non vuole fare il vagabondo ma allo stesso tempo non vuole fermarsi anche se poi torna e non sappiamo il perché, lei che vuole liberarsi dal marito e sfrutta Frank per realizzare il suo piano. Non ero curiosa di sapere come procedeva la storia perché la vedevo così insensata che avrei potuto trovare di tutto senza alcuna logica di fondo. Finito di leggerlo non mi è rimasto nulla.
Massimo M.: Si'
(Commento via email) Inizialmente l'ho trovato un po' superficiale, anche per il linguaggio troppo semplice. Ma dopo ho trovato la trama interessante e soprattutto il tratteggio psicologico dei personaggi. Mi stupisco come l'autore sia riuscito in poche pagine a delineare una trama fitta e cambi di situazione. Il mio giudizio è perciò Si'. Anche il linguaggio semplice alla fine è giustificato.
Forse quello che più delude è il finale, oggi scontato ma è difficile, per un libro americano di quel periodo, immaginare un finale diverso. Contestualizzando il libro in quel periodo storico e in America non ci si poteva aspettare altro.
Nell'insieme lo ritengo un libro che sono contento di aver letto.
Prossimo libro: “La macchina del tempo” di Wells (preferito a “La pentola d’oro” di e a “Il grande Gatzby” di Fiztgerald).
Prossimo proponente: Tomas
CLASS 23 per “Tempi difficili” vinto da Oscar. Il prossimo sarà l’ultimo concorso!!
Prossimo incontro: da Alessandro… ma vediamo il meteo.