Sì: Alessandro, Gabriella, Katia, Oscar, Sonja
Nì: Marinella
No: Adriano, Alberto, Luisella, Pierpaolo
Katia (sì, proponente): Sono molto curiosa di sentire quello che ne pensate, per me è un bel libro, anche se un giallo atipico.
Oscar (sì): Mi è molto piaciuto il primo capitolo sulla primavera napoletana. Avrei desiderato una descrizione più approfondita dei personaggi, anche per via del fatto che non ho letto gli altri romanzi della serie. È evidente che le dinamiche e i personaggi sono costruiti per un contesto televisivo. Il finale mi ha sorpreso e le ultime pagine mi hanno commosso.
Marinella (nì): Non mi interessa il genere e quindi non l’ho finito, però è scritto benissimo.
Adriano (no): Non posso dire di non apprezzare il genere, ma mi sembra un prodotto commerciale fatto per confezionare una puntata della serie TV e comunque la resa TV è superiore al libro e questo è un grosso limite. Non sono stato coinvolto dalla descrizione della città e i personaggi non sono ben descritti. Napoli non c’è, non mi appassiona, è un rosario di cliché, mi ha deluso molto.
Sonja (sì): Maurizio De Giovanni è un autore che conosco piuttosto bene avendo letto praticamente tutti i libri delle serie di Sara, l’ex agente segreto, e di Mina Settembre, l’assistente sociale. Mi piace molto il suo modo di scrivere però ho evitato finora di mettere mano alle serie dei Bastardi di Pizzofalcone e del commissario Ricciardi forse perché ne è stata tratta una serie televisiva che non gli rendeva giustizia e non mi attraeva per niente.
Dopo il libro del mese, Fiori, ho voluto leggere anche il successivo, Angeli, ma devo purtroppo confermare che l’impressione tratta dalla visione di alcune puntate in tv non è stata migliorata dal libro. Fiori è scritto bene, certo, ma segue un cliché trito e ritrito – il libro è l’undicesimo della serie - e la storia è debole.
Alberto (no): Avevo iniziato a leggere questo libro ma poi ho capito che è tutto un cliché e mi ha fatto un po' arrabbiare. È scritto per farne una puntata della serie.
Alessandro (sì): Mi piace, non è un libro memorabile, ma si legge volentieri.
Gabriella (sì): Premetto che non sono una conoscitrice di gialli e, in realtà, ne ho letti davvero pochi. Il libro di de Giovanni mi è piaciuto perché l’ho trovato molto umano. Nel contesto della trama, la ricerca dell’assassino assume quasi un ruolo secondario. Risaltano invece i vissuti presenti e passati dei componenti il corpo di polizia del commissariato, ognuno con le sue peculiarità e mai scevro da drammi esistenziali.
Ogni fiore ha un perché ed esprime determinati sentimenti ed intenzioni, nel momento in cui ci si accinge a regalarlo. Non avrei mai pensato che potesse serbare un così ricco serbatoio di significati.
Luisella (no): Il mio è un NO senza misericordia. Ringrazio comunque, come di consueto, il proponente perché mi ha permesso di farmi un’idea su uno scrittore di cui si parla così tanto.
A dire il vero io non amo i polizieschi. L’omicidio è faccenda molto affascinante (letterariamente) ma preferisco il noir, cioè preferisco stare nella testa dell’assassino, indagarne i rimorsi, i sensi di colpa, o la fredda malvagità. Ma il poliziesco classico (chi è il colpevole?) non mi interessa. Ho comunque letto tutto il libro per rispetto del gruppo e della proposta.
Mi sono irritata immediatamente al solo leggere l’aletta della copertina, dove sono riportare le qualifiche dei protagonisti. Molte di queste sbagliate o incomplete o incongruenti con quanto poi viene raccontato. Se ambienti un giallo in Italia in un commissariato di P.S., devi conoscere le qualifiche della Polizia di Stato e i percorsi di carriera, o no?
Poi mi hanno indispettita i capitoletti brevi che si chiudono sempre con un “gancio” che dovrebbe invogliare il lettore a proseguire la lettura (… e disse... e rispose… ed entrò… ecc). A volte talmente ovvi da far ridere: ad esempio un capitolo si chiude con “… accelerò.” Suggerisce subito che la poliziotta, distratta dai suoi tormenti amorosi, avrà un incidente in moto. E infatti, guarda un po’, poco dopo ce la ritroviamo in ospedale.
È un trucchetto stucchevole, adatto per quella che io chiamo la letteratura al glutammato monosodico. Scorrevole? Sì, ma questo non significa nulla. Anche le patatine si divorano, una dietro l’altra, ma questo non le rende un gran piatto e nessuno di noi potrebbe paragonare un sacchetto di chips a un superbo dolce di Oscar o alla saporita lasagna di Adriano, che invece comunicano tempo, cura, attenzione.
I luoghi comuni abbondano, i dialoghi tra colleghi sono improbabili, gli interrogatori ridicoli. A pagina 158 vi segnalo la perla: “Signor Durante, non ricorda qualcosa che non le è stato detto?” Ma se non gli è stato detto, come fa a ricordarlo??!
Per me queste sviste sono segno di una scrittura frettolosa e superficiale.
È inoltre curioso che nel giallo classico ci sia solitamente una mente investigativa (Maigret, Poirot, Miss Marple, ecc…) e una pluralità di sospettati. Qui invece c’è una pluralità di poliziotti e un solo sospettato (esclusa la pista del racket ed escluso il ragazzo albanese, resta solo Marino…). Chi sarà mai il colpevole?! Lo si indovina a metà libro. Questo rende la trama poliziesca del tutto inconsistente.
Probabilmente la presenza di tanti poliziotti obbedisce a precise dinamiche televisive, e appunto io ritengo che De Giovanni scriva come un autore televisivo (al servizio di fiction abbastanza banalotte).
D’altronde il libro è pubblicato dalla collana Stile Libero di Einaudi, diretta da Paolo Repetti, il quale (l’ho letto in qualche intervista) non nega affatto – e non se ne vergogna - che i libri possano nascere come operazioni commerciali organizzate a tavolino… Che amarezza!
Infine, mi permetto di dire che, pur non apprezzando la scrittura di questo autore, in ogni caso avrei preferito conoscerlo leggendo il primo episodio dei Bastardi. Trovarmi catapultata “in medias res” mi ha infastidita.
Prossimo libro: "Vita e destino" di Vasilij Grossman (preferito a "Migrazioni" di Miloš Crnjanski e a "Una vita come tante" di Hanya Yanagihara)
Prossimo/a proponente: Alberto
Prossimo incontro: 1 febbraio