SÌ: Adriano, Alessandro, Katia, Luisella, Marinella, Sonja
NÌ: Gabriella, Pierpaolo
NO: Oscar
Marinella (sì, proponente): Mi scuso con il gruppo di non avere controllato se il libro da me proposto, Tonio Kröger di Thomas Mann, fosse già stato letto… Ringrazio Luisella di avere proposto come alternativa un altro libro di Thomas Mann, Morte a Venezia. E’ un libro che ho riletto con piacere perché lo amo molto. E’ impossibile rileggere Morte a Venezia senza pensare al capolavoro di Luchino Visconti. Uno dei rari casi nei quali il film supera il libro da cui è tratto. In questo caso per me è così.
Alessandro (sì): Alessandro ha letto "Morte a Venezia" molti anni fa e, conservandone un vago ricordo, ha riletto l'opera in occasione della discussione del gruppo di lettura. Non ha visto il film che ne è stato tratto. Trova che il libro sia scritto in modo eccellente, è rimasto colpito da un commento trovato nella postfazione dell'edizione da lui letta che mette in relazione la voglia di viaggiare/far vacanza con il venir meno delle caratteristiche di operosità proprie dell'eroe borghese in Aschenbach, come in Tonio Kröger. Molto interessante la descrizione di Venezia e la contrapposizione tra il falso giovane incontrato all'inizio del viaggio del protagonista e il bellissimo Tadzio. Un elemento che ha generato un qualche fastidio in Alessandro è dato dall'ampiezza delle "considerazioni filosofiche" che finiscono anche sulla bocca del barbiere mentre imbelletta Aschenbach ("Colpa di una certa trascuratezza, di un'indifferenza alle cose esteriori che è ben comprensibile nelle persone importanti, ma che però non bisogna senz'altro approvare, tanto più che a simili persone non si addicono i pregiudizi della naturalezza o dell'artificio...").
Oscar (no): Ho faticato a entrare in sintonia con questo romanzo. Superando a fatica la prima parte (lunga sequenza sul metodo di lavoro stacanovista di Gustav von Aschenbach), seguono le disavventure "turistche" del protagonista, tra azioni/decisioni impulsive e pressoché immediati pentimenti (non si capisce perché terminare una vacanza in Croazia per l'eccessiva semplicità degli abitanti del luogo; oppure perchè il caldo afoso di Venezia sia ragione estemporanea di fuga). Ad accompagnarmi nel resto del romanzo è stato il mio fastidio per le attenzioni morbose di Gustav verso Tadzio, considerando che i fatti narrati sono quelli di una vacanza a Venezia dell'autore realmente avvenuta a inizio novecento e che il vero Tadzio era un ragazzino di 10 anni. Sono arrivato al famoso finale della morte catartica apprezzando che si trattasse di un romanzo breve.
Prossimo libro: "Di là dal fiume e tra gli alberi" di Ernest Hemingway (preferito a "Maria Zef" di Paola Drigo e a "Vedrò Singapore?" di Piero Chiara)
Prossima proponente: Gabriella
Prossimo incontro: 27 agosto