Novella degli scacchi (di Stefan Zweig)

Proposto da Marinella

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di marzo 2015

Sono presenti: Alessandra Co., Alessandro, Gabriella, Giovanna, Giuseppe (arrivato poche ore prima dall'Inghilterra...), Maddalena, Marinella, Marisa, Massimo I., Oscar, Tomas.

Il libro è piaciuto a tutti (NDR: sospiro di sollievo di Mari che lo ha proposto!), solo Giuseppe ha espresso un NÌ, (NDR: forse a causa del fuso orario)

Marinella (sì, proponente): L'ho proposto perchè lo trovo un bel libro, perchè il gioco degli scacchi è affascinante - lo sport più violento che esista, secondo Kasparov, gioco contro la morte come nel "Settimo sigillo" - e perchè ha ispirato Maurensig per il suo "La variante di Luneberg" che tanto ci era piaciuto. La verità vera è che l'ho scelto perchè è brevissimo e mi sentivo tremendamente in colpa di avere costretto i più diligenti alla lettura di Proust e in particolare il giovane Tomas che, "per amor mio", convinto lo avessi proposto e non solo ispirato, si è sentito obbligato, brontolando il giusto, di leggerlo per intero...

Alessandra Co.: Libro breve che mi ha ricordato "Zoran il mio nipote scemo" che cerca di vincere non con gli scacchi ma con le freccette. Qui il grande campione Czentovic fa lo stesso ma con gli scacchi. E ho pensato ai saggi di Oliver Sachs. Ho pensato anche tanto a come i traumi agiscono nel nostro corpo e nella nostra mente.

Tomas (sì): Ringrazio Mari per questo libro che ho letto in due giorni e due volte, una volta in ceco e una volta in italiano (NDR: Mari si commuove): è un libro piacevole. Ho dubbi se esista nella realtà uno come Mirko. Uno così può giocare bene a scacchi? Uno senza immaginazione può giocare bene a scacchi? In ceco è tradotto meglio che in italiano. (Si discute sulle diverse traduzioni.)

Marisa (sì): Zweig in questa bellissima novella ha sfruttato la potenzialità simbolica del gioco degli scacchi per travestire altrimenti le sue concezioni filosofiche, psicologiche e politiche. Gli scacchi, metafora anche della guerra, rappresentano una sfida dove vince chi è in grado di applicare la strategia migliore. I due contendenti, Czentovic e B., l'uno semianalfabeta ma dotato di una intelligenza robotica specializzata nel gioco degli scacchi e l'altro culturalmente e intellettualmente elevato, ricercano ognuno a suo modo il proprio ideale di perfezione, un'alternativa alla visione fuorviante della realtà. Czentovic non possiede un cuore, il suo cervello si prefigge solo l'annientamento dell'avversario. B. impersona l'insofferenza verso ogni costrizione di ordine precostituito, ogni imposizione coatta. Già provato dopo una prigionia trascorsa in totale isolamento che gli ha minato la salute mentale, B. mette a dura prova la sua resistenza psicofisica soprattutto nell'ultima partita, e alla fine crolla. È la rinuncia totale, è il Male a prevaricare il Bene, è l'ottusità robotica a vincere sulla sensibilità e la creatività umana. Ed è anche la sconfitta di Zweig che si suiciderà pochi mesi dopo aver scritto la Novella: un atto estremo e disperato di protesta contro il regime nazista unito alla speranza perduta di un mondo migliore? (NDR: il testo è autentico, non apocrifo come i precedenti e i successivi)

Alessandro (sì): Da bambino, seppur da dilettante, giocavo a scacchi e ne sono tuttora affascinato anche se ora, a causa del computer, non si parla più di scacchi. E' tutto cambiato. Non è più il tempo dei grandi campioni. Capisco l'ossessione che un gioco può causare quando un pensiero assorbe tutta la nostra attenzione. Per me è un incubo dei peggiori la tortura del Dr. B, dover vivere nel nulla. Mi è piaciuto molto che sia stato un libro a salvargli la vita.

Gabri (sì): Libro bellissimo, scorrevole, personaggi pregnanti, idea originalissima, ti fa capire cosa può succedere all'interno di una mente. Ho letto la biografia dello scrittore e ne sono rimasta impressionata (NDR: si sospetta, probabilmente non a torto, abbia pianto come un vitello...)

Oscar (sì): Scorrevole, tiene viva l'attenzione, pur nella sua brevità. Le intelligenze che si scontrano sono nate in due contesti non lineari, sono due bizzarrie dell'umanità. I traumi ti segnano, sono la vita di una persona.

Giuseppe (nì): Il libro mi è piaciuto. Ho provato sollievo dopo mesi che leggevo con fatica libri in inglese. Ma alla fine sono rimasto un po' deluso. Mi è piaciuto che sia un libro a risolvere la vita.

Maddalena (sì): Si continua a giocare a scacchi e non contro il computer. Giocare contro un altro essere umano è bello, si capisce la personalità dell'altra persona. La parte della tortura è bellissima e forse l'autore ha vissuto qualcosa di simile. La deprivazione sensoriale è stata utilizzata in tutte le culture e mi ha colpito che in questa situazione si sia utilizzato il gioco degli scacchi. Ho provato nella mia vita questa sensazione che ha portato a chiedermi se esista la realtà o se sia una nostra creazione.

Giovanna (sì): Non gioco a scacchi e quindi non ho capito a fondo la passione. Mi ha interessato la descrizione della reclusione: incertezza e solitudine sono schiaccianti. E' scritto bene.

Massimo I. (sì): A un appassionato di scacchi consiglio "La regina degli scacchi" di Walter Tevis. Zweig, Tevis e Maurensig sono gli scrittori che meglio hanno descritto questa passione. Personalmente ero un appassionato di scacchi soprattutto quando c'erano i grandi campioni russi e americani come Spasski e Fisher, con personalità tanto diverse e complesse. Ora col progredire del computer il gioco ha perso il suo fascino. Nel libro c'è qualche imprecisione, nelle simultanee il maestro gioca con il bianco e fa la prima mossa ed è esagerata la descrizione, il campione non può avere bisogno della scacchiera. Mi sono ritrovato nel Dr. B, anch'io giocavo a scacchi da solo. La parte leggermente più debole del libro è la parte centrale quando l'autore descrive l'eccitazione febbrile nella prigionia. Per me il personaggio più simpatico è il campione.


Finita la discussione si vota il libro di aprile proposto da Alessandra Cepar. Viene scelto "Confessioni di una vittima dello shopping" di Radhika Jha, ed. Sellerio (preferito a "La signora melograno" di Goli Taraghi e a "Cuccette per signora" di Anit Nair).

Con l'occasione si ricorda ai prossimi proponenti di mantenersi entro il limite dei 14 euro.

La prossima proponente sarà Marisa che minaccia di proporre 3Kafka3... Staremo a vedere...