Futuro interiore (di Maddalena Antonini)

Proposto (e scritto) da Maddalena

Riferimenti: IBS

Discussione straordinaria del 15 giugno 2012 alla Casa del Popolo di via Ponziana, Trieste

Per prima cosa viene chiesto all’autrice perché ha proposto il libro. “Perché l’ho scritto!” risponde.

Chiede ai presenti di essere sinceri e di dire anche quale racconto hanno preferito.

Alla maggioranza dei presenti è piaciuto, quindi abbiamo molti Si' , un Ni' di Giuseppe e un No di Tomaš. Erano presenti alla cena anche Angelo, il quale aveva letto solo un racconto su undici, che comunque gli è piaciuto (le Balene) e Concetta che non aveva ancora letto il libro.

E’ stato con noi anche il figlio dell’autrice il quale non solo non ha letto il libro di sua mamma ma neanche nessun altro libro, ed era presente quindi esclusivamente per mangiare…

SINTESI DI QUELLI DEL SI'

Molti apprezzano la critica sociale presente nei racconti, il contenuto viene definito “ironico” (Gabriella) “piacevole ma amaro come prospettiva” (Donatella) , “umoristico ma inquietante” (Giovanna), “un po’ deprimente” (Franca), scritto con stile “furbetto e infantile” (Alessandra), “quasi di immediata attualità” (Marisa), “non sembra fantascienza, la stiamo già vivendo, tutti i personaggi in qualche modo sono in sofferenza” (Marinella), “misterioso e sorprendente” (Annamaria). Molti affermano “si capisce proprio che lo ha scritto Maddalena”, fugando quindi ogni sospetto che si tratti di un libro commissionato ad un ghost writer.

Oscar ha commentato il libro con parole che hanno commosso l'autrice/verbalizzante, la quale non ha preso appunti, quindi ricorda solo la commozione e non le parole. La verbalizzante si scusa di questa mancanza

E’ stata apprezzata anche l’immagine di copertina, realizzata da Alice (figlia dell’autrice).

Riguardo allo stile, viene rilevato da più di un intervento che i racconti sono tutti diversi ma hanno un filo che li lega, e comunque sono troppo brevi, Massimo ritiene che a volte il finale arriva in modo brusco, e sarebbe stato meglio allungare la storia perché i contenuti lo permettevano. Loredana afferma che le sono piaciuti di più i racconti più lunghi perché “durava di più il piacere di leggerli”. Più di uno rileva lo stile “visivo” e “parlato”.

SINTESI DEI NI'

A differenza di quelli del SI', a Giuseppe sono piaciuti di più i racconti molto corti.

Come stile ha trovato tutto il libro troppo “visivo”, come una sceneggiatura da film, e poco approfondito.

SINTESI DEI NO

Per Tomaš, i racconti sono troppo estremisti e esagerati, i finali sono bruschi, non c’è profondità

E prova fastidio per la presenza di nomi propri in lingua inglese. Ma quello proprio che non ha sopportato sono stati gli errori nella punteggiatura, in particolare il fatto che i puntini di sospensione, che dovrebbero essere sempre tre e scritti graficamente in un certo modo, sono stati invece stampati in modo errato.

In generale in effetti come “racconti preferiti” vincono i racconti lunghi. Ecco lo schema, diviso in tre colonne a seconda della posizione di preferenza in cui veniva citato il titolo.

Brevissime conclusioni dell’autrice: sentirvi discutere del mio libro mi ha fatto un piacere enorme, e ovviamente anche il fatto che sia piaciuto quasi a tutti. Vi ringrazio ancora. Riguardo lo stile “visivo” dei racconti, voglio solo specificare che il sottotitolo del libro è “11 visioni nell’Era della Legge Commerciale”, quindi “visioni” e non racconti, perché mi sono “venute” nella testa come immagini, e così come mi sono venute le ho riportate. Se invece di aver avuto visioni, avessi ad esempio sentito le voci, i racconti avrebbero avuto uno stile più “discorsivo – e/o musicale”, ma così non è stato. Se li avessi pensati, avrebbero avuto uno stile più “ragionato”, ecc. ecc. Potrei andare avanti ma vi risparmio…

La vostra affezionatissima verbalizzante.