Sì: Katia e Oscar
Nì: Alessandro, Sonja e Marinella
No: Gabriella
Katia (sì, proponente): Ho acquistato "Stupore" su consiglio dei librai Lovat. L'ho apprezzato in particolare per la sua prospettiva al femminile, che mette in luce emozioni, vissuti e riflessioni interiori delle protagoniste.
Oscar (sì): La lettura del primo capitolo mi ha davvero intrigato: Rachel, moglie abbandonata, viene bruscamente respinta alla porta dalla suocera. Peccato però che poi nel corso del romanzo si perda questa tensione e la verità affiori molto lentamente e solo in parte. Ho trovato interessante il parallelo tra i sensi di colpa di Rachel e quelli di Atara.
Gabriella (no): Il mio parere, in merito al libro, non è positivo; nonostante sia scritto bene. Non mi è piaciuto per diversi motivi. La protagonista Atara, vive eternamente in conflitto con se stessa. Sembra che nulla le vada bene. Quando Alex è ancora vivo, il loro rapporto si estrinseca in una lotta perenne. A momenti, lei quasi rimpiange l'ex marito che ha lasciato per iniziare un rapporto con lui. In seguito alla dipartita del compagno, Atara si fa assalire da sensi di colpa enormi, per non essere stata in grado di apprezzarlo. Quasi tutto il libro è un continuo rimurginare da parte sua, per non aver capito Alex e su molti aspetti della relazione con lui. La cosa mi ha stancata e alienata, e mi ha reso la lettura del libro gravosa. Rachel, l'altra protagonista, è una donna più forte, nonostante viva una situazione interiore molto difficile. Si tratta di due persone, spezzate interiormente dai fatti della vita, che si aiuteranno a vicenda. Il libro si conclude con un ipotetico divenire, senza approfondire il rapporto tra le due protagoniste. L'idea di partenza era buona ma, a mio parere, la scrittrice ha sprecato gran parte del romanzo, insistendo e riproponendo ossessivamente gli stessi pensieri e paranoie, triti e ritriti.
Alessandro (nì): Pur con qualche momento di eccessiva lentezza nei ragionamenti della protagonista, ho trovato "Stupore" un romanzo interessante. Mi hanno colpito in particolare due nuclei centrali: da un lato, il tema storico dell’identità e della memoria collettiva, con la rimozione del ruolo delle donne nella costruzione dello Stato d’Israele e la sconfitta degli ideali di giustizia e convivenza; dall’altro, la riflessione sulla continuità tra passato e presente, come emerge nel passo in cui Rachel parla di un fronte comune con i combattenti arabi per la libertà e nella domanda provocatoria del figlio di Rachel su quale sia davvero la differenza tra i combattenti per la libertà d’Israele e quelli per la libertà della Palestina. Il romanzo evidenzia così la deriva politica del Paese e il tradimento delle sue origini ideali, ma anche una profonda dimensione umana, come nella frase, presente verso la fine delle (troppo?) lunghe riflessioni della neo-vedova Atara: "Non con il dolore della domanda ma con quello della rinuncia troveremo consolazione. Forse."
Libro scelto: "Il maestro di Vigevano" di Lucio Mastronardi (preferito a "Le libere donne di Magliano" di Mario Tobino e a "Il segreto di Luca" di Ignazio Silone)
Prossimo proponente: Alberto
Prossimo incontro: 28 novembre