Che cosa è l’uomo? (di Mark Twain)

Proposto da Maddalena

Riferimenti: IBS

Discussione di aprile 2014

E’ piaciuto a : Maddalena (proponente), Oscar, Gabriella, Alessandra (letto ma non finito), Franca, Mirella, Massimo (7 sì).

Dicono “nì” : Piero (letto ma non finito) e Giuseppe (2 nì).

A nessuno ha fatto schifo, il chè è già un ottimo risultato dal punto di vista della proponente.

Maddalena spiega di averlo proposto perché ama Mark Twain e trova questo saggio profondo e intelligente. Molto attuale il concetto che il giudizio degli altri possa indurre una persona a fare qualsiasi cosa, che la morale interiore sia molto condizionata dal contesto pubblico in cui ci si trova, e che le azioni dell’uomo sono motivate, se si guarda in profondità, solo da una qualche forma di autogratificazione (rispetto ai propri valori personali o condizionati dal contesto). Particolarmente divertente e illuminante l’esempio del contadino del Kentucky che si sente terribilmente in colpa per “non aver ucciso subito un uomo che non conosceva” (uno che gli aveva ucciso un amico) in quanto i valori in cui era immerso gli imponevano di farlo. Altrettanto attuale il finale, l’umanità alla fin fine crede e sopporta qualsiasi cosa. Apprezza anche la forma in dialogo stile Platone.

Seguono interventi (a cui attribuirò un breve titolo ciascuno)

GABRIELLA (sì) , ovvero “Potere alle Formiche”:

“Il saggio contiene molte verità, anche scioccanti, come quella che siamo in effetti delle macchine (meravigliose). Penso che ognuno di noi ha semplicemente MATRICI diverse (chi ha una matrice un po’ più buona e chi più egoista..), poi su queste matrici agisce l’ambiente, e a seconda della matrice di partenza, la persona reagisce in modo diverso all’influsso ambientale, verso il bene o verso il male. Senza nessuno stimolo ambientale l’uomo resta deficiente. Tutte le nostre azioni sono finalizzate a gratificare la nostra matrice. Ho apprezzato particolarmente gli esempi sugli animali, a cui M.Twain attribuisce secondo me un’anima come gli uomini, l’esempio dell’elefante buono e la genialità delle formiche.”

GIUSEPPE (nì), ovvero “Odio Platone”:

Parte negativa: la figura del vecchio saggio e del giovane saputello, trovo orribile questa forma (usata da Platone), anche perché penso che non è detto che un giovane sia meno saggio di un vecchio. Inoltre ho trovato alcune incongruenze logiche anche nell’uso di alcune parole, poi non mi piace il fatto che lui consideri persona e cervello come elementi separati, infine il tutto è ripetitivo. Positivo invece il contenuto, “abbastanza razionale”, concetti nuovi per l’inizio 900, che inducono a riflettere. Consiglio la lettura di “Allegro ma non troppo” di Cipolla, un saggio su argomento simile: uno schema ad assi cartesiani dove la x è il vantaggio per se stessi e la y il vantaggio per gli altri, nei 4 quadranti si collocano quindi le azioni intelligenti (+/+), altruiste (-/+), egoiste (+/-) e stupide (-/-).

OSCAR (sì) ovvero “Ho smesso di fotografare”:

E’ vero che siamo una macchina, anzi, spesso usiamo il nostro pilota automatico, che è molto utile a ridurre la fatica quotidiana. Forse anche i sentimenti in realtà sono solo uno dei modi di reagire a determinati contesti. Mi sono chiesto recentemente perché faccio determinate attività, e ho visto che alcune le faccio solo per avere l’approvazione degli altri. Alcune cose che ritenevo mie passioni personali in realtà avevano solo questo scopo, come la fotografia. Ho quindi deciso di smettere di fotografare.

Riguardo alla questione egoismo, credo che Twain parli più che di egoismo che di “serenità”. L’uomo tende alla propria serenità interiore in base ai propri valori e la soluzione sarà quella di tendere alla propria serenità possibilmente compiendo atti che portano qualche vantaggio anche agli altri, elevando quindi la propria immagine di sé.

PIERO (nì), ovvero “Largo ai Giovani”:

Non ho finito completamente il libro, ma fin dall’inizio il Vecchio mi era antipatico, sinceramente speravo di beccarlo in fallo, ma non ci sono riuscito. La teoria corrisponde a quella di Darwin, l’evoluzionismo, che è giusta, resta il fatto che il vecchio era proprio fastidioso. IL saggio va letto con coscienza del periodo storico (1906, in usa, rivoluzione industriale, il giovane rappresenta l’ottimismo del periodo). Vera l’influenza dell’ambiente, per sopravvivenza. In realtà noi siamo animali e concordo con Gabriella che è una presunzione umana pensare di avere un’anima e quindi di essere superiori a loro. Ho trovato comunque poca “ironia”, da Twain che è considerato un’umorista.

MASSIMO (sì), ovvero “L’uomo non è una macchina perché è l’unico animale che odia se stesso”:

Il saggio mi è piaciuto, lo ho trovato molto scorrevole, a differenza di alcune vere “palle” che abbiamo dovuto leggere le scorse stagioni. (ndr, interviene coro di proteste). Credo che sia “volutamente” ripetitivo, per lo stile. Mi chiedo se Mark Twain si considerasse religioso, questo non è chiaro, sembra un ateo determinista ma cita spesso argomenti religiosi. E’ vero che l’uomo dà troppo importanza a se stesso, spesso si illude come fa quel cane che, dopo aver pisciato in un punto, si convince di essere il proprietario di quella zona. Alcune cose sono datate, come gli esempi su api e formiche, tipici del 900. Su altre mi sono riconosciuto personalmente, nei due esempi di persone che si riproponevano di non andare in collera, poi succede qualcosa di improvviso, e – zac – vanno in collera in modo automatico, scatta il meccanismo. Quindi non abbiamo potere sulle azioni e meno che mai sui nostri pensieri. Tutta la filosofia orientale si occupa di lottare proprio per ottenere il controllo della propria mente.

FRANCA (sì), ovvero “Complimenti, ci sei arrivato prima di Ma slow”:

Ho apprezzato il saggio, pur non essendo Twain uno scienziato, sono rimasta sorpresa dalla cura con cui sviluppa il tema, tra l’altro senza mai essere presuntuoso perché non ambisce a creare una teoria. Secondo me, lui anticipa la psicologia di Maslow (comportamentismo), uscita nel 1911 quindi dopo, per cui c’è un intreccio tra motivazione e personalità. L’uomo ha prima bisogni base, poi l’uomo più maturo sviluppa bisogni superiori che vanno a vantaggio degli altri per cui può anche trascendere il sé. Attualmente la scienza afferma invece che tutte queste teorie sono superate, si crede che l’uomo sia condizionato da un 50% di genetica e un 50% di ambiente, e che l’uomo non abbia mai idee originali, ma sempre riscopre cose già scoperte. Positivo questo saggio perché infatti siamo tutti qui a discuterne.

ALESSANDRA (sì), ovvero “Fastidioso come mio figlio”:

“Mi sento in colpa per non essere riuscita a finire di leggere il saggio” (ndr, evidentemente l’immagine sociale che AleA ha di sé è quella di una che finisce i saggi, n.d.r.). Sono contenta di quello che ho letto, anche se trovavo Mark Twain fastidioso proprio come mio figlio quando si impunta a voler sostenere qualche argomento (è molto puntiglioso). La differenza era che mio figlio non finisce di essere fastidioso, il saggio invece ha una fine. Penso che non abbia senso tormentarsi troppo interiormente. Il libro mi ha fatto pensare a Platone (la realtà e l’ombra) e a Goethe, alla storia dei 4 re in una caverna, uno costruito di bronzo, uno misto, uno d’oro e uno d’argento, perché è importante il materiale con cui è costruita la “macchina”. Non credo però alla teoria della macchina di Twain: non sempre si fanno le cose per il proprio interesse, lui se la tira troppo questa storia. La macchina non è viva, noi siamo vivi. L’animale può essere superiore all’uomo ma solo in un campo specifico, in realtà noi siamo superiori agli animali perché abbiamo il libero arbitrio.

MIRELLA (nì), ovvero “Passata l’età dei 20 anni, sarebbe ora di smetterla di leggere queste cose!”:

Il mio “nì” deriva dal fatto che è stata positiva la facilità di lettura, in inglese. Per il resto il tema del libero arbitrio è banale, il determinismo e il positivismo erano già all’epoca roba vecchia, Twain tratta temi già abbondantemente trattati. Insomma non pensavo più a queste cose da quando avevo 20 anni, è un saggio che possono leggere al massimo i ventenni. Lo stile vecchio/giovane non mi è piaciuto, è un dialogo squilibrato, non alla pari. Sicuramente è vera la frase “clu” del testo (quella che invita ad elevare i propri ideali in modo che appagandoli si portino conseguenze positive anche agli altri), è vero che quando facciamo qualcosa per gli altri, i primi ad essere “aiutati” siamo noi stessi in quanto abbiamo corrisposto ad un nostro obiettivo morale. In sintesi a mio parere questa lettura non ha nessun pregio, ma neanche mi ha dato fastidio.

Ulteriori discorsi:

E’ seguito poi un dibattito generale da veri intellettuali. Solo per fare alcuni esempi, Alessandra ci ha parlato dei “neuroni-specchio”, Franca ci ha spiegato come i sociologi notano che durante le guerre diminuiscono i suicidi, Giuseppe ci ha illustrato la teoria del caos e mostrato un esperimento con due doppi-pendoli. Oscar ha rassicurato il gruppo sul fatto che pur avendo smesso di fotografare, non smetterà di cucinare torte in quanto non è una attività che fa solo per l’approvazione altrui, dato che anche lui stesso mangia i propri dolci. Scampato pericolo.

IL SAGGIO PER L’ESTATE:

Il prossimo saggio per la stagione estiva è stato scelto tra i tre proposti da Marinella, ha vinto con 6 voti a favore: “Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni.” di Diamond Jared, ed. Einaudi, 2005.