Sì: Tomas, Michele, Giovanna, Marisa, Massimo I., Marinella
Nì: Giuseppe, Alessandra
No: Massimo M. Loredana
Marinella (proponente): sì
Per me è uno dei romanzi più belli del ‘900 che non può non essere letto da un gruppo di lettura. LA storia è molto famosa, esemplare, e la scrittura è eccezionale. Nabokov sebbene sia russo e scriva in inglese, riesce a fare giochi di parole e a introdurre invenzioni linguistiche uniche. Perfetto in ogni sua parte è diventato un’opera fondamentale di un secolo.
Alessandra: Nì
All’inizio non mi piaceva né come storia né come scrittura, piena di aggettivi. Ho saltato così alcuni pezzi. Poi tutto è cambiato: nel momento in cui perdeva il contatto con Lolita, il protagonista cambiava e anche la scrittura lo seguiva fino alla parte finale in cui si rende conto del danno fatto alla bambina e comunica che la passione per Lolita è, a suo modo, una terribile ossessione impossibile.
Ciò che mi è piaciuto è stata la capacità di offrire la visione interiore di questo vissuto. E ho trovato notevolissima la capacità d
Massimo I.: Sì
Lo lessi 10-15 anni fa e non l’ho riletto per questa occasione. Per me fa parte dei primi 10 libri più belli. La sua bellezza sta nella capacità di galleggiare e rendere plausibile una storia oscura e sbagliata: il protagonista diventa anch’esso quasi simpatico, di sicuro non giudicabile e le sue azioni plausibili. Esiste un’ironia diffusa che sfuma solo nel finale.. Il tono rimane però sempre lieve e mai pesante. Se lo confronto con “Un amore” di Buzzati, non lo trovo in fatti cosi cupo e sgradevole.
Non annoia mai, è davvero unico, anche rispetto alle altre opere di Nabokov che sono di molto peggiori.
Loredana: No
Mi ha annoiato tantissimo (ho dovuto rileggere le prime 50 pagine) e mi sono costretta a proseguire. Nonostante lo stile gradevole, la storia è noiosa e il finale pessimo: è questo uno dei miei pochi “No” che dico.
L’ho trovato discontinuo, privo dell’ironia che dice Massimo I. e non credo di averlo letto da perbenista: il protagonista è paranoico e per nulla giustificabile.
Marisa: Sì
Straordinario ma scioccante. E’ difficile da commentare. I due protagonisti non ispirano simpatia. Lui è uno psicopatico e con la narrazione in prima persona ci mostra ci mostra ogni suo risvolto psicologico, lo conosciamo tutto (mentre di lei sappiamo solo ben poco) e io non ci vedo nessuna vera sofferenza.
La ricchezza linguistica con cui descrive questa relazione tra carnefice e vittima è eccezionale e fa capire che alla fine è il carnefice a finire come vittima. Il lettore ne esce turbato e si salva quando si trova davanti pagine di pura poesia (bella la frase “amore a prima vista, ultima vista, eterna vista”), come quando descrive il paesaggio americano multiforme: un’opera pittorica che contrasta con la crudezza dell’ultima parte del libro in cui si considera una pessima persona e cerca di riparare facendosi giustizia e si scopre che ama davvero Lolita anche quando la vede sfatta dalla gravidanza.
Massimo M.: No
Sono arrivato a pagina 250 dopo di che ho detto “Basta!”. Erano 100 pagine di continue ripetizioni, che anche se dette con un linguaggio ottimo, erano veramente noiose. Il contenuto infatti non è secondario.
Se dovesse essere pubblicato oggi non sarebbe accettato: la pedofilia è vista (giustamente) in maniera molto più negativa per cui il comportamento del protagonista non è per nulla giustificabile e io lo vedo così: il suo non era amore e non lo è mai stato, era solo un prurito che è stato il centro del discorso delle 250 pagine che ho letto.
Tomas: Sì
L’ho letto in ceco e forse la traduzione che ho usa termini molto più grezzi, di certo non poetici. All’inizio avevo la sensazione che questo linguaggio fosse intenzionale e quindi sono d’accordo con Alessandra sul come l’autore gioca abilmente con le parole anche se la volgarità dei termini mi disturbava abbastanza che forse era intenzionale per fare scalpore e avere maggior successo (ero infatti incerto tra un Sì e un Nì).
Non concordo invece con l’idea che lui amasse veramente Lolita: non si interessava in nessun modo di lei di cosa provava e cosa sentiva. Per lui era puro sesso e possesso.
Sono contento di averlo letto per averlo conosciuto… anche se purtroppo lo dimenticherò presto.
Giuseppe: Nì
E’ un Nì che è più No che Sì. Anch’io l’ho trovato noioso (mi sono trovato spesso a contare quante pagine mancassero alla fine).
Ho trovato inoltre la storia molto scontata: mi è sembrata la trama dei soliti film americani in cui c’è un serial killer o un pervertito, autostrade, motel, con tutto che finisce con una sparatoria in una grande casa di un riccone. Mi chiedo infatti se è stato questo libro a dare il via alla seria di film di questo tipo.
Anche se l’autore è russo, sembra scritto da un puro americano, forse per i paesaggi e gli ambienti che descrive. E' solo qui che ho trovato qualcosa di bello, nelle descrizioni della luce entrava dalle finestra, dei vestiti a quadretti di Lolita, in questi passi come ha detto Marisa, c’era della poesia. Concordo sulla condanna al protagonista e con la mancanza di amore tra i due.
Giovanna: Sì
Sono felice di averlo riletto e di aver confermato il bel ricordo che avevo da 40 anni. Lo stile è elegante e arguto. Si respira un aria cosmopolita in questa nuova America in cui il protagonista rappresenta la vecchia Europa. Humbert contro Lolita = Europa contro USA.
Dico contro perché Lolita non ha mai ricambiato le attenzioni di lui, è stata egoista ed ha approfittato dal potere che aveva su Humbert. E se si fanno i conti, lui avevo solo 35 anni,non era certo cosi vecchio come lui si descrive e come uno è portato a pensare.
Mi sono piaciuti tanti i riferimenti mitologi a ninfe e la precisione con cui scava la psicologia del protagonista o con cui descrive e osserva Lolita come un entomologo (in effetti Nabokov era entomologo!).
Per me è un superbo esempio di come da un tema brutto possa essere ottenuta una bella opera d’arte.
Michele: Sì
Mi è piaciuto moltissimo. Durante le prime 50 pagine non capivo niente della storia ero troppo colpito e affascinato dallo stile della scrittura, veramente eccelsa. Ho capito che mi aspettava un Libro (con la L maiuscola). Mi sono chiesto se in un libro conti di più la trama o la scrittura. Qui ha vinto la seconda. La storia comunque non è scabrosa, non si tratta di pedofilia, altrimenti non avrebbe avuto successo.
Humber è un adulto ma si comporta da ragazzino, segue quello che dice lei e solo alla fine capisce di amarla e sarebbe disposto anche a riprendersela incinta di un altro uomo.
Giudichiamo lui sulla base dei giudizi di Lolita: ma lei una bambina che sostiene di aver subito del male senza neppure sapere cosa sia, senza la consapevolezza di cosa voglia dire la regola secondo la quale i bambini non vanno toccati.
Altro elemento positivo è la capacità di descrivere: a differenza di molti libri descrittivi (un genere che potremmo dire “semplice”), questo libro lascia spazio al lettore di immaginarsi i luoghi, descrive in modo molto diafano con lo scopo di lasciare il ritmo calmo: ce li vediamo davanti a nostri occhi quei paesaggi americani alla “Thelma e Louise”, le strade lunghe nel nulla. E il ritmo è volutamente tenuto tranquillo perché l’argomento è scabroso.
Prossimo libro proposta da Maddalena: “Gli affari del signor Giulio Cesare” di B. Brecht (preferito a “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams e a “Baol” di Stefano Benni).
Prossimo proponente: Giuseppe
Prossimo incontro il 21 dicembre da Loredana: visto il giorno, per quella serata ciascuno (chi vuole ovviamente) porta una breve poesia o un breve estratto di romanzo da leggere!!! E così sopravvivremo alla fine del mondo.
Concorso fotografico per “I vicerè” vinto da Giuseppe.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita."