Ninfee nere (di Michel Bussi)

Proposto da Alessandra Co.

Riferimenti: IBS, Wikipedia

Discussione di settembre 2018

Presenti: Alessandra Ce., Alessandra Co., Alessandro, Gabriella, Marinella, Marisa.

Votazione: Sì all'unisono.

Proposto da Alessandra Co. perché lo stava leggendo su entusiastico suggerimento. Interessante, quasi impressionista. Scritto a pennellate che tratteggiano un tutto, permette una visione d'insieme solo al termine dell'opera. Bella biografia umana tra nascita e morte in un crescendo che alla fine diventa quasi onirico.

Gabriella: Bellissima la scrittura e la precisione dei dettagli con cui era costruita la storia. Interessanti le informazioni sulle opere e sulla vita dell'artista, e il lieto fine che ha letto (può essere interpretato diversamente, ndr) e apprezzato.

Alessandra Ce.: Bello, ben costruito, letto d'un fiato (e non pensavo) e non accade spesso. Ho molto apprezzato la descrizione del paese che ho riconosciuto e ricordato avendo avuto la fortuna di visitarlo. Ha raccontato la bellezza del luogo dove, riferisce, si respira ancora la presenza dell'artista. (Attendiamo foto da lei e da Marinella, ndr.)

Marinella: L'ho letto d'un fiato in poche notti insonni, lo consiglio caldamente ad amici lettori e apprezzo anche io la descrizione di opere e luoghi, oltre all'architettura del romanzo.

Alessandro: L'ho letto con piacere. Scrittura scorrevole. Alcuni dettagli destavano l'attenzione e poi si perdevano andando a costruire una visione d'insieme che al termine stupisce. Assolutamente inaspettata.

Marisa: Bussi riesce a catturare il lettore facendolo immergere nell’atmosfera dei luoghi dove visse Monet e dove la pittura di Monet raggiunse l’apice della sua arte. Le ninfee sono in questo romanzo sempre presenti, le coprotagoniste che rappresentano il sogno e insieme il doloroso risveglio di una bambina e poi di una giovane donna, che vede la propria vita appiattirsi sempre più sotto il peso di rimpianti inconfessati e di amori perduti. Qui vi sono tre piani temporali in cui la protagonista vive altrettanti periodi della sua vita, ma il lettore difficilmente sa riconoscerla come un’unica persona, anche perché lei stessa stenta a riconoscersi nelle fasi della vita che precedono la sua vecchiaia. Così rimuovendo i ricordi dolorosi rimuove anche quelli felici per poter sopravvivere e conformarsi al grigiore del presente. Soltanto alla fine, quando la matassa si dipana, il filo conduttore in cui confluiscono le tre storie si rivela al lettore con perfetta e sorprendente logicità. La maestria dell’autore sta nel mantenere un ritmo di suspense costante e nella scrittura limpida, equilibrata nei dialoghi e nella descrizione dell’ambiente come nell’introspezione psicologica dei personaggi.


Prossimo libro: "Bora - Istria, il vento dell’esilio" di Anna Maria Mori e Nelida Milani (preferito a "Io sono con te" di Melania Mazzucco e a "Il comandante dell'Exodus" di Yoram Kaniuk)

Prossimo incontro: 26 ottobre

Prossimo proponente: Alessandro