Sì: Massimo M. Marinella, Marisa, Michele, Maddalena, Giovanna
Nì: Gabriella, Franca, Tomas, Giuseppe, Donatella, Mirella
Giovanna (proponente): Sì
Ho proposto LA LINEA D’OMBRA di Conrad per motivi specificamente personali. Avendo avuto sempre una vita tranquillissima, ho sentito fin da adolescente molto bisogno di avventura. I romanzi in Paesi esotici mi hanno entusiasmato e fatto sognare, sia quelli per ragazzi da Salgari a Verne, sia quelli più da adulti come i lavori di Conrad. In particolare quelli ambientati in Asia mi ispirano una simpatia particolare perché mio padre ha viaggiato per molti anni in tutto il subcontinente asiatico, e quei nomi di località e quegli usi e costumi sono stati spesso menzionati nella mia casa. Inoltre, questo libro LA LINEA D’OMBRA rientra anche in un genere che mi è caro, cioè il romanzo di formazione: il protagonista vive un’esperienza che lo fa passare sia pure in modo traumatico in una fase nuova della sua vita, e lascia un’impronta indelebile sul suo carattere. Per Conrad, la linea d’ombra è quel personalissimo momento in cui si prende atto della propria indipendenza ma al tempo stesso della propria solitudine di fronte al mondo, e si comincia a capire la responsabilità di essere sé stessi come esseri umani, perdendo la spensieratezza della gioventù. Mi sarebbe piaciuto conoscere quali siano state, per i compagni del Gruppo di lettura, le personali linee d’ombra che, oltrepassate, li hanno condotti ad una fase più matura e seria della loro vita; per me è accaduto quando ho iniziato a lavorare, uscendo da sotto la cappa protettiva della famiglia e rendendomi conto di quante disgrazie, tragedie e tristezze accadevano attorno a me senza sfiorarmi prima di allora.
Marinella: Sì
Nonostante non sia il genere di libro che amo, mi è piaciuto: bella l'edizione con la postfazione di Calvino e il testo inglese a fronte, un inglese semplice, facile e gradevole.
Massimo M.: Sì
Non lo considero un libro di avventura perchè non succede quasi nulla: è la storia del passaggio di quella linea d'ombra che porta il protagonista a un'esperienza che viene descritta entrando nella psicologia sua e dei vari personaggi. E' un romanzo che è fuori dal suo tempo e potrebbe essere ambientato in qualsiasi altro momento e luogo. Anche per questo non è un libro di avventura. Mi piace l'autore e ho letto vari suoi libri (i più belli sono Tifone e Cuore di tenebra).
Marisa: Sì
In questa ambientazione tropicale, calda, afosa, portatrice di malattie, il protagonista è il mare. Simbolo di libertà che punisce chi non sa amarlo e rispettarlo. La linea d'ombra è lo stadio di iniziazione all'età adulta per affrontare nuove sfide più impegnative. A questo però si aggiunge un profondo senso di solitudine, di precarietà e di colpa: è questo ciò che ci trasmette Conrad la cui prosa viene considerata come l'equivalente dell'impressionismo pittorico.
Franca: Nì
L'ho letto velocemente, ho apprezzato la prosa scorrevole e precisa, i colpi di pennello nel descrivere il mare piatto: non è un libro di avventura, anzi direi che è anche noioso (saltavo le pagine per procedere). Nella prefazione, Conrad dice che lui voleva semplicemente scrivere una confessione di ciò che aveva vissuto senza dare alcun significato aggiuntivo alla storia.
Gabriella: Nì
Non mi ha coinvolta: il protagonista mi era assai antipatico, pieno di sé, anche se poi cambia un po' e matura. Bello invece il personaggio del cuoco. Nel libro si usano tanti termini tecnici marinari che non conosco. Mi aspettavo qualcosa di più e forse questa aspettativa eccessiva ha reso il libro meno interessante.
Donatella: Nì
Condivido quanto detto da Gabriella: non mi ha coivolta per niente. Bravo l'autore a descrivere la calma piatta del mare e della situazione ma il resto era tutto noioso.
Maddalena: Sì
Come Giovanna, anch'io amo i romanzi di avventura e di mare (oltre alla fantascienza). All'inizio, come ha detto Gabriella, il personaggio era antipatico ma poi si trasforma. Ma Conrad vuole bene a tutti i personaggi poichè, contrariamente a quanto uno si aspetta, non fa morire nessuno. Il punto che volevo però evidenziare è il mare: per gli antichi l'acqua era simbolo di emotività. Un mare assolutamente immobile voleva dire quindi che il protagonista si annoia. Perchè poi la nave si muove? Perchè lui inizia a legare con gli altri, non è più isolato perchè presuntuoso: compare questa sua emotività e il mare inizia a muoversi.
Tomas: Nì
Condivido anch'io ciò che ha detto Gabriella: il libro non mi ha emozionato. Sui 6 capitoli che ci sono, in 4 non succede nulla e negli altri 2 solo poche cose. A me sembra poi che il protagonista non sia tanto cambiato tra l'inizio e la fine: era solo un comandante giovane che ha portato la nave in porto, ma nulla di più.
Giuseppe: Nì
Pure io ho trovato il libro noioso e il protagonista assai antipatico. Altra cosa che non mi è piaciutà è il modo in cui l'autore “trattava” i marinai, i subordinati al comandante che non faceva niente e si lamentava, si sentiva in colpa per non essere anche lui ammalato ma non si sentiva in colpa per quello che non faceva, per il non dare aiuto ai poveri marinai malati che stavano al timore al freddo.
Mirella: Nì
Noiosissimo, anche se la lingua era scorrevole, chiara e semplice. Conrad è pieno di sé come il protagonista. Ne esce quindi un libro artificioso: è artificioso come prende l'incarico, è strano che lui e il cuoco non si ammalino. Lui dovrebbe essere l'eroe che non si ammala e non fa nulla: che eroe è? Davvero poco formativo e molto inverosimile.
Michele: Sì
L'ho trovato un libro molto chiaro e onesto. La formazione del protagonista avviene già all'inizio quando riceve la nave. Il romanzo è costruito su due piani, quello di ciò che sente interiormente e quello di ciò che sente esteriormente: mi ha ricordato Tristano e Isotta, dove non succede nulla ma nonostante ciò trasmette emozioni.
Prossimo libro: “Nemesi” di Philip Roth (preferito a “Invecchiando gli uomini piangono” di Jean-Luc Seigle e “Il tempo delle donne” di Elena Cižova).
Prossima proponente: Mirella