Presenti: Gabriella, Marinella, Oscar e Sonja
(Gabriella ha letto troppo poco per poter dare un giudizio)
Sì: Alessandro, Marinella, Sonja, Oscar
Alessandro (sì, proponente): Ho letto questo romanzo qualche estate fa e lo ricordo come una lettura leggera e piacevole, nonostante il tema trattato sia tra i più difficili e delicati: il suicidio, o meglio, la volontà di togliersi la vita. Tra i libri che avevo proposto era quello che forse mi convinceva meno in termini di profondità, ma ho comunque molto apprezzato la leggerezza con cui l’autore riesce a maneggiare un argomento così cupo, riuscendo a farne emergere momenti comici davvero riusciti. Mi tornano in mente le scene in cui il pullman, su cui viaggia il gruppo di aspiranti suicidi, rischia di precipitare… e ogni volta si salva, suscitando un sollievo paradossale se si considera che lo scopo stesso del viaggio sarebbe proprio quello di farli morire. Il viaggio, con tutti i suoi episodi bizzarri, diventa per alcuni l’occasione per ritrovare il gusto della vita – anche attraverso piaceri molto "terreni" come l’alcol e il sesso, che nel libro sono sottolineati con una certa enfasi.
Marinella (sì): Avevo da anni questo libro e mai mi decidevo a leggerlo perché nel titolo ha una parola che mi inquieta. Ora ho dovuto leggerlo e ho scoperto che è un libro intelligente, leggero e ironico. Per me la critica più bella all’autore è quella di Diego Marani che nella postfazione al libro scrive: "Una delle cose più belle dei romanzi di Paasilinna è che dopo il tumulto, il fragore e le spericolate rincorse tutto si dissolve delicatamente." È così e l'ho molto apprezzato.
Sonja (sì): In questo libro di Paasilinna, oltre alla solita leggerezza con la quale è in grado di affrontare argomenti anche molto pesanti ho riscontrato una profondità di pensiero che in altri suoi libri non avevo percepito. Il bellissimo e super moderno pullman per esempio, secondo me rappresenta tutto quello che è superfluo e che nella vita non conta ma che tutti loro, al contrario, inseguivano e anelavano a tal punto che non riuscendo a ottenerlo erano pronti a togliersi la vita che per loro non aveva più nessun valore. Alla fine, dopo averli trasportati in giro per mezza Europa alla ricerca di se stessi e di una ragione di vita, tutti quanti, in un modo o in un altro raggiungono e comprendono il significato della loro esistenza liberandosi dei legami morali e di tutti gli inutili orpelli. Il pullman, che nel suo fulgore rappresenta questi ultimi, è l’unico ad essere "sacrificato" come simbolo delle assurdità e delle cose vane e futili che a volte ci riempiono la testa e non ci fanno riconoscere quello che per noi veramente conta.
Oscar (sì): "Piccoli suicidi" è stato il libro che molti anni fa mi ha fatto scoprire Paasilinna. Da allora ho letto diverse sue opere, tutte rivelatesi piacevoli letture. Un argomento così delicato come il suicidio sembrerebbe non essere adatto a un registro "leggero", e invece l'inconfondibile black humor di Paasilinna ci fa presto provar simpatia (ed empatia) per i protagonisti. La storia coinvolge sempre più man mano che si forma il gruppo di aspiranti suicidi, ognuno con la sua storia, con le sue debolezze, con i suoi fallimenti. E il finale positivo, liberatorio è la migliore delle conclusioni che si poteva immaginare.
Prossimo libro: "L'arco di trionfo" di Erich Maria Remarque (preferito a "Cane e padrone" di Thomas Mann e a "Zorba il greco" di Nikos Kazantzakis)
Prossima proponente: Gabriella
Prossimo incontro: 30 maggio